A Nola un 38enne aveva attirato in una atroce trappola il rivale. Operazione condotta dal Capitano Izzo di Calvi Risorta

Il Mattino, 26 aprile 2017

Nola. Erano amanti ma lui la voleva tutta per sé. Stanco di vedere la donna con suo marito aveva deciso di farlo fuori, di eliminarlo dopo avergli teso una trappola per farlo arrivare in un luogo scelto per ammazzarlo con la complicità di un amico.

Giuseppe Napolitano, 38 anni di Saviano, aveva organizzato tutto: telefonate alla vittima, un giovane ucraino di 26 anni residente a Nola, cambio di auto, scelta dell'amico dall'indole violenta e dalla coscienza senza scrupoli per portare a termine la missione di morte, individuazione del luogo dell'omicidio, una stradina di campagna nei pressi di un complesso sportivo di via Taranto a Nola, tipo di armi con le quali massacrare il rivale in amore.

Nella sua mente un delitto perfetto, insomma, che invece é diventato imperfetto per via di una scia di tracce lasciate senza accorgersene e soprattutto perché il giovane ucraino, pur avendo ricevuto 27 coltellate ed una raffica di bastonate, é riuscito a sopravvivere ed a confermare ai carabinieri la pista che li aveva già portati all'autore del feroce raid. Ieri la chiusura del cerchio con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Nola a carico di Giuseppe Napolitano e del suo complice, un uomo di Poggiomarino con precedenti penali per altre azioni violente.

Ad eseguire la misura sono stati i carabinieri del nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Nola diretti dal Capitano Vincenzo Izzo. Le manette sono scattate dopo una certosina attività di indagine coordinata dalla procura di Nola diretta dalla reggente Stefania Castaldi e condotta dai Carabinieri del Capitano Izzo.

Ad incastrare Napolitano, come autore del tentato omicidio commesso nel mese di luglio delle scorso anno, anche una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali oltre che la lettura dei dati dell'impianto satellitare installato sull'auto dell'aggressore e l'esame minuzioso delle immagini registrate dalle telecamere di video sorveglianza installate nei pressi del luogo dello spietato agguato.

 

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