L’europarlamentare Pina Picierno indice un tavolo romano
Elio Zanni, 02 luglio 2015
«La terra dei fuochi
esiste e va bonificata, ma non facciamo confusione: l’area ex Pozzi è un’altra
cosa. Infatti, al momento, almeno stando a quel che riferiscono i tecnici:
emergono rifiuti industriali non particolarmente pericolosi».
Nessuno non ne ha ancora
compreso bene il motivo, e certamente prima di parlare avrà fatto le sue buone
valutazioni tra le ricadute negative per l’agricoltura di un clamore sulla
possibile contaminazione dei suoli e la neo certa possibilità che i fondi destinati
alla bonifica (di cui si spera l’arrivo) riusciranno a restituire all’Agro
caleno l’immagine scippata. L'immagine vera: di terra verde, pulita, da
coltivare, piena di storia antica tutta da visitare.
Ma una cosa è certa: al
tavolo di confronto tenutosi ieri l’altro a Roma presso la Camera dei deputati,
proprio chi ha diramato gli inviti, l’eurodeputata Pina Picierno, ha lavorato
per ridurre a un «petardo» quello che gli altri hanno definito «bomba
ecologica». Anzi: «La discarica più grande d’Europa». Il riferimento è a quella
valanga di veleni chimici in fusti d’acciaio corrosi e percolanti, rinvenuti
dalla forestale nell’area privata attigua all’ex opificio Pozzi, di Calvi
Risorta. E, forse, sarebbe stato più conveniente per tutti, persino per
Picierno, attendere i risultati delle analisi Arpac prima di sbilanciarsi,
anche in senso positivo.
Ma ormai è fatta: le
posizioni sono due; anzi tre: i catastrofisti, gli scettici e chi invita alla
massima cautela nello sparare giudizi sulla reale contaminazione dei luoghi. La
terza posizione è quella dell’onorevole Picierno. «È proprio per fare chiarezza
- ha detto ieri l’altro, infatti, la Picierno europea al tavolo
tecnico-politico romano - che ho incontrato e ascoltato le autorità competenti
che si stanno occupando del territorio. Ebbene - ha soggiunto l’eurodeputata
originaria di Teano, comune ubicato a pochi passi da Calvi - dalle parole del
prefetto Donato Cafagna, del colonnello del Corpo forestale Michele Capasso,
del commissario Arpac, Pietro Vasaturo, dell’onorevole Alessandro Bratti,
emerge una sola verità: a oggi, per fortuna, non ci sono elementi che ci diano
motivo di segnalare una particolare «pericolosità» dell’area».
Per l’europarlamentare
sidicina, insomma, drammatizzare il caso e continuare a intervenire con
l’ottica della politica delle emergenze «non aiuta la nostra terra, né i
cittadini che vivono e lavorano grazie ad essa». Rischiando seriemente di
essere fraintesa (ma lo è già stata) Picierno è andata avanti con il suo
tentativo di «detergere» l’immagine del territorio, arrivando a suggerire ai
sindaci, soprattutto, un modello comportamentale emergenziale: «La politica ha
la responsabilità di offrire soluzioni, ti tutelare i cittadini e mantenere
alta l’attenzione per assicurare il massimo grado di benessere ai nostri
territori».
Insomma, c’era mezzo Agro
caleno, l’altro giorno, al tavolo romano indetto dall’europarlamentare Pina
Picierno, in primis i sindaci dei comuni del triangolo incriminato: Calvi
Risorta, Sparanise e Pignataro Maggiore.
Ma non ha voluto mancare una delegazione della sezione del Pd caleno,
con Giuliano Cipro, Nicola Elia, Rosy Caparco e Antonello Bonacci. Anzi, è
stato proprio Bonacci a presentare alle Autorità presenti un vero e proprio
«dossier» sul «caso Calvi» pieno di particolari interessanti sullo scempio «già
noto dal 2013 - si legge nell’atto - perché indagato dai vigili urbani di
Calvi».
«Purtroppo è stato
accumulato un ritardo enorme - si precisa sempre nel dossier - Adesso tocca non
solo recuperare il tempo perduto ma anche dimostrare che finalmente le
Istituzioni sono presenti e sono in grado di tutelare la popolazione e il
territorio. Non bisogna lesinare sforzi per restituire credibilità all’intero
contesto». L’attesa riguarda, per tutti, il risultato delle analisi in corso
sui rifiuti rinvenuti.
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