LE INTERCETTAZIONI. Le cattive compagnie di
Angelo Consoli, pappa e ciccia con il sanciprianese Mario Martinelli e il
faccendiere Guglielmo La Regina
CasertaCe, 03
aprile 2017
Anche
alla luce delle decisioni molto garantiste assunte dal tribunale del Riesame di
Napoli, occorre sottolineare che esiste una differenza tra le possibili
responsabilità penali e le gravi e piuttosto incontestabili responsabilità
politiche di chi questa terra rappresenta. E questo, nel caso specifico, vale
per Consoli ma anche per il sindaco di Aversa De Cristofaro
Angelo Consoli, Pasquale Sommese, Alessandro Gentile e
Mario Martinelli
CASERTA - Come stiamo vedendo in questi giorni, esiste una
certa differenza tra comportamenti dubbi e politicamente riprovevoli, assunti
da alcuni degli indagati dell’ordinanza dei 69 arresti relativi al sistema
imperniato su Guglielmo La Regina e Pasquale Sommese, e la
certificazione delle loro responsabilità penali, anche sul semplice terreno
della definizione dei gravi indizi di colpevolezza. Sono numerose, ormai,
infatti, le scarcerazioni disposte dal tribunale del Riesame. Tra queste, ce ne
sono alcune importanti come quella del sindaco di Aversa Enrico De
Cristofaro, oltre a un altro fatto di rilievo consistente nella riduzione
del carico delle contestazioni con la messa in discussione di quelle relative
alla camorra, per l’imprenditore di San Cipriano Mario Martinelli, che
resta però in carcere, per i reati di corruzione e turbativa d’asta.
Si
diceva, dunque, che una cosa è la valutazione giuridico-penale, altra cosa
sono le analisi e le considerazioni dei comportamenti di politici, eletti dal
popolo sovrano e che il popolo sovrano dovrebbero rappresentare. E qui, il
discorso si fa chiaramente più delicato, anche nei confronti di quel De
Cristofaro su cui magari, nei prossimi giorni, dopo esserci riletti alcune
parti dell’ordinanza, formuleremo una nostra considerazione.
Oggi,
ci soffermiamo, invece, sulla posizione dell’ex consigliere regionale dell’Udc
Angelo Consoli, arrestato a sua volta per un presunto reato di
corruzione e turbativa d’asta in concorso, aggravato dall’articolo 7,
relativamente al finanziamento del progetto denominato “Le Porte dei Parchi”
che consisteva nella ristrutturazione e rivalorizzazione dei castelli di
Francolise, Rocca d’Evandro, Calvi Risorta e Alife.
Non
è improbabile, anzi, vista l’impostazione assunta dal tribunale del Riesame che
ha lasciato, sostanzialmente in carcere, solo i perni di questa indagine, cioè
Guglielmo La Regina e Pasquale Sommese, dicevamo, non è improbabile che Angelo
Consoli (umanamente glielo auguriamo) venga scarcerato.
Ma
per lui, come per De Cristofaro, restano intatte le riserve, le perplessità
legate a un loro comportamento che definire leggero è poco e che dà l’idea di
essere determinato, informato da uno schema di azione che parte dal presupposto
che le procedure amministrative, così come queste sono rigorosamente stabilite
dalla legge, non sono poi una cosa così strettamente necessaria, vincolante,
cogente, visto che, tutto sommato, uno o più strappi si possono fare e
che dunque esiste una prassi, una sorta di codice penale materiale che, in
questi territori, sostituisce e sopprime il codice penale formale.
Ad
un Angelo Consoli scarcerato dal Riesame, vorremmo chiedere, per esempio, perchè diavolo chiamava La Regina a
partecipare alla conferenza stampa di presentazione del progetto, quando si era
ben lungi dall’aver avviato il procedimento della gara d’appalto?
Dalla
lettura di questo stralcio dell’ordinanza, si trae netta la sensazione che
tutti i personaggi coinvolti, a partire da Consoli, conoscessero già da prima
quello che sarebbe stato l’esito della gara.
Ora,
può anche darsi che questo non “integri”, per usare un termine
strettamente giuridico, quei gravi indizi di colpevolezza che possano rendere
Consoli fortemente sospettato di aver contribuito a truccarla questa gara e
anche di esser stato oggetto di corruzione, ma è sicuro che Consoli, come del
resto De Cristofaro dall’altra parte, sguazzava dentro a un meccanismo,
fondato sulla scientifica, volontaria e pervicace violazione delle leggi.
Nello
stralcio in calce, leggerete di colloqui intercettati, dell’autopromozione che
Consoli si fa al cospetto dei giornalisti. Leggerete dei suoi rapporti cordiali
con Mario Martinelli, il quale, se, per il momento, anche grazie alla capacità
del suo avvocato Giovanni Cantelli, si è visto alleggerire dal Riesame
l’accusa di camorra, è sempre uno chiamato in causa da diversi pentiti che, a
loro volta, hanno contribuito alla scrittura di diverse condanne di
colpevolezza nei processi di camorra, dunque di grande credibilità.
Collaboratori di giustizia che lo accusano di essere stato un
imprenditore al servizio degli interessi del clan dei Casalesi, usato
dall’altro imprenditore Pasquale Garofalo, allorquando un’interdittiva antimafia aveva colpito l’impresa
sanciprianese di quest’ultimo, figlio, tra le altre cose, di quell’Aniello
Garofalo, ricordiamo, a sua volta chiaramente accusato, non da un pentito
qualsiasi, ma dal pentito di rango più grande, cioè da Antonio Iovine o’ninn.
G.G.
QUI SOTTO IL TESTO
INTEGRALE DELLO STRALCIO DELL’ORDINANZA
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