Antica Cales: ritornano
i tombaroli e il sito archeologico è nuovamente in
abbandono e sotto attacco predatorio
Corriere del Mezzogiorno, 01 ottobre 2015
Antonio
Cangiano
Sono finiti i tempi in cui si andava a Cales per riprendere i
cessi da mostrare ai comizi. Sono finiti i tempi in cui nascevano associazioni
di chiara sponda politica che usavano Cales per il loro tornaconto elettorale.
Finirà anche quello in cui un gruppo di ragazzi, folli e determinati, cercano
di fare il massimo per salvaguardare il loro territorio ma si imbattono nel
mutismo e nell'immobilismo di enti e istituzioni.
Perché se insieme è dura, da soli è impossibile. Antica Cales,
ritornano i tombaroli
Tre buche scavate nel
terreno a poca distanza l’una dall’altra lungo il cardo massimo nei pressi del
teatro; è l’ultimo scavo clandestino in ordine di tempo operato dai tombaroli
nell’area archeologica dell’antica Cales, nel comune di Calvi Risorta in
provincia di Caserta. Un sequenza di saggi di alcuni centimetri di profondità,
che tuttavia riporta l’attenzione circa un fenomeno, quello dei tombaroli, che
appare nuovamente in ripresa.
«Lo scavo clandestino
operato in questi giorni e’ stato prontamente
segnalato alle autorità» fa sapere Nicolina Migliozzi,
attivista della rete ArcheoCales, da decenni impegnata per la tutela e la
valorizzazione dell’area archeologica.
«I ladri di reperti forse
sono in cerca della Cales etrusca, perché quella romana purtroppo è già stata
ampiamente saccheggiata». L’area archeologica è ritornata nuovamente in
abbandono dopo il crollo della parete delle terme di San Leo del marzo 2015 che
ha interrotto l’accesso al sito e una serie di eventi e visite guidate che
stavano cominciando a dare ottimi risultati.
Una vera sciagura per le
diverse associazioni impegnate con operazioni di ripulitura e l’organizzazione
di eventi, come i volontari della Piccola Libreria 80mq, centro di aggregazione
culturale di Calvi Risorta.
Spiega Luca Barbaro:
«Ricordo in particolare una visita guidata notturna che organizzammo d’estate,
venne così tanta gente – oltre quattrocento visitatori – che si bloccò la
Casilina per ore... adesso, nonostante tutto, stiamo cercando di combattere
sorvegliando l’area dall’attacco dei tombaroli e contro la vegetazione
selvatica. Cales è un bene comune per il quale vale ancora la pena di lottare».
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