Intervista al Dr. Gino Iorio: QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA
VENDITA DEL CONVENTO DI CALVI RISORTA
Agro caleno, 11 gennaio
2017
Massimo Zona
Parafrasando il famoso
romanzo di Carlo Emilio Gadda, “Quer pasticciaccio
brutto de Via Merulana”, a Calvi Risorta potremmo intitolarlo
“Quer pasticciaccio brutto de Largo S. Paolo della
Croce”, poiché riguarda proprio il Convento dei Padri Passionisti di fine 700,
un fabbricato che è nel cuore di tutti i caleni abituati alla sua rassicurante
presenza da centinaia di anni.
Ma si sa, le cose
cambiano, le vocazioni scemano e, da scuola Apostolica che poteva vantare fino
a 200 alunni, il convento accoglie oggi non più di sei, sette passionisti,
peraltro tutti di una certa età.
Ovvio perciò l’interesse,
dettato dalla necessità, di destinare ad altri scopi il fabbricato.
Questione di cui si parla
ormai da tanto tempo, se è vero che già nel giugno 2013 l’allora sindaco Caparco, nell’intenzione di assicurare al patrimonio
comunale l’edificio, chiedeva al dr. Gino Iorio, conoscendo le sue
frequentazioni con l’Università nella qualità di Vice Presidente del Comitato
del Consorzio Universitario e di Presidente di un Comitato di una struttura
sociale, di intervenire sulle stesse, beninteso a titolo gratuito, al fine di
poter rendere utilizzabile lo stabile alla sua naturale funzione di accoglienza
di scuola e attività sociale.
D’altra parte era
ampiamente noto che l’immobile da circa 100 anni è stato destinato a Scuola
Apostolica dei PP. Passionisti.
Investito da tale compito
e convinto di poterlo espletare, il dr. Iorio si incaricò di riunire il
Comitato Tecnico Scientifico ed Economico della Cooperativa “Terra Magica”, che
subito espresse parere favorevole alla stipula di un contratto di Comodato
gratuito per nove anni, rinnovabile per altri nove.
Nello stesso tempo il dr.
Iorio ebbe modo di contattare il Rettore della Facoltà di Scienze Sociali e del
Turismo di Napoli, Prof. Dr. Vladimiro Ariano, ricevendo la sua approvazione,
sia pure al momento solo verbale.
Ciò al fine di poter
utilizzare tutta la grande struttura, nella parte superiore ai fini sociali e a
piano terra e al primo piano ai fini culturali.
A questo punto possono
risultare utili molte circostanze inerenti alla trattativa tra i Passionisti e
il dr. Iorio, da lui riassunti nella “MEMORIA/CONVENTO DEI PADRI PASSIONISTI DI
CALVI RISORTA”, che puntualmente annota in una specie di diario, passo dopo
passo, gli sviluppi della faccenda.
Ed è logicamente a lui che
ci rivolgiamo, in questa intervista, per cercare di capirne di più in questa
trattativa improvvisamente interrotta e naufragata.
“Ho preso contatti con il
Provinciale dell’epoca, Padre Mario Caccavale,
fissando un incontro presso il seminario in data 28 Aprile 2015 alla presenza
dell’intero Comitato Tecnico della Cooperativa…” Ci racconta il dr. Iorio “In
data 30 Aprile 2016 Padre Mario Caccavale mi
trasmetteva via mail la lettera del Comune di Calvi, nonché la bozza del
Contratto di comodato predisposta dall’Avv. Iezzi,
presso il cui studio Padre Mario mi diceva di fare riferimento per il prosieguo
della trattativa.
Il sottoscritto si è
recato varie volte a Roma presso lo studio dell’Avv. Iezzi
per la formulazione del contratto di comodato, oltre ad essere continuamente in
contatto telefonico con la professionista, e ciò anche a seguito delle continue
variazioni contrattuali che l’Ente, per i suoi continui cambi dei
rappresentanti al vertice, riferiva al legale. Per tali fatti, il contratto di
comodato gratuito è stato riformulato, con la mia collaborazione, dall’Avv. Iezzi almeno un decina di volte. Finalmente l’Avvocato,
durante il nostro ultimo incontro presso lo studio di Roma, mi consegnava la
bozza del contratto definitivo in data 27 Marzo 2016, sostenendo che dopo pochi
giorni si sarebbe proceduto alla firma, poiché mancava solamente una risposta
della Sovraintendenza di Napoli.
