APERTO UN CANTIERE IN UNA SCUOLA, SENZA
AVERE LA CERTEZZA DI FINIRE I LAVORI PER IL 14 SETTEMBRE. ORMAI, A MARROCCO E I
SUOI RESTA SOLO IL CETTOLAQUALUNQUISMO
Calvirisortanews,
22 agosto 2015
Ci
aspettavamo altro da questa svagata amministrazione. Credevamo, noi poveri
ingenui, che si potesse davvero cambiare rotta, inventare un nuovo modo di
fare. Insomma, almeno un approccio diverso alla declinazione delle
responsabilità politiche. Macché. Solite liturgie di grossolani errori con le
stesse salmodie trentennali a giustificare questo o quell'altro assessore.
Uno
spettacolo teatrale ammuffito, nel quale nessuno paga più biglietto per
assistere al profluvio di promesse, puntualmente disatteso. Succede questo da
35 anni, ormai abbiamo sviluppato anticorpi spartani. Poi, in una mattina di
agosto, scopriamo i cartelli davanti a una scuola cittadina e ci accorgiamo che
quel plesso, quando torneranno i ragazzi tra i banchi, sarà un pericoloso
cantiere con mezzi pesanti in movimento.
Quindi,
considerando i 90 giorni di lavori indicati dal cartello e tenendo conto della
pausa estiva, senza dimenticare endemici ritardi e imprevisti soliti, i bambini
dovranno munirsi di abbigliamento antinfortunistico almeno fino a dicembre. Più
o meno, lo stesso abbigliamento che ha usato scenograficamente il sindaco
Marrocco all'inaugurazione del cantiere, pur dimenticando (come sempre sta
succedendo a Calvi da un anno e mezzo) di controllare che tutte le ditte
partecipanti avessero una completa certificazione antimafia.
Ma
tant'è: quella scuola sarà un pericoloso cantiere anche e soprattutto quando
inizieranno le lezioni. Il solito pasticcio caleno, ormai ci abbiamo fatto il
callo. Il 24 agosto si terrà una riunione per decidere cosa fare, ma sembra che
la frittata sia ormai caduta dalla pentola. Ci chiediamo con lo stesso candore
fanciullesco dei bambini di quella scuola bloccata dal cantiere: se non si
dovesse trovare una soluzione per rispettare la data d'inizio delle lezioni (14
settembre), dove andranno gli alunni?
Abbiamo
la netta sensazione che Marrocco e i suoi, presi dal raptus dei selfie sul cantiere - con tanto di pasticcini e foto con
posa vagamente ispirata alla Sagra dello Strummolo,
si siano distratti ancora una volta, combinando l'ennesimo guazzabuglio. Ora immaginiamo
i torrenziali comunicati stampa dei cantori abusivi delle divine virtù di
questa amministrazione. Un poco come certi addetti di corte nel secolo XII
secolo: urlavano dal castello verso le fattorie della contea che il loro
signore era quasi un santo. I contadini udivano e, nel chiuso delle loro case
di campagna, ridevano a crepapelle. Abbiamo voluto curiosamente allegare anche
un filmato, a voi il giudizio.