LA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLE ECOMAFIE
ARRIVA CON 15 MEZZI PAGATI DAI CITTADINI, MA LE RISPOSTE SONO SCARSE E INUTILI.
LA SOLITA SCENEGGIATA ITALIANA. SINDACI MUTI, SOLO LA STAMPA INCALZA ALESSANDRO
BRATTI
Calvirisortanews, 08 luglio 2015
La bellezza di
15 mezzi, pagati dai cittadini, per portare a Calvi Risorta la commissione
bicamerale sui traffici illeciti collegati al ciclo dei rifiuti, comunemente e
inutilmente chiamata "commissione ecomafie" (composta dalle deputate
del Pd Giovanna Palma e Michela Rostan, da Giuseppina
Castiello e Renata Polverini, deputate di Forza Italia, e dalla senatrice del
Movimento Cinque Stelle Paola Nugnes). Tutto in un
bagno di sudore e ipocrisia per un territorio di circa 20 Comuni che deve
accontentarsi, in piena notte, di una sola pattuglia dei carabinieri a
spaccarsi la schiena per coprire tutta la vastissima zona.
Questo sarebbe
nulla, se non ci fossero stati, a rendere tutto ancor più grottesco, gli
imbarazzanti vuoti dialettici e le fughe concettuali ardite del presidente di
commissione, Alessandro Bratti del Pd. “Non so, non sono tenuto a indagare su
questi argomenti”, e poi, “lei non ha capito quello che ho detto o io non ho
capito quello che lei mi chiede”, sono stati i giochi semantici di Bratti alle
domande dei giornalisti che, evidentemente, il parlamentare Dem,
credeva poter trovare in una versione più ammansita e allineata alle sue
risposte vaghe e non proprio attinenti all’argomento.
Il membri della
commissione, partiti stamattina da Roma, sono arrivati a Calvi Risorta alle 10.05
per visitare la più grande discarica abusiva di rifiuti industriali d’Europa,
quella che - appena qualche settimana fa - proprio i colleghi di partito di
Bratti tentavano di derubricare a grande discarica di rifiuti, sversati solo
dalla ex Pozzi. Peggio ancora ha fatto proprio Alessandro Bratti 48 ore fa,
quando in una nota (ufficiale, perché lui è un presidente di commissione
bicamerale sulle ecomafie e non certo di una bocciofila) ha scritto che,
secondo i dati raccolti, la camorra non avrebbe mai sversato in quei 25 ettari
di rifiuti speciali e pericolosi. Insomma, secondo Bratti, sarebbero stati
quelli della Pozzi, circa 40 anni fa, a creare il sistema a strati e non i
casalesi e le ecomafie più avanzate.
Nel cuore degli
anni ’60, secondo Bratti e parte della sua Commissione, mezzi pesanti che a
stento avevano la retromarcia, erano capaci di scavare in un’ora delle fosse di
12 metri e di sistemare tonnellate di rifiuti in una precisissima e perfetta
stratificazione coperta da pavimenti di cemento modernissimo e resistente;
tutto in un’area enorme, la più grande d’Europa. Roba da Ritorno al Futuro,
insomma. Battute a effetto per schivare le domande di due giornalisti, ma nulla
di più. Eccezion fatta per un passaggio che ha fatto discutere molto: “sarà
fondamentale individuare i responsabili affinchè
paghino per ciò che hanno fatto, anche se non è sempre facile in quanto le
aziende cambiano spesso denominazione e anche i soggetti che le amministrano.
Ma lo Stato non può sempre intervenire specie se si tratta di aree private”.
Insomma, per la
Commissione bicamerale sui traffici illeciti collegati al ciclo dei rifiuti, se
non si trovano i responsabili di quegli sversamenti mortali, non si potrà
procedere alla bonifica. Anche perché, a detta di Bratti, non ci sarebbero
soldi. Strano, perché proprio ieri, il Ministro per l’Ambiente Gianluca
Galletti, arrivato a Caivano per prendere parte al convegno organizzato
sull'enciclica di Papa Francesco, "Laudato sii”,
aveva parlato di 60 milioni di euro per le bonifiche. Oggi, a Calvi è stato
detto il contrario. Altra contraddizione tutta Dem è
stata quella sull’incontro organizzato la scorsa settimana dalla
europarlamentare Pina Picierno del Pd che ha avuto
come coda un profluvio di comunicati stampa pieni di frasi rassicuranti e un
filino imprecise sulla reale pericolosità della megadiscarica ex Pozzi di Calvi
Risorta.
Oggi Bratti ha
dichiarato davanti alla stampa che quell’iniziativa non può essere inserita nel
novero degli incontri ufficiali e istituzionali sulla questione ex Pozzi. Ma i
sindaci dell’Agro Caleno avevano partecipato in massa con i loro fidati
assessori e, al ritorno dalla Capitale, avevano lanciato, in un turbinio
ossessivo di “copia e incolla”, le stesse parole pronunciate dalla Picierno sulla “relativa e non certificata pericolosità
della discarica ex Pozzi”. Insomma, il Pd cammina a due velocità diverse, la
Commissione d’Inchiesta non ha dato risposte, i mezzi per portare i politici a
Calvi li hanno pagati i cittadini. E c’è chi ancora crede che si faranno
bonifiche nella Terra dei Fuochi. Ah, a proposito, pare che - lo ha dichiarato
Galletti - la Terra dei Fuochi non esista più. Più o meno come non esistono più
i tumori e le neoplasie nell’Agro Caleno.
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