Che l’incendio della lotta popolare divampi
nell’Agro Caleno: Verso il corteo del 7 ottobre
Spazio CALeS Occupato,
13 Agosto 2017
Lo scorso 11 agosto, un vasto incendio è divampato nell’aera ex Pozzi, nella
parte ricadente nel territorio di Sparanise. Le fiamme, una volta fagocitati
gli alti alberi, sono state risucchiate da un blocco di filtri della centrale
termoelettrica i quali, a loro volta hanno preso fuoco. In questo modo la lunga
estate dei roghi ha rinnovato il proprio abbraccio rovente e minaccioso
all’Agro Caleno.
La centrale termoelettrica, della quale ci interessiamo da anni
contestandone l’utilità e mettendone in discussione i presunti benefici, è
andata in fiamme a causa di un incendio che fortunatamente è stato domato
prontamente grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco e dei sistemi di
sicurezza interni.
Il danno ambientale è stato fortunatamente scongiurato e l’incolumità dei
lavoratori, compresi quelli della Calenia, degli
agricoltori e dei residenti è stata preservata.
Ieri, tuttavia, mentre scrivevamo un altro incendio è divampato. Le fiamme
divorano le sterpaglie, bruciano i rifiuti abbandonati ovunque senza alcun
controllo né prevenzione e il fuoco minaccia nuovamente le strutture produttive
e quelle abbandonate da anni.
Senza fare allarmismi, ci troviamo di fronte ad una situazione disastrosa
che denunciamo da anni stando sul posto, con posizioni chiare e nette.
Dunque, le domande che poniamo oggi sono queste:
·
Come è possibile che un’area industriale come la ex Pozzi continui a
versare in una situazione di abbandono totale?
·
Come può essere che l’area che circonda un impianto che produce energia
utilizzando metano resti in balia di sversamenti
abusivi continui?
·
Quali sono gli interventi che il consorzio ASI ha prodotto negli anni per
la realizzazione di infrastrutture atte a favorire lo sviluppo industriale e
quanto sono compatibili con una situazione surreale in cui l’unica certezza è
la presenza di una discarica abusiva tra le più grandi d’Europa?
·
Qual è stato il ruolo dei comuni negli ultimi decenni nel tentare di
fornire risposte adeguate?
Rimaniamo basiti quando di fronte a emergenze annunciate sentiamo parlare
di allarmismi.
Piuttosto, ci chiediamo quando le istituzioni del territorio, comuni in
testa, si decidano a mettere da parte divisioni e rimpalli infiniti e inizino a
battere seriamente i pugni sul tavolo per pretendere la risoluzione di problemi
evidenti e sotto gli occhi di ognuno, a cominciare dalla bonifica dalla ex
Pozzi e dallo spegnimento definitivo di fumarole tossiche che da mesi, anni,
avvelenano noi e la nostra terra mentre il tempo passa tra sagre paesane e
concertini.
Fortunatamente le comunità dell’Agro Caleno hanno scelto da tempo di non
delegare, di battersi in prima persona, di prendere autonomamente l’iniziativa
e di scendere in campo per lottare per i propri diritti.
Faremo sentire forte la nostra voce, in un territorio in cui l’aria è
diventata irrespirabile anche grazie al contributo di una centrale inutile che,
per quanto possa dare qualche posto di lavoro che merita tutto il nostro
rispetto, resta frutto di un inciucio tra politica, speculazione e malaffare
orchestrato sulle spalle di una intera comunità. I fatti su questo parlano
chiaro.
Il 7 ottobre scenderemo in piazza, con il Comitato per l’Agro Caleno e i
movimenti di tutto il territorio, per una bonifica immediata sotto controllo
popolare, per aggiungere un altro fondamentale tassello nel percorso intrapreso
per porre fine ad una farsa fatta di menzogne, rimpalli e giri di valzer di cui
la nostra gente è ormai stanca.
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