L’Amministrazione
Marrocco a rischio per aver lasciato la Stazione Unica Appaltante
PD Calvi Risorta, 19 maggio 2015
Lavori pubblici appaltati
dall’amministrazione Marrocco a rischio. L’Asmel non può
essere una Stazione Appaltante, parola di Raffaele Cantone, Presidente
dell'Autorità Nazionale Anticorruzione. Problemi seri per Marrocco, che con
delibera di G.M. del 30/06/2014, a pochi giorni dalla sua elezione a Sindaco ha
lasciato la Stazione Unica Appaltante a cui il comune aveva aderito ai tempi
dell’amministrazione Zacchia, per passare all’Asmel, (Associazione per la Sussidiarietà e la
Modernizzazione degli Enti Locali).
Cantone boccia l'Asmel:
rischio caos sugli appalti. Doccia fredda di Cantone sull'Asmel,
società consortile nata per aggregare gli appalti dei Comuni, in risposta ai
nuovi obblighi sulla centralizzazione degli appalti. Per il presidente
dell'Autorità Anticorruzione, che ha anche il compito di censire le stazioni
appaltanti e tenere l'albo dei soggetti aggregatori, la società non ha i
requisiti per svolgere nessuna delle due funzioni.
La delibera
Lo stop alle gare gestite da Asmel è nero su bianco nella delibera n.32 firmata da
Cantone il 30 aprile 2015 diffusa ieri dall'Authority. Il provvedimento nasce
dagli esposti promossi da Anacap, l'associazione
delle concessionarie di accertamento e riscossione dei tributi locali (settore
in cui si era da poco proposta anche l'Asmel), Ance,
Osservatorio regionale del Piemonte e Confindustria Cuneo. Il documento
rappresenta una secca bocciatura dell'operato svolto dalla società, partecipata
dal Comune di Caggiano (Sa), l'associazione Asmel e il consorzio Asmez, nato
nel 1994 per l'iniziativa di alcune aziende private. Per Cantone la società «non
può considerarsi legittimata ad espletare attività di intermediazione negli
acquisti pubblici, peraltro senza alcun limite territoriale definito». Con la
conseguenza che tutte le gare promosse da Asmel sono
da considerare «prive del presupposto di legittimità».
Le conseguenze
Una bocciatura non da poco se si pensa
che al momento sono 45 le procedure gestite da Asmel
per conto dei Comuni aderenti all'iniziativa e che nel corso degli anni le gare
promosse per conto degli enti locali sono state centinaia per un controvalore
di centinaia di milioni. Un servizio offerto ai Comuni aderenti (oltre 450 in
tutta Italia alla centrale di committenza, 1.900 all'associazione) a fronte di
un canone annuale stabilito in proporzione al numero degli abitanti e a una tariffa
di aggiudicazione pari all'1,5% dell'appalto posta a carico
dell'aggiudicatario. A queste gare di recente si è aggiunta anche la stipula di
tre convenzioni per la riscossione dei tributi locali con Gosaf,
Romeo Gestioni e Infotirrena.
Le motivazioni
In estrema sintesi sono due le obiezioni
mosse da Cantone e confortate anche da un parere dell'Avvocatura dello Stato.
La prima riguarda la presenza «seppur indiretta di società private nella
compagine consortile». La seconda riguarda l'operatività non circoscritta ad un
preciso ambito territoriale. Mentre, per l'Autorità la ratio
della centralizzazione sarebbe proprio quella di lavorare in un ambito definito
«per consentire anche la condivisione delle risorse umane e strumentali degli
Enti interessati, la razionalizzazione dei centri di spesa, la riduzione dei
costi di gestione e il conseguente risparmio di risorse pubbliche». Al
contrario, l'Asmel «agisce come un soggetto del tutto
autonomo» dagli enti locali aderenti che «conferiscono una sorta di
"delega" delle funzioni di committenza». Il punto ora è capire cosa
succederà alle gare gestite da Asmel e giudicate
illegittime da Cantone. Un timbro che rischia di invalidare le decine di gare
in corso e gettare un'ombra di regolarità anche sulle procedure già svolte per
conto dei Comuni che potrebbero essere travolte da un'ondata di ricorsi.
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