Ex Pozzi: il disastro in nove punti
Comitato per l’Agro Caleno, 28
giugno 2017
• La ex Pozzi è un’ampia zona industriale nata dalla dismissione di una grande
fabbrica che produceva ceramiche, vernici, calandrati ed altri prodotti frutto
di una lavorazione altamente inquinante.
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Durante gli anni in cui lo stabilimento era operante gli scarti di queste
lavorazioni, sono stati smaltiti direttamente nel sottosuolo, interrati o sversati nel Rio Lanzi senza
alcuna precauzione e nel silenzio generale.
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Nel corso degli anni alla grande discarica abusiva generata dai residui della
produzione, si sono andati ad aggiungere rifiuti di ogni genere abbandonati da
criminali che si sono arricchiti a spese della nostra salute, come già la Pozzi-Ginori aveva fatto alla luce del sole.
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Nonostante nel corso degli anni in tanti avessero segnalato il problema e
nonostante la periodica comparsa di fumarole tossiche (sistematicamente spente
in maniera illegale e blanda) MAI è stato registrato un intervento serio da
parte delle istituzioni preposte né della Magistratura.
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Durante gli ultimi decenni la ex Pozzi è stata gestita dal consorzio ASI di
Caserta (Area Sviluppo industriale), un carrozzone politico che nulla ha
realizzato in termini di infrastrutture e di rilancio consegnandoci, come unico
risultato tangibile, montagne di euro di stipendi versati nelle tasche dei suoi
membri e un degrado totale del territorio.
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Nel 2015, in seguito a una radicale e determinata lotta popolare contro la
realizzazione di una centrale a biomasse su quei terreni, finalmente la verità
è venuta a galla e l’area è stata posta sotto sequestro.
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Oggi, a distanza di due anni, le autorità certificano ciò che tutti sapevano:
il sito è zeppo di rifiuti tossici che hanno contaminato il terreno in maniera
pesante fino a compromettere la falda acquifera. Perfino l’aria che respiriamo,
a causa delle fumarole, è fortemente compromessa.
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Alla fine del 2016 la Regione Campania ha annunciato lo stanziamento di 15
milioni di euro per la caratterizzazione dei rifiuti, la messa in sicurezza e
l’eventuale bonifica del sito. Ad oggi, a distanza di più di sei mesi, nulla si
è mosso e gli interventi sono ancora fermi.
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Nonostante l’area sia stata chiusa per interdire il traffico veicolare, ciò,
com’era ampiamente prevedibile, non ha scoraggiato i piromani (che continuano
indisturbati ad appiccare incendi) ma ha avuto l’effetto esclusivo di
complicare il lavoro di controllo popolare che il Comitato per l’Agro caleno porta avanti per il bene del territorio e della
popolazione.
Mentre
continuano le spartizioni, nuovi imprenditori dei rifiuti in odore di camorra e
corruzione si insediano e le istituzioni si muovono con trent’anni di ritardo è
arrivato il momento di opporsi a tutto questo. Pretendiamo la bonifica completa
dell’area e la sua restituzione agli abitanti dell’Agro caleno.
Per
discuterne insieme e organizzare i prossimi appuntamenti della lotta invitiamo
tutti e tutte al CONSIGLIO POPOLARE che si terrà, domani Giovedì 29 giugno alle
ore 20:30 in Piazza Municipio a Calvi Risorta (Ce).
Comitato
per l’Agro Caleno.
Comunicato
stampa del 28 Giugno 2017
Visita www.CalviRisorta.com