Paolo Mesolella pubblica un saggio su
Cales e la via Falerna
Caserta24ore,
02 giugno 2015
E’ stato appena
pubblicato, per le edizioni Caramanica di Minturno, un interessante saggio del preside Paolo Mesolella, presidente dell’archeoclub
Cales su Cales e la via Falerna. Il saggio è stato
presentato nei giorni scorsi a Formia, durante il convegno nazionale dell’Archeoclub d’Italia sulla Via Appia antica.
Al convegno
erano presenti tra gli altri il prof. Silvano Franco, dell’Università di
Cassino, il dott. Claudio Zucchelli, Presidente
nazionale dell’Archeoclub d’Italia, il dott. Ugo Zannini, direttore del Museo Civico di Falciano del
Massico, il prof. Lorenzo Quilici dell’Università di Bologna, il prof. Giuseppe
Caraudo dell’Università del Salento, il dott. Mario
Pagano, Soprintendente archeologo delle Marche, la prof.ssa Maria Franca Castelfranchi dell’Università del Salento, il prof.
Francesco Gandolfo dell’Università di Roma Tor
Vergata, i proff. Luigi Scarpa e Marina Russo
dell’Università di Napoli ed i proff. Salvatore
Fratta e Michele Benvenuto, dell’Archeoclub di S.
Maria Capua Vetere e Benevento.
Ognuno di loro
ha approfondito un aspetto della via Appia, la regina viarum.
Il preside Mesolella, in particolare ha presentato il
suo saggio sulla Via Falerna che partiva da Cales per
raggiungere Ciamprisco e il Ponte Campano. Essa,
secondo quanto testimonia l’iscrizione 3910, sarebbe stata costruita dal “curator Cornelius, Quatuorviro quinquennale, nel 127 a.C. “L’iscrizione CIL X
3910 e il ricordo della via Urbana – ha spiegato Mesolella
– ci danno l’occasione per parlare dell’antica città ausone
di Cales, odierna Calvi Risorta, conquistata dai romani nel 335 a.C, e che l’anno seguente, con l’arrivo di 2500 veterani,
diventò la prima Colonia di diritto latino in Campania. L’iscrizione CIL X
3910, in particolare ci parla di Urbana e della Via Falerna,
oggi scomparsa.
Da essa
conosciamo anche Marco Cornelio Giusto Acuzianu, l’esattore
delle tasse e patrono del Collegio dei Centonarii di
Cales nella seconda metà del II sec., un Quadriumviro
quinquennale, un exactorpecuniae del collegio dei centonarii. Oltre a questa iscrizione X 3910, anche altre
iscrizioni presentano la figura dei quatuorviri e tre
di esse furono attribuite dal Mommsen a Cales: le
iscrizioni 3910, 3917 e 3923 in quanto presentano il termine “senatus” che è un termine caratteristico di Cales, (ricorre
nelle iscrizioni 3917 e 3923) mentre manca nel gergo municipale di Capua (CIL X
3934) Sarà quindi un’iscrizione di provenienza calena, perché la questura che
ricorre nell’iscrizione 3919 è più importante a Cales che a Capua.
Anche l’iscrizione
3871, considerata dal De Grassi come capuana, in
realtà è senza alcun dubbio di Cales. Quest’ultima infatti, conquistata dai
romani comandati dal console M. Valerio Corvo nel 335 a.C
ed accresciuta di nuovi coloni l’anno successivo, era retta da quatuorviri quinquennali. Di Urbana, invece, parla Plinio
il Vecchio nella sua Naturalis Historia
pubblicata nel 77 d. C., dove scrive: “Il territorio Falerno comincia dal Ponte
Campano sulla sinistra, in direzione di Urbana, colonia fondata da Silla e
recentemente annessa a Capua..”
La colonia di
Urbana, quindi, secondo Plinio, fu fondata nel I sec. a.C. al tempo di Silla,
in località Sant’Aniello, presso Sant’Andrea del Pizzone, oggi nel Comune di Francolise,
ma a quel tempo al CXIX miliario dell’Appia, secondo quanto ci indica la Tabula
Peutingeriana, fu annessa a Capua pochi anni prima
che Plinio pubblicasse la sua Historia”.
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