LO SCEMPIO VELENOSO DI
CALVI RISORTA E LE PROMESSE CHE CI DANNO FORZA
L’Avvenire,
16 giugno 2015
Marco
Tarquinio
Caro
direttore, sono appena ritornato, stanco e impolverato, da Calvi Risorta, un
incantevole luogo dell’alto Casertano. È proprio qui, nelle terre dell’Agro
Caleno, che la Polizia forestale, con a capo il comandante regionale, il
generale Sergio Costa, in questi giorni sta portando alla luce la più grande
discarica illegale di rifiuti industriali d’Europa, nell’area industriale dell’ex
Pozzi Ginori.
Ad
un primo provvisorio calcolo, si ipotizzano due milioni di tonnellate di
veleni. L’area interessata è di 25 ettari, qualcosa, per intenderci, grossomodo
come 25 campi di calcio. Come si può facilmente notare, “terra dei fuochi” si
estende ben al di là della striscia di terra a cavallo delle province di Napoli
e Caserta. Quest’ ultimo ritrovamento è stato reso possibile grazie alla
caparbietà, al coraggio e alle denunce di un gruppo di giornalisti locali. Lo
scenario che si presenta davanti agli occhi è impressionante. C’è di tutto. Dai
bidoni di vernici ormai arrugginiti - e che dopo anni continuano a emanare un disgustevole fetore che toglie il respiro - a rifiuti
plastici di ogni genere. Le sostanze liquide, ormai assorbite, hanno conferito
al terreno sfumature di colori che vanno dal grigio al rosso scuro. La
profondità del “tombamento” è di 9 metri circa, eseguita con la furbesca
tecnica di livellare la superficie con qualche metro di terreno vergine così da
permettere al “prodotto finale” di risultare indenne da contaminazioni da
metalli pesanti ad eventuali analisi.
Basterebbe
questo ultimo ritrovamento per far salire la fin troppo ottimistica percentuale
che nemmeno un anno fa fissava al 1% i “siti inquinati” in Campania. Caro
direttore, poche settimane fa il presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, ha promesso a me e ai cittadini tormentati da questo insulso e
criminale avvelenamento ambientale che tanto male fa alla nostra salute, alla
nostra economia e al nostro umore, di venire a farci visita. Vorrei ancora una
volta approfittare della disponibilità tua e del nostro giornale per
ricordargli l’impegno. Mi piacerebbe se potesse assistere agli scavi a Casal di
Principe, nell’ultimo luogo che il collaboratore di giustizia Carmine
Schiavone, indicò prima di morire e, poi, rendersi conto di persona di che cosa
è stato fatto a Calvi Risorta.
Certe
scempiaggini sono talmente assurde e dolorose che si fa fatica a credere che
possono essersi verificate. Occorre vedere con i propri occhi e toccare con le
proprie mani per rendersi conto della vera portata di questo dramma che ci
uccide. Venga presto il Presidente a ridare fiducia e speranza a questo popolo
avvelenato, maltrattato e preso in giro. Intanto contiamo i giorni per leggere,
studiare, commentare l’enciclica di Papa Francesco sulla bellezza del Creato e
sul dovere di custodirlo per chi verrà dopo di noi. Grazie, direttore. Dio
benedica te e il giornale che dirigi. Padre Maurizio Patriciello
Risposta del Direttore
Vorrei,
con tutte le forze vorrei, che davvero non più dell’1% della terre della
Campania risulti alla fine inquinato. Troppo mi fa temere che non è così e
perciò, spero, con tutte le forze spero, di essere rassicurato con i cittadini
di quell’area da evidenze incontrovertibili oltre che da azioni di bonifica e
da cambiamenti radicali nel governo dei territori e di difesa delle popolazioni
che li abitano. Per intanto, caro don Maurizio, da cronista prendo
rigorosamente nota di dati e fatti, e tra questi non ci sono soltanto le
statistiche ufficiali, ma anche le efficaci attività di indagini – come quelle
che nell’alto Casertano vede di nuovo protagonista il Corpo forestale dello
Stato – che continuano a svelare ulteriori facce del dramma dell’avvelenamento
di uno splendido pezzo d’Italia.
Mi
piacerebbe aiutarti a scuotere idealmente via dall’abito la polvere che hai
raccolto a Calvi Risorta, caro don Maurizio. E alla tua stanchezza e al dolore
per il “popolo avvelenato, maltrattato e preso in giro” che servi con carità e
passione, rispondo ancora una volta con una solidarietà convinta, a occhi
aperti. Sono certo che assomiglia a quella che hai già trovato nell’attenzione,
nello sguardo e nelle parole del Capo dello Stato. Lo conosco e lo stimo, come
tutti quegli italiani che hanno cominciato a scoprire che, con grande senso
della misura, ciò che il presidente Mattarella promette fa, e – se sente che è
una cosa buona e giusta – fa anche di più di ciò che ha promesso. Siatene
certi.
Così
come siete certi che una promessa straordinariamente ricca e buona è anche
quella che teniamo cara da tempo, da quando abbiamo saputo che il Papa stava
preparando una lettera enciclica sui temi della custodia del creato e dell’ecologia
umana. Tra pochi giorni potremo leggere la “Laudato
si” di Francesco e ne avremo nuovi motivi per riflettere e per agire, sapendo
da cristiani e da cattolici dove trovare la forza e la tenacia necessarie,
facendo la nostra parte e affidandoci a Colui che rinnova la nostra speranza.
in questo senso, grazie a questa luce, anche il dolore e lo sgomento che hai
provato davanti allo scempio della mega-discarica illegale di Calvi Risorta
sono un passo avanti verso la fine dell’ incubo. Sono sicuro, caro padre, che
troverai ancora una volta le parole per dirlo alla tua gente, ai nostri
fratelli e sorelle di un’ antica e meravigliosa terra tradita, ma non
rassegnata.
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