Non si ferma la lotta contro la Centrale a Biomasse
Dea notizie, 03 gennaio
2016
Ormai sono settimane che i
media ci bombardano con le polveri sottili nelle grandi città dando colpa alla
pioggia che non arriva, purtroppo nessuno si preoccupa dell’inquinamento,
quello sì tossico e cancerogeno, degli ecomostri, dei camini delle fabbriche,
dei roghi tossici, dei grandi disastri ambientali causati da mega discariche.
Sulla “nostra” discarica
alla ex Pozzi è sceso un silenzio inquietante e pericoloso, finite le
passerelle mediatiche è come se tutti gli effetti nefasti che ha prodotto e che
produce quotidianamente fossero magicamente scomparsi.
Patriciello, Picierno, Sindaci e compagnia cantante battete un colpo!
Infatti, in questo luogo,
il pericolo della costruzione della Centrale a Biomasse è ancora reale e
concreto: il progetto dell’imprenditore Raffaele Iavazzi
è ancora in piedi. Dopo il rinvio dell’ultima conferenza dei servizi, di giugno
2015, dopo che il progetto è stato definito inadeguato, pare che a settembre
abbia ripresentato tutta la documentazione necessaria ad integrare il progetto.
I 17 milioni di euro sono ancora nella sua disponibilità e nonostante l’enorme
quantità di rifiuti industriali fuoriusciti dagli scavi della Guardia Forestale
nell’area Ex Pozzi, il governo non ha ritirato il finanziamento concesso alla Iavazzi Ambiente Scarl.
In quell’occasione fu
concesso un termine massimo di 90 giorni per l'adeguamento del progetto e per
presentare la dovuta certificazione antimafia. Proprio quest’ultima rappresenta
ancora un grosso ostacolo per l’imprenditore, visto che attualmente opera senza
certificato antimafia, ritirato nell’agosto 2015. A tutto ciò si aggiunge
quanto dichiarato dall'ARPAC, che, dopo aver analizzato i campioni raccolti
nell’area Ex Pozzi, dichiara che su 24 campioni sono stati riscontrati 13 casi
di rifiuti "speciali e pericolosi". Cromo, zinco, piombo, clorometano sono solo alcune delle sostanze più pericolose
rinvenute.
Il 15 Gennaio 2016 si
svolgerà a Caserta una nuova seduta della conferenza dei servizi. Lì scopriremo
come Iavazzi ha cercato di rattoppare le carenze non
solo tecniche sulla tipologia di FORSU in entrata, qualità e smaltimento del digestato in uscita, emissioni pericolose nell'atmosfera,
sito inopportuno. Carenze che cozzano con i principi di salvaguardia del
territorio ed il diritto alla salute dei cittadini (ma il governo renziano non aveva promesso una soluzione a brave
scadenza?).
A quella seduta saranno di
nuovo presenti i sindaci dell’Agro Caleno (Calvi Risorta, Pignataro Maggiore,
Sparanise e Camigliano), esponenti dell’ARPAC e dell’ASL.
Da essi pretendiamo la
conferma del parere negativo già dato. Il loro NO sarà l’ultimo ostacolo
invalicabile per Iavazzi e lo costringerà a dover
ritirare il progetto criminoso dell’impianto energetico.
Noi come comitato
continueremo la nostra ferma opposizione e annunciamo che saremo presenti il 15
gennaio in conferenza perché le comunità intere siano sempre aggiornate in
tempo reale su quanto accade.
Visita www.CalviRisorta.com