Alba Fucens
Il Quotidiano della P.A., 13
ottobre 2015
Moreno Morando
L'anfiteatro
Alba
Fucens è un sito archeologico italico, nata come
colonia di diritto latino, che occupava una posizione elevata e ben fortificata
situata a quasi 1.000 m s.l.m.) ai piedi del Monte Velino, a 7 km circa a nord
dell'odierna città di Avezzano.
Com'è
noto, il toponimo "Alba", assai diffuso nel mondo latino, deriva da
una comune radice indoeuropea che significa "altura", ma anche
"bianco".
Secondo
l'Olstenio il nome deriverebbe dal campo all'intorno,
sparso e pieno di sassi bianchi e altri studiosi concordarono con tale ipotesi.
Oggi invece, sulla base anche delle fonti storiche si è convinti che il nome
derivi da quello di Alba Longa, metropoli latina.
Per
quanto riguarda l'aggettivo "Fucens",
questo si ricollega al nome del vicino Lago Fucino (in latino Fūcinus), a sua volta associato all'etnico Fūcentes, un appellativo dei Marsì che vivevano sulle
sponde orientali del lago.
I
coloni di Alba Fucens erano detti Albensi, mentre
Albani erano quelli della madrepatria, come dichiarano in maniera esplicita le
fonti.
Storia
Origini
e primo sviluppo della città
Fu
fondata da Roma come colonia di diritto latino nel 304 a.C., o secondo altre
fonti nel 303 a.C., nel territorio degli Equi, a ridosso di quello occupato dai
Marsi, in una posizione strategica.
Si
sviluppava su una collina appena a nord della via Tiburtina Valeria, arteria
che probabilmente fu prolungata oltre Tibur in questo
stesso periodo. Inizialmente fu popolata da 6.000 coloni che edificarono, negli
anni immediatamente successivi al proprio stanziamento, una prima cinta
muraria.
Costoro
dovettero difendersi dagli attacchi degli Equi, che non potendo tollerare la presenza
di una cittadella fortificata latina sul proprio territorio, tentarono, senza
successo, di espugnarla.
Età
repubblicana
Durante
la Seconda guerra punica Alba inizialmente rimase fedele alla madrepatria e,
nel 211 a.C., inviò un contingente di 2.000 uomini per soccorrere Roma verso
cui si stava dirigendo Annibale, ma in seguito, assieme ad altre undici colonie
(Ardea, Nepete,Sutrium, Carseoli,
Sora, Suessa, Circeii, Setia, Cales, Narnia, Interamna Nahars) rifiutò di fornire ulteriori aiuti e fu punita.
Si
trasformò successivamente in un posto dove confinare importanti prigionieri di
stato, come Siface re di Numidia, Perseo re diMacedonia, Bituito, re degli
Arverni.
Grazie
alla propria ubicazione, la città fu sempre considerata strategicamente
importante, soprattutto durante le guerre civili. Per tale ragione fu attaccata
dagli alleati durante la Guerra sociale, ma rimase fedele a Roma.
Nella
lotta fra Silla e Mario, la città prese le parti di quest'ultimo. Al termine
del conflitto, Silla, per punirla e nel contempo soddisfare le richieste di uno
dei suoi luogotenenti, Metello Pio, distribuì ai veterani di quest'ultimo parte
del territorio di Alba Fucens.
Coinvolta
nel conflitto fra Cesare e Pompeo, ospitò una guarnigione di sei coorti agli
ordini di Lucio Domizio Enobarbo, del bando
pompeiano, poi arresesi alle legioni del conquistatore delle Gallie.
Età
imperiale
La
sua prosperità, nel periodo imperiale, è testimoniata dalle iscrizioni trovate.
Fra queste se ne segnala una di particolare importanza relativa al destino del
vicino alveo del Fucino, emerso a seguito del primo prosciugamento del lago
effettuato nel I secolo per volontà dall'imperatore Claudio.
Alba
Fucens è menzionata per l'ultima volta da Procopio di
Cesarea che ci tramanda come, nel 537, venisse occupata dai bizantini durante
la guerra gotica.
Area
archeologica
Struttura
urbana
Nel
secondo dopoguerra furono intrapresi per la prima volta scavi sistematici per
approfondire le conoscenze storiche e culturali sulla città.
Vennero
effettuati a partire dal 1949 da un gruppo di lavoro dell'Università di Lovanio guidata da Fernand De Visscher,
seguita dal Centro belga di ricerche archeologiche in Italia diretto da Jozef Mertens.
Ulteriori
ricerche furono condotte a partire dal 2006 dalla Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell'Abruzzo.
La
città, situata fra i 949 e i 990 m.s.l.m., è
racchiusa entro una cinta muraria lunga circa 2,9 km conservatasi in gran parte
fino ai giorni nostri.
Le
pareti esterne, sono costruite con massi poligonali perfettamente incastonati
fra di loro e le superfici sono lisciate. Si segnala la presenza di una sola
torre e di due bastioni a protezione di tre delle quattro porte
principali.
Sul
lato settentrionale era stata approntata, per una lunghezza di circa 140 metri,
una triplice linea difensiva eretta in epoche diverse. La più antica fu
probabilmente edificata dai primi coloni anche se c'è chi sostiene che potrebbe
essere anteriore all'arrivo dei conquistatori romani.
La
città si iniziò a sviluppare all'interno della cinta muraria nel III secolo
a.C. e raggiunse la sua massima espansione in età imperiale. La struttura
viaria urbana, ancor oggi chiaramente identificabile, era basata sull'incrocio
degli assi stradari principali, tipico di altre città di fondazione latina.
Edifici
e luoghi di interesse
L'anfiteatro
di Alba Fucens
Nel
centro dell'abitato era situato il forum (142 m di lunghezza per 43,50 di
larghezza), su cui si affacciavano i più rappresentativi edifici pubblici
cittadini:
la
basilica, dove si trattavano gli affari e si amministrava la giustizia,
edificata con ogni probabilità fra la fine del II secolo a.C. e i primi decenni
del secolo successivo;
il
macellum o mercato, della stessa epoca e, contigue ad
esso, le terme, costruite in età tardo-repubblicana, ma ampliate in epoca
imperiale. Queste ultime erano decorate con preziosi mosaici raffiguranti
scene e soggetti marini.
Ad
Alba Fucens era presente anche un anfiteatro e
numerose case appartenenti al patriziato locale, fra cui una villa nota come
Domus che, secondo un'ipotesi suggestiva, non corroborata da fonti, dovette
essere di proprietà del Prefetto del Pretorio Quinto Nevio Sutorio
Macrone, vissuto durante il regno dell'imperatore Tiberio.
Numerosi
erano anche gli edifici religiosi sia nel centro urbano (Tempio di Iside,
Sacrario di Ercole, ecc.) che sulla collina situata all'estremità occidentale
dell'abitato.
Quest'ultima
era occupata da alcuni luoghi di culto, fra cui un tempio dedicato ad Apollo,
trasformato in chiesa cristiana e ampiamente ristrutturato in età medievale,
noto come la chiesa di San Pietro che contiene antiche colonne ed alcuni
mosaici di fine fattura cosmatesca.
È
l'unica chiesa monastica in Abruzzo in cui la navata centrale è separata da
quelle laterali da antiche colonne.
Di
epoca moderna è invece la collegiata di S. Nicola, nel villaggio di Albe,
costruita con ogni probabilità utilizzando materiali provenienti dal sito
archeologico limitrofo
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