LETTERA AD UN AMICO

SELLA NEVEA, 08 SETTEMBRE 2015

GINO IORIO

ERO SEDUTO NELLA CABINA DELL’IMPIANTO DI RISALITA DEL “CANIN”, CHE DA “SELLA NEVEA” CONDUCE VERSO LA SOMMITA’ DEL MONTE E DI Lì IN SLOVENIA VERSO “BOVEC”, QUANDO RICEVO UN MESSAGGIO DA MIA NIPOTE ANGELINA: “NONNO IL TUO AMICO NON C’E’ PIU’”! ERA QUESTA LA FRASE CHE AVEVA LETTO SUL MANIFESTO A LUTTO POSTO SU UN MURO DEL MIO PAESE: CALVI RISORTA. NOTIZIA CHE MI HA FATTO VENIRE I BRIVIDI ANCORA PIU’ FORTI DI QUELLI CHE AVVERTIVO MENTRE MI TROVAVO A QUELLA QUOTA. LA MENTE, PER UN ATTIMO, CON UNA VELOCITA’ INAUDITA HA PERCORSO CINQUANT’ANNI DELLA MIA ESISTENZA.

AVEVO POCO PIU’ DI VENT’ANNI, GIRAVO CON UNA MOTO “GIUBILEO 98” COL SEDILE LUNGO, DOVE, MANTENUTO CON LA MOLLA CHE SI USAVA PER AVVOLGERE I LIBRI DI SCUOLA, UN PLAID ERA STESO SU DI ESSO SERVIVA QUANDO CI CAPITAVA QUALCHE AVVENTURA PER RUBARE UN BACIO O UNA CAREZZA, UN MODO RUDIMENTALE DI NOI RAGAZZI DI PAESE, LONTANO DAI VIZI DELLA GRANDE CITTA’ DOVE IMPERVERSAVA “LA DOLCE VITA”. TANTE VOLTE, PER EVADERE DAL PAESINO ANDAVAMO A ROMA A VIA VENETO SOLO PER PRENDERE UN CAFFE’ IN UNO DI QUEI BAR CHE QUASI SEMPRE ERANO GREMITI DAI GIOVANI DELLA “CITTA’”. VOLEVAMO SENTIRCI UN PO’ CITTADINI ANCHE NOI, ALMENO PER UNA SERA. A QUESTE ROCAMBOLATE SI UNIVANO LE FESTE DI PAESE A CASA DI AMICI E PARENTI OPPURE SULL’AIA DI UN VECCHIO CASOLARE LUNGO LA STRADA, CHE CONDUCE A ROCCHETTA E CROCE.

