Fumi sotterranei fuoriescono da tre mesi
dalla discarica rifiuti tossici di Calvi Risorta
Caserta24ore,
20 novembre 2016
Gianluca Parisi
Una fumarola a cielo aperto da tre
mesi riversa nell’aria fumi tossici. Si trova al centro della discarica di
rifiuti tossici “più grande d’Europa”, portata alla luce nel mese di giugno del
2015. Le ruspe della forestale scavarono a campione e ovunque uscivano fusti di
rifiuti tossici. C’era scritto sopra anche da dove provenivano: segno che il
primo passaggio dello smaltimento dei rifiuti era stato effettuato legalmente.
L’intermediario poi, spesso aziende
che nascono e muoiono ad hoc, ha fatto il resto. Fu data la colpa alla Camorra
che, dopo aver esaurito tutte le risorse di questi posti dove la terra sputa
veleni, sembra sia emigrata anch’essa, nel Nord Italia, alla ricerca di nuovi
affari. L’area si trova a pochi km dall’uscita A1 di Capua, nei pressi della
linea ferroviaria ad alta velocità, dove è stato possibile accedervi dalle
strade di servizio, poi dismesse, usate per costruire il tracciato ferroviario.
Non è difficile immaginare il via vai indisturbato di camion.
Fumarola tossica
discarica ex Pozzi
Nella discarica, che si trova nei pressi di una
fabbrica di vernice dismessa ex Pozzi e che confina con la centrale a turbo gas
di Sparanise, forse si continua a scaricare rifiuti. I cancelli di accesso
all’area sono aperti e la strada che conduce alle fumarole, dove nella giornata
odierna Vigili e Carabinieri hanno effettuato l’ennesimo sopralluogo, tutti
possono entrare, anche i camion. Ed entrano. Lo dimostra la strada
interpoderale d’accesso calpestata dai pneumatici dei mezzi. Adesso si
scaricano rifiuti meno pericolosi come materiale di risulta, elettrodomestici,
ingombranti, secchi sporchi di pitture. Insomma si sta spremendo fino alla fine
la discarica, nell’indifferenza delle alte istituzioni italiane.
Scavi Forestale
giugno 2015
Dal sopralluogo odierno nessuna
novità positiva: la speranza che la fumarola cessasse di sputare veleni
svanisce. “Anzi oggi c’è il sole – dicono alcuni presenti al sopralluogo – ma
quando piove i fumi sono più forti, segno che si tratta di una reazione chimica
con la falda acquifera che da queste parti non è profonda. Quando la falda sale,
i fumi sono più forti”.
A lanciare l’allarme
dell’inquinamento della falda acquifera, furono gli attivisti di Calvi Risorta
del Movimento 5 Stelle ben prima che fosse ritrovata la discarica. A mantenere
l’allerta e la concentrazione alta sulla questione solo dei comitati spontanei
di cittadini, che periodicamente organizzano presidi e sensibilizzazioni sullo
scempio.
Vegetazione a 300
metri fumarola
Sopratutto per chi
ancora ieri faceva finta di non vedere, sminuendo il problema. Ed oggi la
fumarola è la pistola fumante, è la prova del disastro ecologico. La protesta
arrivò fino a Bruxelles alla sede del Consiglio Europeo quando un gruppo di
cittadini scrisse una lettera di protesta. E sono proprio i cittadini a subire
le conseguenze del disastro. Politicamente l’area è stata abbandonata: bassa
densità antropologica sia dal punto di politico (in termini di voti) che di
incidenza sulla spesa sanitaria per le inevitabili morti.
derivanti dall’aumento dei tumori. Un
calcolo macabro che qualcuno ha fatto. Così oggi i cittadini si sono resi conto
che non si tratta più di difendere il quieto vivere civile, ma la loro stessa
vita e le loro sostanze. Le case e le abitazioni nell’Agro Caleno hanno visto
dimezzato il loro valore di mercato da quando è stata scoperta la discarica e
ci si ammala sempre di più di tumore.
Ingresso fabbrica
dismessa
C’è voluto un anno e mezzo perché lo
Stato Italiano stanziasse dei fondi per effettuare la bonifica e forse ce ne
vorranno altrettanti affinché la bonifica parta. Su tutto il rischio che si
speculi pure sulla bonifica con infiltrazioni malavitose, non solo quelle della
criminalità organizzata, ma quella dei colletti grigi, dei corrotti che
infestano il nostro Paese.
Sopralluogo 20
novembre 2016
Avvicinandosi alla fumarola la
vegetazione sparisce, la temperatura è leggermente più alta e fumi si fanno
nauseabondi, ci si deve allontanare nonostante le maschere. Le sostanze
sprigionate sono state prelevate dagli organi di stato preposti per essere analizzate;
ma non ci vuole un laboratorio per capire che si tratta di sostanze tossiche.
Un tanfo, una puzza indefinita che puntualmente ogni sera, risale la piana dei
Mazzoni fino ai centri abitati. E’ la puzza dei veleni della fumarola. Sostanze
che si accumulano nei territori circostanti dei comuni di Sparanise, Pignataro
Maggiore, Calvi Risorta fino a Bellona Capua verso sud e Carinola, Francolise a
nord: tutto l’Agro Caleno.
Protesta
Bruxelles
Non si vede soluzione al disastro: i
politici oggi alzano l’attenzione con dichiarazioni alla stampa, interpellanze
parlamentari ed operazioni di facciata e domani abbassano i toni e torna
l’oblio sull’intera provincia casertana, sulla Terra dei Fuochi. Così facendo,
la popolazione ha finito con l’odiare la politica e i politici, al rischio di
prenderli a ‘fucilate’ e non si vede più nessuno. I cittadini auspicano
l’intervento dell’unione Europea e una profilassi obbligatoria per la
prevenzione dei tumori con visite e screening sanitari (previsti oggi solo sulla
carta) alle popolazioni interessate e obbligare d’urgenza le istituzioni
italiane a mettere in sicurezza l’area.
Visita
www.CalviRisorta.com