Vinicio
Marco Juniore, il senatore di Cales avvelenato da Messalina
Angelo Martino
Redazione Calvi, 06 luglio 2020
Il senatore Vinicio Marco Juniore apparteneva ad una delle famiglie più prestigiose
di Cales. Era nipote di Vinicio Marco Seniore, il console amico di Augusto, che
aveva condotto guerre vittoriose contro i Germani e pertanto apprezzato ed
onorato a Roma. Ciò ci viene testimoniato da Tacito che lo scrive nel VI libro degli Annales, facendo
riferimento a Marco Vinicio, figlio del console Publio e nipote del celebre
Marco Seniore.
Scrive Tacito nel capitolo 15
degli Annales: “Vinicius, oppidam genius, Calibus ortus, Patre atque Avo consularibus, cetera, equestri familia. Erat mitis
ingenio et comptae facundiae[…]. Anche Dione Cassio fa riferimento a
Vinicio Marco Juniore, scrivendo che proveniva da una
famiglia illustre per due consolati”.
In effetti la carriera di Vinicio
Juniore era iniziata con la sua elezione a console
nel 30 d.C. Negli stessi anni aveva sposato Giulia Lavilla,
una delle tre sorelle del futuro imperatore Caligola. Sotto l’impero di
Claudio, Marco Vinicio Juniore fu eletto console per
la seconda volta, precisamente nel 45 d.C. e dopo qualche anno fu nominato
senatore. Vinicio Juniore aveva fino ad allora
condotto una vita politica tranquilla in quanto non aveva partecipato ad alcuna
rilevante impresa militare.
Tuttavia egli si trovò ad
esercitare il suo ruolo di console e di senatore negli anni degli intrighi di
Palazzo a Roma e gli fu fatale la presenza della maggiore protagonista di
quegli intrighi di Palazzo, Messalina. Tale donna dissoluta si era invaghita di
Vinicio, ma Vinicio non intese corrispondere a tale attrazione, soprattutto per
non inficiare i suoi rapporti con la corte o, come scrive Giuseppe Carcaiso, “semplicemente perché provava un effettivo
disinteresse per la stagionata playlady”. Messalina
non poté sopportare il rifiuto di Marco Vinicio Juniore
e lo avvelenò “ai tempi di Nerone”.
Nelle dissertazioni sull’Antica
Cales, scritte dal canonico pignatarese Giovanni
Penna, usando lo pseudonimo di Mario Pagano, le motivazioni dell’avvelenamento
di Vinicio da parte di Messalina si rivelano più convincenti. Giovanni Penna,
che, ripetiamo, scrive tali dissertazioni usando il nome amato di uno dei più
grandi martiri della Repubblica Napoletano del 1799, Mario Pagano, sostiene che
all’avvelenamento di Vinicio Marco Seniore “non dovette essere estraneo anche
il suo rifiuto a partecipare al complotto contro Nerone, ordito dalla stessa
Messalina”. Tale motivazione sembra molto probabile.
Bibliografia: Tacito- Annali Cassio Dione- Storia Romana
Giuseppe Carcaiso- Storia dell’Antica Cales- 1980 Solari- Gioele- Di
un’opera poco nota di Mario Pagano: le dissertazioni sull’Antica Calvi- 1925
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