MOSTRA e CONVEGNO - Cales, un tesoro che ritorna comune
Cales, 26 luglio 2015
La mostra
temporanea di reperti della Cales archeologica “Un tesoro che ritorna
comune” , tenutasi ieri, 25 luglio 2015, si è chiusa nel migliore dei modi:
sala affollata da visitatori e cultori ben oltre l’orario di chiusura; essa è
stata ospitata nel Seminario dei P.P. Passionisti, imponente edificio religioso
il cui primo impianto risale alla fine del ‘700.
I reperti in
mostra appartengono a due diverse provenienze, l’una dall’area santuariale del Ponte delle Monache, l’altra dalla
Necropoli del Migliaro.
La prima è
parte di una collezione di ex voto rinvenuti in una stipe votiva, laddove erano
depositati questi oggetti in soprannumero offerti alla divinità, ed essendo
anch’essi diventati oggetti sacri e non potendo essere distrutti, erano
collocati nelle stipi. Risulta evidente come questi materiali siano una
fonte di notevole importanza per lo studio delle abitudini dei tempi passati e
ci si riferisce al periodo che va dal V al II sec. a. C.
L’altra è parte
di una collezione di materiali rinvenuti durante gli scavi tra il 1995 e il
1997 nella Necropoli calena di notevoli dimensioni, cosiddetta del Migliaro,
collocata tra la località il Tirone ed il vallone del Rio Palombara, che ha
restituito sepolture di inumati databili dalla fine del VII sec. a.C. alla metà
del IV sec. a. C. - I primi ritrovamenti in questo sito si ebbero nel 1960,
quando W. Johannowsky portò alla luce dodici tombe
riferibili cronologicamente alla metà del VII fine VI secolo a.C., tra cui la
Tomba 1, di individuo maschile che restituì un corredo di particolare
importanza.
Ieri, si sono
potuti finalmente osservare da vicino: un cratere a figure rosse, un’anfora a
bugne ad impasto bruno, un’olla ad impasto rosso, uno skyphos,
piccola coppa fornita di due anse orizzontali. Gli oggetti recuperati in questa
necropoli hanno fatto emergere chiaramente che vi era una comunità stanziale
nel territorio occupato poi dalla futura Cales a partire almeno dalla fine del
VII a. C.-
Questo
allestimento, seppure di piccole dimensioni, ha voluto mostrare di quanto sia
diventata non più rimandabile la creazione di un Museo che possa ospitare gli
innumerevoli reperti di Cales, ma anche, come riferito dal dott. Antonio
Salerno, operazione di crescita culturale per il territorio che lo ospita
perché una società che definisce i suoi oggetti d’arte e li protegge
giuridicamente nell’esercizio della tutela, opera una selezione che mira al
riconoscimento del pregio storico ed estetico di tali oggetti che compongono il
patrimonio della collettività. Il patrimonio culturale è una realtà dinamica,
poiché si tratta di un insieme aperto, non definitivo, ma in perenne
ampliamento.
E’ su questa
argomentazione che Ilaria Bovenzi, moderatrice
del Convegno svoltosi durante la mostra, nel delinearne le conclusioni, ha
proposto che il Seminario settecentesco attualmente oggetto di intervento possa
essere destinato a Museo piuttosto che ad Ostello, come previsto nel progetto
di recupero.
Il Convegno ha
posto un interrogativo: Cales, urbs egregia?
Il sindaco di Calvi Risorta, dott. G. Marrocco, la dott.ssa L. Ranucci
Commissario EPT, il maresciallo R. Monaco vice comandante della Stazione dei
Carabinieri di Calvi Risorta, il dott. A. Salerno funzionario responsabile
Ufficio della Soprintendenza archeologica di Calvi Risorta, nei loro
interventi, hanno convenuto dell’importanza di continuare nell’opera di
divulgazione, coinvolgimento, valorizzazione e tutela del patrimonio che Cales
custodisce, ciascuno per il proprio ambito di interesse.
Il Sindaco ha
evidenziato l’impegno e la volontà che l’amministrazione profonde, pur nella
ristrettezza di risorse, e che solo l’azione combinata dei diversi attori può
produrre risultati importanti, così come è avvenuto per l’operazione che ha
consentito di bonificare il greto del Rio che attraversa il Ponte delle
Monache.
La dott.ssa L.
Ranucci, nel delineare l’assoluta urgenza di intervenire perché Cales ridiventi
egregia, ha lodato l’iniziativa posta in essere assicurando il sostegno
dell’ente che rappresenta soprattutto quando, come in questo caso, la storia
dell’agro caleno diventa protagonista.
Il Maresciallo
R. Monaco ha riferito che il comando locale svolge una continua opera di
controllo per arginare le attività delittuose di chi compie scavi abusivi e
l’Operazione Dedalo, partita proprio dai Carabinieri di Calvi Risorta, ne è un
esempio perché ha consentito di recuperare oltre 1500 reperti archeologici
provenienti da Cales e da altri importanti siti.
Interessante e
significativo l’intervento del dott. A. Salerno per il quale Cales è
sicuramente una Urbs egregia perché il sito,
nonostante le depredazioni e lo scorrere delle stagioni, resta unico nel suo
genere: non è stato invaso da edificazioni e molte sue aree sono o tutelate o,
a pieno titolo, facenti parte del patrimonio demaniale. Il suo auspicio è
l’istituzione di un parco archeologico in grado di preservare, tutelare,
valorizzare tutta l’area e le testimonianze che essa racchiude.
Le dott.sse Mariarosaria Mingione e Maria Grazia Elia hanno
descritto i reperti in mostra, con dovizia di particolari e con riferimenti
storico-antropologici di notevole levatura.
A chiusura del
Convegno, la “Dea madre” cui era dedicato il santuario di Ponte delle
Monache, interpretata da Roberta Cipro, ha esortato i Caleni:
Cales è stata
una bella città, a voi cittadini e cittadine caleni, è stata consegnata,
sappiate rispettarla, sappiate migliorarla, sappiate restituirla ai figli dei
vostri figli ancora più bella:
L’allestimento
di un banchetto con cibi dal sapore antico ha vivacizzato la manifestazione con
i suoi odori e colori.
Una originale
mostra fotografica ha raccontato Cales.
Ieri è stata
una bella giornata.
Banchetto
Roberta - Dea Madre
Ex voto
Convegno
Olla a impasto rosso
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