ANTONELLO BONACCI: SOLIDARIETA’ A DON VITTORIO
Pervenuto
in Redazione il 04/04/2007
In
merito alle affermazioni attribuite all'ex Sindaco Caparco
riguardanti don Vittorio nell'articolo riportato dal sito Calvi Risorta
News (leggi
articolo), mi sento in dovere di esprimere la più sentita e accorata
solidarietà al Parroco della parrocchia S. Nicandro di Petrulo.
Mi permetto di dire, come cittadino impegnato in politica e attento alle
questioni che riguardano la nostra comunità, che il nostro Parroco si è
distinto negli anni per aver assunto un contegno quanto mai serio e misurato.
A
dimostrazione di ciò, mai nessuno ha fatto riferimento alcuno ad atteggiamenti
inconsueti riferendosi alla sua attività parrocchiale. Si tratta di una persona
a cui tutti riconoscono una sobrietà non comune e una completa estraneità ad
interferenze d’ogni genere nella vita amministrativa locale, a differenza di
altri, che purtroppo talvolta incorrono in poco auliche ingerenze negli “affari
mondani”.
L’ex
Sindaco Caparco, denunciando certi interventi a suo
dire faziosi, è certamente incorso in uno scivolone mediatico,
oppure ha prestato poca attenzione alle parole del Parroco, non cogliendone la
reale portata, volta esclusivamente a tutelare il benessere della Comunità. Mi
permetto di dire che da anni seguo le funzioni di Don Vittorio e mai, dico mai,
questi si è lasciato andare a considerazioni faziose a favore di questa o
quella parte politica.
Le
sue prediche sono improntate a valori sani e umani che i fedeli, come i laici
apprezzano per equità e moderazione. Persone come lui sono
del tutto estranee alle dinamiche di conflitto tra le avverse fazioni. Sarà
bene che nessuno tenti di trascinare dei personaggi al di
sopra delle parti nell’agone politico e nelle dispute locali.
Se
il Sindaco Caparco vuole mettere in
rilievo manchevolezze o negligenze degli amministratori, avrà modo di
farlo guardando al loro operato nello svolgimento del suo ruolo di consigliere
di opposizione, e non certo additando le prediche del Parroco. Si rischia di
trascendere nella più banale confusione e di
trascinare nel calderone anche chi è del tutto estraneo alle beghe locali.