L’Ager Calenus extraurbano: Luoghi storici e archeologici

Comune di Pignataro Maggiore, 25 maggio 2015

Angelo Martino

L’Ager Calenus extraurbano. Luoghi storici e archeologici

Lungo le strade e i paesi di quello che fu il vasto territorio extraurbano di Cales, si estendono sia resti di necropoli di periodo arcaico, ellenistico e romano, che di ville del periodo romano. A partire dal decimo secolo a.C. l’Ager Calenus fu abitato dagli Ausoni e, oltre alle fonti storiche e letterarie, sono stati i ritrovamenti di reperti archeologici che ne costituiscono la necessaria conferma.

L’archeologo Von Duhn scrive di un ricchissimo corredo di materiale archeologico rinvenuto in una necropoli di circa 140 tombe. Tale necropoli fu scoperta alle pendici del monte di Rocchetta e Croce, che, come è noto, sovrasta il luogo ove era situata l’antica Cales. In tali tombe, la cui caratteristica è del tipo a inumazione con copertura di pietre calcaree, furono rinvenute tantissime armi di bronzo e di ferro, soprattutto pugnali, punte di lancia ed elmi.

Lo studioso Giuseppe Carcaiso scrive che, in relazione alla necropoli di Rocchetta e Croce, possiamo dedurre che gli Ausoni potevano vivere in nuclei distinti e separati, sparsi sia in pianura che sul monte oppure vivere tutti a valle e seppellire i loro morti in montagna secondo le loro consuetudini e i loro riti.

Le testimonianze storiche di insediamenti extraurbani si arricchiscono nel periodo successivo, per cui negli anni che vanno dal VI al IV secolo a.C. la ricerca archeologica ci permette di evidenziare la presenza degli Ausoni in località Lagoscello- Palazzone dell’attuale comune di Riardo. Quindi, analizzando il territorio extraurbano dell’Antica Cales, possiamo ribadire che vi erano insediamenti di Ausoni nel corso del cosiddetto periodo protostorico.

Dell’importante testimonianza della presenza di Ausoni nel territorio dell’attuale comune di Riardo, scrive Stefano De Caro, riferendo di un’indagine archeologica degli anni 2006-2007 allorché furono ritrovate tombe a tegole e a cassa di tufo accompagnate da corredi. Particolarmente rilevante si mostrò una tomba principesca del V secolo a.C.

Attenendoci alle sole testimonianze del territorio extraurbano dell’Antica Cales sono gli insediamenti agricoli, le ville romane e i complessi artigianali del periodo romano a comunicarci in maniera rilevante la vasta estensione del territorio di Cales, in relazione a rinvenimenti archeologici importanti.

Il professor Stefano de Caro scrive testualmente che “tra gli insediamenti agricoli del territorio caleno, il più rilevante per i resti conservati è certamente quello di Bellona in località Madonna degli Angeli (coord. DMS: lat. 41°9’56.27”N; long.14°13’40.47” E).

In relazione alla villa romana vicina, dobbiamo pur dire che essa è da annoverare tra il territorio di confine del l’Ager Calenus con l’Ager Stellatis. In pieno Ager Calenus, sempre in territorio extraurbano dell’Antica Cales, annoveriamo ancora la presenza, nell’attuale territorio di Camigliano, in località Colonne Spezzate, dei resti di una villa rustica di età romana risalente al periodo tra la fine del II secolo a.C. e gli inizi del I secolo a.C.

Le coordinate fornite dal professore De Caro (DMS: lat 41°11’17.06” N; long. 14°12’45.75”E) ci indicano che si tratta esattamente del posto distante circa 2 km, in direzione nord-ovest dall’attuale centro abitato di Camigliano. Infatti lungo la strada provinciale che conduce a Giano sono visibili i resti di tale villa rustica. Di essa si conserva il criptoportico in opera cementizia con paramento in opera incerta, ossia con tecnica edilizia romana con paramento a conci tagliati, e alcune cisterne. Nella stessa area, Giano Vetusto, località Marotta (coordinate DMS: lat. 41°11’41.24’’N; long. 14°12’16.55’’) sono visibili i resti di un complesso artigianale di età romana, costituito da una cisterna, a cui sono affiancate una serie di vasche, trasformate in età medioevale in una chiesa consacrata al culto di San Giovanni Evangelista e noto localmente come il “tempio del dio Giano”. La struttura originaria risale al periodo tra la fine del II secolo a.C. e il I secolo a.C.

In tempi più recenti, nel territorio di Sparanise, è stata esplorata in località Briccelle una nuova villa romana, in seguito al tracciato della Tav. Tale villa fu costruita nel II secolo a.C. su una struttura di diverso orientamento e abitata fino al II secolo d.C. L’edificio si sviluppa intorno ad una corte scoperta centrale, con impianti termali nella parte settentrionale, magazzini e vani di servizio sui lati nord ed est, gli alloggi per la servitù sul lato nord, mentre in un cortile scoperto sono stati rinvenute fornaci per la produzione di laterizi e ceramiche, come anche una macina per il grano.

Molta più importanza, in relazione alla documentazione del nascita di Cales quale colonia latina nel 334 a.C., assume il rinvenimento delle fondazioni di un piccolo edificio a pianta quadrangolare, in comune di Sparanise nel 2005 nel corso della costruzione della centrale termoelettrica Calenia. Le coordinate DMS (lat. 41°10’39.50”N; long.14°6’52.28E) ci consentono di individuare il sito preciso in località ex Pozzi Ginori. In termini prettamente archeologici possiamo affermare che siamo a un km a sud del perimetro urbano dell’Antica Cales.

I materiali – come asserisce il professore De Caro - ci confermano che siamo nel IV-III secolo a.C. e quindi nel momento in cui l’antica Cales assurgeva a colonia latina. Nel contempo la scoperta del 2005 ha permesso di individuare una necropoli con un centinaio di tombe databili tra la fine del V secolo e la prima metà del IV secolo a.C. che sono state violate, ma ciò riguarda un’annosa questione che ha poca attinenza con la ricerca storica finalizzata a un necessario, doveroso e testardo rilancio, nonostante tutto, della area archeologica dell’Antica Cales.

Bibliografia:
Stefano De Caro - La Terra Nera degli Antichi Campani - Arte’ M - Napoli 2012

 

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