RESOCONTO DEL GRUPPO CALVI RISORGE
Luciana
Antinolfi, 09 aprile 2016
Se è vero
quello che si dice in giro o si legge su qualche sito locale pare che il
commissario prefettizio dopo una settimana abbia abbandonato l’incarico,
dimettendosi. Evidentemente spaventato dalle difficoltà sia economiche che
organizzative in cui versa il Comune di Calvi Risorta. Ricordiamo che con
l’annullamento delle elezioni del 2014 gli incarichi dei Funzionari esterni
decadono. Allora prima di seminare sterili zizzanie che non fanno altro che
infangare il nome di persone onoratissime, consideriamo i disagi con cui hanno governato in questi due anni e
da una valutazione sul loro operato non
si può non essere orgogliosi degli obiettivi raggiunti. A fatica, rinunciando
alle indennità di carica, contribuendo nel loro piccolo anche con il lavoro
fisico, sono giunti a dei brillanti risultati.
Oltre
all’ordinarietà, come i problemi della carenza dell’acqua, del controllo dei
rifiuti, della manutenzione ordinaria del verde pubblico, dell’efficientamento della casa comunale, non è poco completare
un’opera incompiuta come la polivalente, oppure realizzare un’isola ecologica,
risolvere la problematica degli espropri dell’area PIP, ristrutturare ed efficientare gli edifici scolastici, risarcire gli importi
illeciti delle acque reflue, assicurare una buona gestione della piscina
comunale, abolire il pagamento delle luci votive al cimitero, risolvere il
problema amianto dell’area Moccia, seguire, arrivando ad un tavolo di
trattative, la vicenda dell’area ex Pozzi, predisporre la realizzazione del
terzo lotto del cimitero, collaborare con la sovrintendenza per il ripristino
dell’area archeologica, stipulare una convenzione con l’ASL per la
realizzazione di una REMS, impiantare la “Casetta dell’Acqua”, avviare i lavori
per l’ammodernamento della rete idrica e fognaria.
Mai
un’amministrazione a Calvi Risorta ha saputo creare rapporti positivi con i
Sindaci dei comuni limitrofi, “Marrocco” lo ha fatto, perché è un’Amministrazione che non chiedeva altro che
fare il bene del paese. Purtroppo però non ha avuto modo di dimostrare quanto
produttivi potessero essere i sacrifici di due anni di amministrazione. Perché
vedete, come in qualsiasi lavoro, anche in questo caso, i frutti vengono
raccolti dopo alcuni anni di preparazione e sacrificio.
Ma ritornando
alle dimissioni del commissario, si introduce un intervento del Gruppo Calvi RisorGe:
“Il gruppo
Calvi RisorGe, nonostante le difficoltà oggettive, ha
avuto gli attributi di rimanere per due anni, saremmo rimasti fino alla fine
del mandato, e la situazione era peggiore di quella che ha trovato il
commissario. Abbiamo avuto gli attributi perché avevamo, e abbiamo, a cuore la
sorte del paese. Quante volte ci ha assalito lo sconforto, ma abbiamo desistito
soprattutto per NOI, perché troppo intelligenti da capire che abbandonare
significava mandare il paese a rotoli. Non è da uomini comportarsi come
“Schettino”, troppo comodo abbandonare la nave che sta affondando.
Cosa ci
raccontano o cosa vogliono raccontare gli avversari? Se vogliamo dirla tutta la
vittoria alle elezioni del 2014 è stata dei perdenti, almeno non ci hanno
rimesso nulla, Noi invece tempo, soldi e fantasia. Chi ci stima lo comprende e
lo apprezza. Persone che sono l'emblema della legalità e dell'onestà non
indosseranno mai abbigliamento altrui. Non vestiremo mai i Vostri abiti. Le
Nostre idee, il Nostro agire non ha nulla di opaco. Forse perché non abbiamo
parenti che hanno trovato occupazione in enti gestiti dalla politica, non
abbiamo parenti che vorrebbero utilizzare la politica per meri interessi
personali.
Chi ha salde
radici il vento può piegarle, ma spezzarle è cosa assai più complicata. Possono
provare a corromperci ma restiamo ben radicati con le nostre idee. Sacrifici
tanti, rimpianti MAI. Chi ha portato, legittimamente, il comune di Calvi
Risorta in questa situazione può essere paragonato a quei bambini che non si
accontentano di giocare con i giocattoli a loro disposizione, ma vogliono
possederli, portarli via con sé, in quanto pensano che tutto appartenga loro.
Un senso di onnipotenza in cui credono che tutto ciò che li circonda sia un
prolungamento del loro essere e quindi rivendicano il loro diritto al possesso
su ogni oggetto. Quello che serve a far crescere in modo sano il bambino, non è
il giocattolo ma il gioco. Il bambino deve giocare molto e avere pochi
giocattoli, e adatti alla sua età. Giocare a gestire la cosa pubblica non è
ancora adatto alla vostra età. Questi sono i risultati del vostro giocare con il
fuoco: Alla fine finiremo per rimanere scottati tutti”.
Ai lettori le
giuste osservazioni, da parte mia calza a pennello il titolo di un articolo
scritto qualche anno fa per conto di qualcuno che oggi siede al tavolo degli
“onnipotenti”: E IO PAGO!
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