Calvi Risorta rientra tra le 18 amministrazioni su 104 che ha trasmesso il piano di razionalizzazione alla Corte dei Conti

Corriere di Caserta, 27 giugno 2016

Interviene la Corte dei Conti che ammonisce: “Rendere subito esecutive le disposizioni impartite altrimenti per i Comuni inadempienti arriveranno sanzioni a sindaci e presidenti del Consiglio!”

Arriva la scure della Corte dei Conti sulle società partecipate in cui sono presenti i Comuni della Provincia di Caserta. Al momento sono solo diciotto le amministrazioni che hanno trasmesso alla Corte dei Conti il piano di razionalizzazione previsto dalla legge di stabilità del 2015. Questo obbligo, giova ricordarlo, è dovuto alla riduzione dei costi della spesa pubblica che dovrebbe produrre l’effetto a livello nazionale di un risparmio di circa mezzo miliardo di euro. Ma non tutti gli Enti hanno adempiuto alle direttive imposte dal Governo centrale, secondo la Corte dei Conti.

In provincia di Caserta, la magistratura contabile, dopo diversi solleciti è riuscita a delineare il seguente quadro. Su 104 amministrazione, 26 si sono attivate nella fase “prima” delle due previste, ovvero la Provincia di Caserta e i Comuni di Alvignano, Calvi Risorta, Cancello ed Arnone, Capua, Castel Campagnano, Castel Volturno, Castello del Matese, Conca della Campania, Curti, Francolise, Gioia Sannitica, Gricignano d’Aversa, Macerata Campania, Maddaloni, Piedimonte Matese, San Marcellino, San Potito Sannitico, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Santa Maria la Fossa, Sant’Arpino, Sessa Aurunca, Sparanise, Succivo e Teano.

Le amministrazioni qui indicate che hanno trasmesso gli atti sono diciotto. Per le restanti otto, non è avvenuta la trasmissione degli atti perché il piano non prevedeva azioni di razionalizzazione (Alvignano, Cancello ed Arnone, Sparanise e Succivo), oppure vi è stato un ritardo nell’approvazione (Castel Volturno e Teano) o semplicemente perché manca la trasmissione (Castel Campagnano e Sessa Aurunca). Chi non ha adottato il piano invece, sono i Comuni che hanno una partecipazione minima nelle società e si tratta di quindici enti, ovvero Bellona, Capodrise, Casal di Principe, Castel Morrone, Galluccio, Marzano Appio, Mondragone, Orta di Atella, Pastorano, Piana di Monte Verna, Pignataro Maggiore, Recale, San Marco Evangelista, Sant’Angelo d’Alife e Valle Agricola. Altri quaranta Enti non detengono alcuna partecipazione.

I restanti ventidue Comuni non hanno comunicato alcunché in violazione alle direttive impartite per il decreto della “spending review” e si tratta dei seguenti Enti: Alife, Capriati a Volturno, Carinaro, Carinola, Casapesenna, Cellole, Cesa, Falciano del Massico, Letino, Marcianise, Parete, Portico di Caserta, Prata Sannita, Pratella, Roccamonfina, Roccaromana, San Cipriano d’Aversa, San Nicola la Strada, Teverola, Trentola Ducenta, Valle di Maddaloni e Villa di Briano.

La Corte dei Conti ha disposto che i precitati Comuni rendano note le iniziative adottate al fine di assicurare l’adempimento richiesto, sinora non soddisfatto, con l’avvertimento che la mancata adozione di idonee iniziative potrà essere valutata da questa Sezione regionale di controllo, anche ai sensi e per gli effetti degli articoli 148 e seguenti del Testo Unico Enti Locali, ovvero sanzioni pecuniarie per gli amministratori, quindi, nel caso di perdurante inadempimento, e questo perché, come spiega la Corte, la mancata risposta di cui trattasi può compromettere lo svolgimento dei compiti intestati a questa magistratura contabile, nella misura in cui potrebbe pregiudicare il potere di controllo sui bilanci preventivi e rendiconti consuntivi degli enti locali.

 

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