La storia dell’appalto “Le Porte dei Parchi”
al centro dell’inchiesta “The Queen”
Corriere
Caserta, 16 marzo 2017
Sono
passati giusto tre anni da quando veniva presentato in pompa magna il progetto
“Le Porte dei Parchi”, oggi nel mirino degli inquirenti
nell’inchiesta “The Queen”, che ha travolto politici, imprenditori,
professionisti, docenti universitari, funzionari pubblici e chi più ne ha più
ne metta. L’On. Angelo Consoli – all’epoca vice
presidente della Commissione Attività produttive della Regione Campania –
salutava con soddisfazione il traguardo del finanziamento delle opere, in una
conferenza stampa congiunta a Palazzo Santa Lucia, proprio con Pasquale Sommese. Entrambi destinatari, ieri, di una misura
di custodia cautelare in carcere.
Oggi
scopriamo che, nei 18 appalti oggetto dell’indagine (per un giro di
finanziamenti di circa 20 milioni di euro), tre riguardano proprio questo
progetto. Non solo le opere “Le Porte dei Parchi” (che coinvolgono i comuni di
Francolise, Alife, Rocca d’Evandro e Calvi Risorta), ma anche la “contabilità, misurazione e collaudo delle opere” e la “nomina di figure di supporto al RUP (responsabile unico del
procedimento, nda)”.
I
magistrati hanno chiarito che la maggior parte degli appalti indagati sono
stati banditi con il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Che
probabilmente è il metodo che consente un maggior spazio di manovra al mercato
illecito della corruzione (ma questo non lo scopriamo certo oggi).
In
ogni caso, per quello che riguarda il progetto “Le Porte di Parchi”, se
l’inchiesta penale ha affondato ieri il colpo (al netto di tutte le
responsabilità che saranno accertate), da un punto di vista amministrativo
almeno la vicenda della gara “relativa all’affidamento del
servizio di direzione lavori, misurazione e contabilità, assistenza al collaudo
nonché coordinamento sicurezza in fase di esecuzione dei lavori inerenti
l’intervento”, si chiuse abbastanza presto.
E
la ricostruzione di questa vicenda oggi può assumere certamente un altro
valore, alla luce dei protagonisti dei fatti odierni. Perché nel momento
dell’aggiudicazione dell’appalto affidato dal comune capofila Francolise
all’R.T.P. Archicons srl di De Biasio (altro destinatario di custodia cautelare),
l’RTP capeggiato dallo Studio Associato Carafa e Guadagno fece un
ricorso amministrativo. Come si legge nella sentenza del TAR depositata l’8 marzo 2016, infatti, questi – arrivati
secondi alla gara – chiesero l’annullamento degli atti di aggiudicazione per
una serie di presunte “violazioni” (come l’assegnazione di 20 punti nella valutazione dell’offerta
tecnica, pg. 5 della sentenza, punto IV).
Cosa che Archicons e Comune di
Francolise contestarono a loro volta.
Ma
il 4 giugno 2015 il Tribunale, sulla base dell’istanza cautelare avanzata dai
ricorrenti, “ha disposto che –si legge nella sentenza – il Comune di Francolise provvedesse ad “un riesame della
documentazione prodotta dall’aggiudicatario nel termine fissato dall’art. 48
co. 2 Decr. Leg.vo
163/2006, applicando i criteri sopra esposti e verificando in tal modo il
possesso da parte di esso dei requisiti richiesti e dichiarati”.
Cosa
che avvenne successivamente, ovvero quando, scrivono i giudici, “il Comune di Francolise ha depositato la nota prot.
n. 4733 del 24.6.2015, con la quale ha analiticamente dato conto
dell’effettuazione del riesame disposto dal T.A.R., ed ha concluso nel senso
della “conferma della valutazione già operata sugli atti prodotti da Archicons in seno alla gara per cui è causa”, essendo gli
stessi “idonei a comprovare il possesso dei requisiti tecnico-operativi – sia
di natura generale che collegati ai c.d. contratti di punta – necessari per la
partecipazione alla procedura”, ragione per la quale ha ritenuto non
ravvisabile “alcuna illegittimità del procedimento svolto e nella susseguente
aggiudicazione definitiva del servizio”.
Alla
luce dell’adozione dell’atto di conferma, i ricorrenti principali avrebbero
dovuto presentare una nuova impugnazione, cosa che però non avvenne mai.
E questo fatto naturalmente portò il Tar a decidere in favore del Comune di
Francolise e quindi dell’Archicons srl, ovvero per l’improcedibilità del ricorso. Questa
insomma la vicenda puramente amministrativa di quell’appalto.
Oggi
la chiave di lettura – soprattutto con altri fatti connessi – forse può essere
diversa. Perché gli inquirenti hanno scoperchiato il sistema di spartizione
degli appalti, guidato da quello che è considerato il deus ex machina del cerchio magico (Guglielmo La Regina), e dalla serie di facilitatori, membri
delle commissioni compiacenti, imprenditori collusi, professori universitari.
Al
momento Consoli è agli arresti con l’accusa di corruzione per un atto contrario
ai doveri d’ufficio, i magistrati suppongono che l’imprenditore Mario
Martinelli gli avrebbe garantito un sostegno elettorale alle elezioni
regionali. Con Sommese e altri inquisiti, avrebbero quindi completato la
strategia di La Regina per l’affidamento ai lavori alla Archicons
di De Biasio (e altre due persone, però estranee ai fatti illeciti), possibile
anche grazie ad alcune nomine nella commissione. Ipotesi ancora tutte da
accertare.
LEGGI LA SENTENZA DEL TAR 8 MARZO 2016
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