COME FACCIO A DIMENTICARE QUEL GIORNO CHE, CON BENEDETTO LOMBARDI, CERCAVAMO A NAPOLI, NELLA “DUCHESCA”, UN NEGOZIO PER ACQUISTARE SCARPONI E GIUBOTTI NECESSARI PER LA SETTIMANA BIANCA A ROCCARASO. QUEL GIORNO INCONTRAI PROPRIO TE, AMICO MIO, E CI CONDUCESTI A SPENDERE QUELLO CHE I NOSTRI GENITORI ERANO RIUSCITI A DARCI. TI PARLAI DEL NOSTRO VIAGGIO, DELLE PERSONE CHE VENIVANO CON NOI, DELL’OSTELLO PER LA GIOVENTU’ CHE AVEVAMO PRENOTATO. TU NON ESITASTI UN SOLO ISTANTE A CHIEDERMI DI UNIRTI A NOI. COSI’, PARTIMMO CON LA “BELVEDERE” DI MIO PADRE AD AFFRONTARE QUELLA PIACEVOLE SETTIMANA. PER TE PIACEVOLE PERCHE’ FU IN QUELLA SETTIMANA CHE HAI CONOSCIUTO LA TUA FUTURA MOGLIE ROSA, PER GLI AMICI “ROSETTA”. ANCH’IO MI ERO INVAGHITO DI UNA RAGAZZA E FORSE ANCHE LEI DI ME. MA IL DESTINO PERCORRE STRADE CHE NOI NON POSSIAMO SCEGLIERE. COSI’, LA TUA ROSA DIVENNE LA TUA SPOSA. L’UNIONE, IL MATRIMONIO, LE DIVERSE STRADE, I DIVERSI LUOGHI, I DIVERSI INTERESSI E LE DIVERSE ASPIRAZIONI CI HANNO TENUTO LONTANO PER MOLTO TEMPO. ALLA FINE CI SIAMO RITROVATI GIA’ AVANTI NEGLI ANNI MA CON LO STESSO TRASPORTO E LO STESSO PIACERE DELLO STARE INSIEME. ENTRAMBI AVEVAMO PERCORSO STRADE DIVERSE EPPURE ENTRAMBI AMAVAMO SCRIVERE, IL DARE AGLI ALTRI LA NOSTRA ESPERIENZA PERCHE’ GLI ALTRI POTESSERO FARE TESORO E SAPERNE DI PIU’. TU NEL CAMPO DELLA CHIMICA E BIOLOGIA, IO IN QUELLO DELLA NARRATIVA E POESIA. CI CONSULTAVAMO, PARLAVAMO DELLE NOSTRE LUNGHE SERATE AI TAVOLINI CON CARTA E PENNA, SENZA QUESTO MOSTRO CHE E’ IL COMPUTER. SUL MODO DI SCRIVERE AVEVAMO LA STESSA IDEA. NELLA MIA “BOTTEGA” ANDAVANO VIA ORE ED ORE PER CONFRONTARCI A VOLTE ANCHE PER CONTESTARE RECIPROCAMENTE I NOSTRI DIVERSI MODI DI FARE ED ALCUNE VOLTE ANCHE QUELLI DELLA VITA DI TUTTI I GIORNI.

LA CABINOVIA MI PORTAVA SEMPRE PIU’ SU, IL FREDDO SI FACEVA SEMPRE PIU’ PUNGENTE, LA MENTE SFOGLIAVA I RICORDI DEL PASSATO E DEL VICINO PRESENTE CON UN’INTENSITA’ TALE CHE LA SALITA, IL FREDDO, L’EMOZIONE DEL PAESAGGIO ERANO NIENTE A CONFRONTO DI QUELLO CHE RIUSCIVO A CATTURARE CON IL RICORDO. UN NODO ALLA GOLA SEMBRAVA VOLESSE STROZZARMI, MENTRE LE LACRIME VENIVANO GIU’ E I COMPAGNI DI VIAGGIO NON CAPIVANO PERCHE’, VISTO CHE ERA UNA SALITA DI PIACERE LUNGO LE “ALPI GIULIE”, DOVE LO SGUARDO SPAZIAVA LUNGO LA VALLE “RACCOLANA” ED IL “MONTASIO” CHE SI ERGEVA DAVANTI AI NOSTRI OCCHI, AI PRIMI DI SETTEMBRE, GIA’ INNEVATO.

IN SOMMITA’, TRA L’ITALIA E LA SLOVENIA, A CIRCA TREMILA METRI DI QUOTA, PER UN MOMENTO MI SONO SENTITO PIU’ VICINO A TE E PER ME E’ STATO SEMPRE PIU’ FORTE IL DESIDERIO DI RICORDARTI AL PUNTO CHE NON HO ESITATO UN SOLO ISTANTE A RAGGIUNGERE IL VICINO RIFUGIO PER DIPINGERE SULLA CARTA QUESTI CORIANDOLI DI RICORDI SEMPLICI, SINCERI, VERI, DOVE LE SENSAZIONI SPAZIANO NELL’ARIA RAREFATTA E SI PERDONO NELL’UNIVERSO CHE MI CIRCONDA, SPERANDO POSSANO RAGGIUNGERE I CUORI DELLE PERSONE CHE TI HANNO VOLUTO BENE.

CIAO AMICO MIO, CIAO ITALO.

GINO IORIO.

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