TRAFFICO DI REPERTI ARCHEOLOGICI: DODICI ARRESTI DELLA GUARDIA DI FINANZA E
QUINDICI DENUNCIATI
Caiazzo Rinasce,
16 marzo 2016
Dalla Sicilia all'agro caleno e nel sidicino. Una
banda di 27 soggetti dedita al commercio dei reperti archeologici imperversava
in mezza Italia.
Traffico di reperti archeologici e
associazione per delinquere. Con questa accusa in dodici sono finiti agli
arresti nell'ambito dell'operazione "Agorà" condotta dalla guardia di
finanza di Gela. Le indagini hanno permesso di ricostruire un'attività di
ricerca clandestina in diverse aree archeologiche, tra cui anche da Kamarina,
di importanti materiali di interesse storico rivenduti sul mercato illegale. Sotto
la lente della Procura, che ha coordinato le indagini con il sostituto Elisa
Calanducci, sono finiti in 27.
Un gruppo nutrito che aveva radici anche
a Vittoria, Paternò e persino nel Casertano, in particolar modo nell'area tra
Calvi Risorta e Teano. Sono stati sequestrati materiale archeologico (oltre a
400 monete risalenti tra il V e il II sec. a.C.) e varie apparecchiature, tra
cui metal detector, utilizzate per le ricerche clandestine. Le ordinanze di
custodia cautelare sono state emesse dal Gip Veronica Vaccaro su richiesta del
Procuratore Lucia Lotti.
GLI ARRESTATI
Ai domiciliari sono finiti Ionita Mihaela, 30 anni; Vincenzo Cassisi, 30 anni; Nicola
Santo Martines, 28; Giuseppe Rapisarda di 48 anni; Alessandro Lucidi di 51 anni
e Sergio Fontanarosa.
Custodia in carcere per Simone Di Simone, 44 anni, Orazio Pellegrino, Salvatore Cassisi inteso
"Turi banditi" di 59 anni, Pasquale Messina, Amedeo Tribuzio e
Roberto Ricciardi.
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