Bonifica ex-Pozzi: Il Comitato chiede chiarezza
a Lombardi su Invitalia
Comitato per l’Agro Caleno, 01 settembre 2017
La bonifica dei siti inquinati, delle discariche abusive e dei resti di
roghi di ogni tipo rappresenta una delle priorità di ogni comunità in lotta per
la difesa della propria salute e della propria terra. In particolare, come
comunità dell’Agro caleno, ci battiamo ormai da anni per la bonifica della ex
Pozzi, l’area industriale dismessa ormai al centro della nostra iniziativa e
delle nostre rivendicazioni. Sin dal primo momento, abbiamo sostenuto la
necessità e l’urgenza di intervento rispetto alla vergogna di una delle
discariche abusive più grandi d’Europa. Intervento che deve avvenire nella
massima trasparenza e sotto il vigile controllo popolare di chi vive, lavora e
cresce sul territorio.
Da subito siamo stati chiari: dopo aver impedito l’insediamento di
ulteriori impianti inutili e dannosi (come la centrale a biomasse di Iavazzi) avremmo preteso la restituzione dell’area agli
abitanti dell’Agro caleno e la bonifica definitiva senza possibilità di
speculazioni. In particolare, non accetteremo che le operazioni di bonifica si
trasformino, come spesso accaduto in Italia, in occasione di drenaggio di
risorse pubbliche nelle tasche di affaristi vecchi e nuovi, per poi lasciare
problemi irrisolti come amara eredità alle generazioni future. È proprio in
virtù di queste considerazioni che, rispetto alla paventata gestione della fase
di “messa in sicurezza, caratterizzazione ed eventuale bonifica” della ex Pozzi
da parte di Invitalia, abbiamo espresso la nostra
netta, chiara e inequivocabile contrarietà. Siamo stati da sempre espliciti
sulla nostra richiesta di favorire un processo che veda protagoniste le
comunità locali, i movimenti di lotta e i comuni caleni.
Una richiesta che non riteniamo secondaria né negoziabile, né che possa insomma
essere posta in subordine a misere considerazioni di bottega, a micro equilibri
da pseudo politica, ai desiderata di grandi e piccoli peones.
Restiamo sorpresi, per queste ragioni, di fronte alle dichiarazioni, pervenute
a mezzo stampa, del sindaco di Calvi Risorta Giovanni Lombardi.
Il primo cittadino ha infatti ammesso candidamente, dalle colonne de Il
Mattino, di non poter accettare la proposta del suo omonimo di Sparanise
(costituire una associazioni di scopo tra i due comuni al fine di porsi come
enti attuatori delle operazioni) in quanto all’interno della attuale
maggioranza esisterebbe una componente orientata a consegnare le chiavi della
bonifica nelle mani proprio di Invitalia.
Una (non) presa di posizione che riteniamo grave, innanzitutto, per essere
emersa solo in seguito a sollecitazioni da parte della stampa e non per
iniziativa spontanea del sindaco il quale, è bene ricordarlo, ha più volte e
pubblicamente dichiarato il contrario. Il 4 agosto, durante una iniziativa
pubblica in cui il Comitato ha diffuso la propria piattaforma rivendicativa e
lanciato la mobilitazione generale del prossimo 7 ottobre, non solo il sindaco
Lombardi ha ripetuto di essere a lavoro per mantenere sul territorio il
controllo delle operazioni propedeutiche alla bonifica ma ha anche assunto
l’impegno, non mantenuto, di pubblicare i risultati delle analisi delle acque
in possesso del Comune di Calvi. Ebbene, dopo poco meno di un mese, non solo le
analisi non sono state pubblicate ma ci tocca scoprire dalla stampa quanto
sopra riportato. Convinti che esistano ancora spazi per un confronto sereno e
responsabile, invitiamo il sindaco Lombardi a impedire il prevalere di
considerazioni che non siano quelle del bene comune, della comune battaglia per
la salvaguardia del nostro territorio.
Per parte nostra, garantiamo ogni disponibilità al confronto, rimanendo
tuttavia fermi sulla nostra convinta posizione di rigetto dell’ipotesi Invitalia. La nostra lotta non conoscerà tregua in nessun
caso, mai saremo disposti a rinunciare al nostro percorso di dignità che, negli
anni, è stato capace di consegnarci vittorie storiche e avanzamenti concreti a
fronte di una politica istituzionale storicamente collusa, spesso inerte.
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