Oggi alle 18 il presidio
popolare davanti la ex Pozzi
Elio
Zanni, 20 giugno 2015
«Fra
qualche settimana si spegneranno le telecamere e le star si sposteranno
altrove, all'affannosa ricerca di altre catastrofi per il loro personale talent»,
mentre la periferia industriale del territorio ritornerà a essere un deserto di
persone e un florilegio di rifiuti. Ecocatastrofe di Calvi Risorta, è fin
troppo facile condividere il timore espresso in queste ore, con un documento
ufficiale, dagli attivisti del Comitato per la difesa dell’Agro caleno che ha
già organizzato e disposto «per un presidio popolare, a partire dalle 18 di
oggi pomeriggio (sabato) fuori dall’area dell’ex Pozzi».
La
preoccupazione è la stessa che nutre il sindaco di Calvi Risorta, Giovanni
Marrocco che proprio per questo sta mettendo in programma «un tavolo
emergenziale sul tema della bonifica dei luoghi inquinati, al quale saranno
chiamati tutti i sindaci dell’Agro caleno». Anche il Comitato spinge sul pedale
della bonifica, ma con una variante al tema: che sia posta in essere sotto
stretto controllo popolare. Visti i ritardi e le colpevoli disattenzioni di
questi ultimi trent’anni di scempi ambientali, la fiducia verso talune
sovrastrutture territoriali e molto prossima allo zero assoluto. Si, perché
sullo sfondo di questi appelli alla mobilità c’è sempre lo stesso subodorato
timore di una prossima repentina e più che probabile generale caduta
d’interesse, allo spegnersi dei riflettori mediatici, sullo stato dell’arte e sulle
sorti future di quella devastata periferia urbana che è ricompresa nel
triangolo industriale: Calvi, Sparanise e Pignataro
Maggiore.
L’assunto
è quello pure espresso, più o meno con identici termini, nei giorni scorsi, dai
sindaci del territorio. A cominciare da Giovanni Marrocco di Calvi Risorta, che
ha parlato subito della necessità di una bonifica ambientale, per finire al
sindaco del comune confinante Pignataro, e quindi Raimondo Cuccaro
che, con la su personalissima indagine, arrivò (come testimoniano alcuni
documenti) già nei primi del 2014, «risalendo l’inquinato rio Lanzi» a gettare lo sguardo sulla montagna dei
rifiuti. Montagna in continua
modificazione, visto che già all’epoca era soggetta a opere di sbancamento e
livellamento con l’ausilio di una pesante ruspa meccanica; così come appare in
una fotografia dell’epoca.
«In
questi giorni si offre in pasto all’opinione pubblica - si legge ancora nella
nota diffusa dal Comitato - l’ecocatastrofe della zona ex Pozzi Ginori con
mattatori, divi e showman di turno che fanno a gara per rivendicare la
paternità di cotanta macabra scoperta. A questi personaggi il Comitato chiede
dove fossero quando s’informava la comunità sulla pericolosità della
costruzione di una centrale a biomasse in un luogo già devastato da decenni
d’incuria e abbandono, e quando i sigilli popolari - denuncia ancora la nota
del Comitato - hanno chiuso i cancelli dell’ex area Pozzi e duemila persone
scesero in piazza a rivendicare il diritto di decidere delle proprie terre».
Nel
pacchetto di rivendicazioni non manca un preciso riferimento ai contributi
statali riservati alle industrie, che adesso andrebbero immediatamente
dirottati a favore di vaste azioni di recupero del territorio. «Il Comitato
continuerà la lotta con precise richieste - ha fatto sapere ieri il circuito
informativo ecologista - fin quando le necessarie opere di bonifica non
diventeranno realtà». Gli appuntamenti sono tre, quindi: il presidio di oggi
presso l’ex Pozzi, la mobilitazione popolare di sabato prossimo 27 giugno e la
convocazione dei sindaci dell’Agro caleno a cura del sindaco Marrocco.
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