Nella risposta della
Sovraintendenza, c’erano alcuni vincoli da rispettare, al punto che era
consigliabile fare intervenire, nell’atto, il Consorzio Universitario al posto
della Cooperativa, cosa che, come si legge innanzi, è stata fatta e accettata
dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio.
Intanto Padre Antonio
Siciliano, responsabile legale dell’Ente e firmatario del contratto, mi
comunicava telefonicamente che la firma era rinviata di alcuni giorni, dopo la
seconda decade di Aprile e che, nelle more, voleva presentarmi il nuovo economo
dell’Ente, tale Padre Vincenzo Fabri, che sarebbe
arrivato a Calvi Risorta a visitare il convento, che lui non conosceva affatto.
L’incontro è stato cordiale
al punto che ho omaggiato padre Vincenzo di un mio romanzo e lui mi ha offerto
un periodico di una rivista ecclesiastica, della quale era responsabile in
qualità di giornalista.
Padre Antonio in quella
sede mi ha riferito che poiché nel frattempo era subentrato un altro soggetto
giuridico (Consorzio Universitario) per la stipula dell’atto di comodato, non
dovevo più rapportarmi con l’Avv. Iezzi, poiché
probabilmente Padre Vincenzo si sarebbe servito di altri legali.
Cosa che ho fatto a
partire da quel momento.
Dopo quell’incontro, ho
più volte chiamato Padre Antonio per conoscere la data della firma e la
risposta è stata:
“CARO GINO, IO DEBBO SOLO METTERE LA FIRMA. LA PERSONA
CHE DECIDE TUTTO È PADRE VINCENZO FABRI.
A LUI DEVI RIVOLGERTI” .
Padre Vincenzo da me
subito chiamato al telefono, mi ha riferito che nel giro di una settimana
mi avrebbe comunicato tutto.
Dopo questa telefonata,
silenzio completo.
Nessuna risposta
successiva è poi a me pervenuta alle miriadi di lettere da me inviate prima a
Padre Vincenzo e Padre Antonio e successivamente anche ai Padri Generali della
Congregazione.
L’unica risposta è stata
quella speditami via mail da Padre Vincenzo Fabri, in
data 13 Ottobre 2016, nella quale si dichiarava che in data 16 Settembre 2016
il Convento dei PP. Passionisti di Calvi Risorta era stato promesso ad una
società di capitali (ad uso speculativo naturalmente, forse per il ricovero
degli extra comunitari, come mi è dato sapere da un articolo di giornale uscito
proprio in questi giorni) in assoluto disprezzo e noncuranza di tutto il mio
impegno profuso e delle assicurazioni date a mio nome, ma su specifica ed
espressa indicazione dei PP., sia all’organo sociale Coop. “Terra Magica”, che
a quello istituzionale del Consorzio Universitario.”
Prosegue il dr. Iorio
enunciando la sua intenzione di comunicare questa sua Memoria sia agli organi
di stampa, sia a chi di competenza e cioè alle Superiori sedi Ecclesiastiche,
perché si faccia luce sulla faccenda e sul perché si sia preferito cedere l’immobile
ad una società di capitali e non ad un Consorzio Universitario, che sicuramente
avrebbe accettato le stesse condizione della società e con il quale era in
corso la trattativa, per suo tramite, da oltre due anni.
“Tale ricerca della verità
serve principalmente per dare ragione ai cittadini di Calvi Risorta e a me per
il tempo che ho dedicato per dare la giusta destinazione ad un convento del
XVII secolo.”
I nostri lettori si
chiederanno, a questo punto, cosa ci sia di strano in tutta questa faccenda.
Premesso che, in linea di
principio, ognuno è libero di disporre dei propri beni come vuole, resterebbe
da chiarire il comportamento ambiguo dei Passionisti nel trattare la faccenda e
la noncuranza, al limite della cattiva educazione, nell’estromettere chi per
due anni si era dato da fare al fine di dare continuazione a una struttura
storica, da sempre sede di cultura, all’unico scopo di risolvere quello che,
per i Padri Passionisti, stava diventando un problema.
“C’è poi da chiarire”,
prosegue il dr. Iorio nel suo “J’accuse”, “come è
stato possibile concludere in poco tempo una trattativa che si era protratta
per anni senza trovare mai l’epilogo naturale. Adesso rischiamo di ritrovarci a
Calvi, senza nessun tipo di cautela, da cento a duecento extracomunitari,
portati qui da qualcuno che aveva interesse a svuotare il sovrannumero degli
stessi, dalle altre strutture che gestisce in Provincia e nella Regione.”
Tutto qui.
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