L’originaria destinazione della Grotta delle Fornelle
di Calvi Vecchia
Comune di Pignataro, 17
maggio 2015
Angelo Martino
Nelle
antiche strade di Cales vi sono numerose cavità scavate nelle pareti di tufo.
Queste nicchie sono i famosi “Fornelli” che hanno dato probabilmente il nome
alla grotta. L’originaria destinazione della Grotta delle Fornelle
di Calvi Vecchia ha interessato, come l’altra Grotta affrescata dei Santi, la
comunità degli studiosi internazionali.
Lo studioso francese Emile
Bertaux considera le due grotte di Calvi, quella
delle Fornelle e quella dei Santi, come le altre
campane, insediamenti monastici. Infatti, in “L’art dans
l’Italie méridionale”, opera pubblicata a Parigi nel
1904, in tal modo descrive la Grotta delle Fornelle: “E’
una grotta naturale regolarizzata a colpi di piccone sulla sinistra del rio dei
Lanzi a valle del ponte della via Casilina.
A piedi, vi si arriva per una strada dal fondo naturale in parte scavata nel
tufo, via Ponte delle Monache, il cardo maximus della
Cales romana; superata l’autostrada, al primo quadrivio si gira a sinistra per
via Forma, l’antico decumanus maximus,
in seguito a destra costeggiando il rio dei Lanzi
fuori dall’antica cinta muraria. Si può accedere anche dalla via Fornelle, l’antica via Latina, che incontra il cardo maximus poco prima del Ponte delle Monache”
Tali insediamenti
monastici, i benedettini, secondo il Bertaux, furono
destinazione originaria di religiosi provenienti da Cassino.
Amedeo Maiuri
ritiene, invece, che fossero stati semplicemente insediamenti realizzati da
eremiti. La studiosa Wettestein, oltre a condividere
la tesi di Bertaux, quale alternativa ritiene
possibile anche l’insediamento di monaci provenienti dall’Oriente.
Nel 1967 anche lo studioso
Kalby dedicò una ricerca storica che aveva proprio
quale titolo “Le grotte dei Santi e delle Formelle a Calvi”, ritenendo giusta
l’origine eremitica di tali grotte. Scrive testualmente Kalby:
“Tra le ipotesi formulate occorre innanzitutto rifiutare quella che vede qui
delle catacombe o che riporta l’origine a riti pagani nella zona, per accettare
invece la più verosimile e normale spiegazione delle cavità naturale adattate
in un primo momento da monaci eremiti e poi fatte affrescate dai fedeli”.
In base al suo interesse
prettamente architettonico concernente le due grotte, l’architetto italiano
Venditti, in uno studio del 1967, ritenendo le grotte affrescate di Cales
ambienti semplici, opta per la funzione di semplici oratori.
Hans Belting,
storico dell’arte tedesco, osserva che la maggior parte dei santi raffigurati
nella Grotta dei Santi è di origine latina e non orientale, non prendendo
specificamente posizione sulle origini delle formazioni ipogee, ritenendole
“oscure”. Lo studioso medievalista italiano Nicola Cilento rilancia la citata
tesi del Bertaux. Tuttavia lo studio più recente e
nel contempo ampio di Anna Carotti ritiene tali
ipotesi di originari insediamenti monastici alquanto improbabile.
La Carotti,
per confutare le ipotesi di pur eminenti studiosi internazionali, prende in
considerazione la notevole altezza delle due grotte, sia quella delle Fornelle che la Grotta dei Santi, e in particolare l’esame
degli affreschi della Grotta delle Fornelle, che
furono fatti eseguire da laici e non da religiosi. In particolare l’affresco
dell’Ascensione fu commissionato dal conte Pandolfo e
da sua moglie Gualferada nel XI secolo.
A tal riguardo possiamo
aggiungere ciò che scrisse Pietro Palumbo, che fu
arciprete di Sparanise e di Pignataro Maggiore,
appassionato di storia dell’agro caleno: la grotta risale al 1023 circa ed è
“di una immensa importanza artistica, storica e teologica per un affresco che
va deperendo. Vi è raffigurata infatti l’Ascensione di Gesù al cielo tra angeli
e santi..“. Ma più grande è l’importanza teologica a causa di una didascalia
che traduciamo dal latino: “Uomini di Galilea, Gesù è stato assunto in cielo;
egualmente la genitrice la vedrete andare in cielo.
Inoltre la Carotti cita la decorazione della cappella che fu pur essa
commissionata da laici, segnatamente da Icmundo e dai
suoi familiari. Nello studio del 1974, l’archeologa Carotti
fa sua la tesi della Grotta delle Fornelle quale
originaria cappella funeraria di signorotti del luogo, successivamente divenuta
ambiente di culto e gradualmente arricchita della cappellina
con l’altare e di nuovi affreschi. Più specificamente scrive: “Si potrebbe
supporre che la Grotta delle Fornelle sia sorta come
cappella funeraria di notevole rilievo e poi trasformata in edificio
cimiteriale di culto. E’ interessante notare come il taglio ovoidale della
volta delle due cripte gemelle, soprattutto della seconda, e la loro forma alta
e stretta ricordino in parte la struttura delle tombe medievali”.
Quindi, una volta divenuta
ambiente di culto, la grotta ha assunto anche la funzione di chiesa del
cimitero.
La studiosa cita ancora l’iscrizione presente nell’affresco con storia di
Giovanni Battista (PINGERE FECIT VOX Q LEGITIS ORATE EU AT DEU) che ricorda le
invocazioni di iscrizioni funerarie paleocristiane. Pertanto lo studio più
recente mirato ad una completa analisi strutturale ma soprattutto decorativa
della Grotta smentirebbe le varie ipotesi dei citati studiosi internazionali,
che hanno ravvisato in essa la funzione di insediamento monastico benedettino.
Infine la Carotti, sulla base dello studio di Belting,
che ci indica che la Grotta delle Fornelle fosse
dedicata a Tutti i Santi, come ci provano sia la parte finale del primo tratto
dell’iscrizione della parete destra della cappella (OMIU SANTORU) che la data
dell’anniversario della dedicazione dell’altare, primo novembre, aggiunge che
non si può non pensare a un collegamento di tale festa di Ognissanti con la
celebrazione del ricordo di tutti i defunti, ulteriore elemento a conforto
della tesi della funzione cimiteriale della grotta.
Bibliografia:
Costanza Limata - Le
grotte sul territorio di Benevento e Caserta – Napoli - 1967
Anna Carotti
- Gli affreschi della Grotta delle Fornelle a Calvi
Vecchia - Consiglio Nazionale delle Ricerche - Roma - 1974
AAVV – Cales - Dalla città
medievale alla città antica - Recenti scavi e nuove acquisizioni a cura di
Colonna Passaro - Ministero per i Beni Archeologici
di Caserta e Benevento - 2009
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