Rimozione della discarica di
pneumatici che lordava l’antica Cales
Elio
Zanni, 22 luglio 2015
«Quando
abbiamo iniziato questo percorso sapevamo che sarebbe stato in salita, questo
però non ci ha demoralizzato. Dopo tanto lavoro in sinergia con tanti enti
coinvolti, siamo arrivati a questo grande risultato». È con un filo di
legittimo orgoglio che il presidente Archeocales,
Nicolina Migliozzi, ringraziando tutti «ma proprio
tutti, a partire dal prefetto Donato Cafagna, incaricato dal Ministro
dell’Interno per la terra dei fuochi che ha coordinato le collaborazioni» ha
provato ieri, durante la conferenza di presentazione promossa in collaborazione
con Legambiente, a sintetizzare l’evento caleno anti-rifiuti in corso in questi
giorni per la salvezza di quella parte del patrimonio archeologico infestata da
anni da rifiuti speciali (in particolare vecchi pneumatici), detto Ponte delle
Monache: perla archeologica inserita nel contesto dell’antica Cales; colonia
romana nella provincia di Caserta risalente al IV secolo a.C.. Migliozzi parla di «strada in salita», ed ha ragione.
Non
v’è osservatore esterno che non sappia, infatti, quanti anni e quante azioni e
lotte sono state necessarie prima che il gruppo archeologico riuscisse a
sfondare quel muro di gomma che, purtroppo, molto spesso, sembra dividere il
territorio, la sua gente, le sue ricchezze naturali o archeologiche dalle
Istituzioni. Ecco perché, visto da lontano, in relazione alla rimozione della
discarica di pneumatici, si può parlare in un certo senso di un evento storico
in riferimento alle opere che stanno interessando dallo scorso 20 luglio
l’antica Cales, con il suo Cardo Massimo, il Teatro, le Terme.
Operazioni
non prive di difficoltà, superate solo dalla bravura dei vigili del fuoco, in
un’area di 50 metri quadrati dove le gomme sono state sversate a 20 metri di
profondità rispetto al piano di campagna. Col prefetto Cafagna c'erano gli
altri protagonisti del miracolo caleno: Giovanni Corbetta, direttore generale
di Ecopneus, Rosa D’Eliseo, comandante provinciale
vigili del fuoco di Caserta, Antonio Salerno, funzionario archeologo, Soprintendenza
Campania, Giovanni Marrocco, sindaco di Calvi, Luca Barbato della Rete
ArcheoCales, Michele Buonomo, presidente di
Legambiente Campania e i responsabili dell’Arpa. Ma come proteggere il
patrimonio recuperato da future aggressioni? «Saranno il volontariato e la
fruizione pubblica - ha risposto ancora Migliozzi - a
salvare quei luoghi. Rivitalizzare Cales significa assicurarne la
preservazione».
È
l’effetto «protocollo terra dei fuochi», nel quale Calvi Risorta è stata fatta
rientrare, ad aver messo le ali all’opera di rimozione della discarica di
pneumatici che lordava l’antica Cales all’altezza del Ponte delle Monache. Un’azione
di risanamento che riveste un significato emblematico, in questo momento in cui
anche aree da sempre ritenute immuni a simili fenomeni si è scoperto siano
state coinvolte, come ha avuto modo di ricordare, ieri, in un comunicato di
saluto ai presenti alla Conferenza sulle opere di bonifica tenutosi ieri a
Calvi, sia pure a distanza, il Ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti. Il
Ministro ha voluto manifestare tutto il suo apprezzamento «per gli importanti
risultati ottenuti».
«Buone
pratiche che concorrono alla costruzione di una rinnovata sensibilità civica ed
etica e che - ha detto Galletti - anche grazie al Protocollo tra Ministro
dell’Ambiente ed Ecopneus sulla terra dei fuochi -
costituiscono un’occasione importante per spiegare l’evoluzione dei lavori
rilanciando l’entusiasmo che questa iniziativa ha riscosso». Galletti dedica le
ultime parole del suo saluto a distanza per condannare gli inquinatori abusivi
che mettono a repentaglio la salute pubblica.
«A
tutto questo dobbiamo dire basta - ha, infatti, aggiunto in chiusura Galletti
lodando, nello stesso tempo, i protagonisti del risanamento - e lo stiamo
facendo proprio attraverso le attività da voi oggi presentate e agli interventi
che il Governo sta mettendo in atto con impegno e determinazione».
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