Genealogia dei Signori di Calvi nel periodo normanno

Comune di Pignataro, 10 giugno 2015

Angelo Martino

Genealogia dei Signori di Calvi nel periodo normanno

Il passaggio dal dominio longobardo a quello normanno fu graduale. Infatti dopo che avevano preso Capua nel 1062, i Normanni stentarono ad imporsi immediatamente su tutti i distretti del principato e proprio Calvi costituisce un caso di tale graduale avvicendamento tra longobardi e i nuovi signori normanni. Nel corso di tale transizione Calvi perderà anche l’importante ruolo di Contea. Una forma di compromissione doveva aver consentito ai longobardi di essere ancora signori di Calvi, dato che ritroviamo al vertice della contea di Calvi nel 1075 Landonolfo e successivamente, nell’ultimo quarto del secolo XI Landone Scannacavallo, ambedue longobardi.

A Landone Scannacavallo seguirà colui che i documenti storici ci indicano con il semplice nome di Landone, a conferma di una possibile confusione nella genealogia, dovuta, come già accennato, a una omonimia nell’onomastica dei signori longobardi, che si confermerà anche in questo periodo. Quest’ultimo Landone sposa Zoe e ai due figli darà due nomi normanni: Ruggero e Abner. Siamo nel periodo tra la fine del secolo XI e XII e quindi siamo in pieno periodo di transizione dalla signoria longobarda e quella normanna, di cui i nomi costituiscono, come scrive Carcaiso, un dato non strano, ma “significativo”.

La pergamena che la Mazzoleni riporta alle pagine 6 e 7 del suo studio si mostra molto interessante, in quanto costituisce una chiara evidenza che, pur essendo i due fratelli Ruggero e Abner grandi proprietari terrieri, le prerogative politiche del distretto di Calvi, non più contea, sono passate in altre mani, quelle degli emergenti normanni.
La pergamena è del 1102 e tratta, come sovente, di una vendita di terreni in una località non identificabile: infra fines Cantie, loco ubi dicitur Glamaczi. Tuttavia essa si dimostra preziosa proprio per le notizie relative alle prerogative di carattere politico, di cui i due fratelli sono ormai privi.

Infatti nella pergamena i due fratelli si presentano in tal modo: “Nos Rocerius et Abner qui vocor Rupertus germani filii quondam Landonis qui fuit quondam Landonis comitis Calvensis qui vocabatur Scannacaballu”. Quindi, come scrive testualmente Carcaiso, nell’analizzare la pergamena, “i due fratelli longobardi, piuttosto orgogliosamente, si dicono nipoti diretti del conte calvese Landone Scannacavallo, ma evitano accuratamente di accostare ai lori nomi il titolo comitale”.

D’altronde in questo periodo è Onfredo, il cavaliere normanno imparentato con gli Altavilla ad essere il Signore del distretto di Calvi. Il nome di Unfridus de Calvi, che compare in diverse pergamene, quale “comes calvensis”, sarà il Signore di Calvi almeno fino al 1126, anno in cui una pergamena ci attesta già di terreni situati in loco Partignanu e “propre locum qui dicitur Pignari” e confinanti con un altro terreno che si trova ” finis terra ecclesiae Sancti Georgii”.

Con colui che succederà a Onfredo siamo ormai in pieno periodo di Signoria normanna sul territorio di Calvi che ha avuto la sua gloria quale Contea nel periodo longobardo, ma che ormai è solo un distretto normanno. Infatti verso la metà del XII secolo Calvi è assegnata “in capite de domino rege” al conte Riccardo dell’Aquila, nobile normanno, sposato con Matilde e nipote di Ruggero d’Altavilla, che sarà Signore di Calvi fino al 1152, anno della sua morte. Come scrive Giuseppe Carcaiso, se Calvi in questo periodo ha perso il suo status di Contea, è diventata comunque una unica e vasta Signoria fondiaria, dato che nel Catalogus Baronum, registro generale di tutti i feudatari del Regno, Calvi era valutata 20 militi. Infatti il valore di un feudo era commisurato alla quantità di cavalieri che il feudatario era tenuto a preparare per l’esercito del Re, e si consideri che quello di Avellino poteva vantare 16 militi, meno di Calvi.

Alla morte di Riccardo dell’Aquila fu Signore di Calvi il figlio Ruggero dell’Aquila, che si unì alle rivolte dei baroni che in quel periodo minacciavano il Regno, in quanto aveva sposato “iniussu curiaeMarotta Sanseverino, sorella di Guglielmo, uno dei feudatari che faceva parte del gruppo dei baroni rivoltosi. Tuttavia, alla sua morte nel 1183, non avendo avuto figli maschi, la figlia Perrona, sposando Ruggero di Castelvetere, poté essere erede della Signoria normanna di Calvi.

 

Bibliografia:

Jole Mazzoleni - Le pergamene di Capua – 1960

Giuseppe Carcaiso - Calvi e l’Alta Campania - 1996

 

Visita www.CalviRisorta.com