Servizio di raccolta dei rifiuti, il Tar bacchetta il Comune di Calvi Risorta

Caleno24ore, 29 novembre 2017

Nonostante i salati aumenti della Tari e le vertenze con i lavoratori, il Consorzio Sinergie non ha ancora sottoscritto il contratto con l’Ente.

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Sembra incredibile ma il Consorzio Sinergie, società che gestisce la raccolta dei rifiuti a Calvi Risorta, non ha ancora sottoscritto alcun contratto con il Comune. A rivelarlo è una sentenza del Tar depositata il 23 novembre scorso. La società che si occupa di igiene urbana, infatti, nel luglio scorso aveva presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania contro il Comune di Calvi Risorta (che non si è nemmeno costituito in giudizio) ritenendo illegittimo il silenzio dell’Ente caleno in merito alla richiesta del 26 ottobre 2016 di sottoscrizione del contratto.

Il Consorzio Sinergie è affidatario del servizio di igiene urbana per il Comune di Calvi Risorta per gli anni 2015/2020 – come riporta la determina di aggiudicazione definitiva numero 218 del 14 ottobre 2015. Nonostante l’azienda si occupi del servizio dal primo dicembre 2015, però, ad oltre un anno e otto mesi di distanza, il Comune non ha ancora convocato il Consorzio per la sottoscrizione del contratto di servizio. Per tale motivo, la ditta ha presentato, nel corso di questi mesi, una richiesta  di sottoscrizione del contratto, diffidando ben due volte l’Ente a una veloce convocazione. Di fronte all’immobilismo dell’Amministrazione cittadina, il Consorzio ha presentato ricorso al Tar della Campania chiedendo l’accertamento della illegittimità del silenzio serbato dal citato Comune in ordine alla suddetta istanza di sottoscrizione del contratto datata 26 ottobre 2016, nonché per l’accertamento del conseguente obbligo di provvedere entro il termine di trenta giorni e per la nomina di un Commissario ad acta per il caso di inerzia serbata dall’amministrazione comunale oltre il termine per l’adempimento spontaneo; ha chiesto inoltre il risarcimento del danno ingiusto, subito e subendo da esso ricorrente a causa della ritardata conclusione della procedura.

L’ottava sezione del tribunale amministrativo, accogliendo in parte il ricorso, ha dichiarato l’obbligo del Comune di concludere il procedimento entro trenta giorni attraverso una determina con la quale deve esprimere “la volontà – si legge nella sentenza – di stipulare o meno il contratto d’appalto in questione, invitando, nell’ipotesi affermativa, il ricorrente alla sottoscrizione dello stesso. Se il Comune non dovesse adempiere a tale obbligo, sarà nominato un Commissario ad acta nella persona del Responsabile del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per la Campania, Molise, Puglia e Basilicata, con sede in Napoli – con facoltà di delega ad un funzionario del medesimo Ufficio. Pur rigettando la richiesta di risarcimento, i giudici hanno condannato il Comune di Calvi Risorta al pagamento delle spese di giudizio liquidate in complessivi 1.500 euro, oltre agli accessori di legge e alla rifusione del contributo unificato (nella misura effettivamente versata).

 

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