IL POETA CALENO GINO IORIO OMAGGIA UNA SUA OPERA ALLA “CASA SERENA” DI ITRI

Redazione Calvi, 10 aprile 2015

Grande manifestazione alla “Casa Serena” di Itri dove il poeta Caleno Gino Iorio ha trascorso un’intera giornata in segno di solidarietà sociale per gli ospiti della stupenda casa famiglia voluta dalla Cooperativa Onlus “Terra Magica” alla quale il poeta collabora attivamente.

Toccante e non priva di emozioni è stata la lettura di una lirica che il poeta ha voluto dedicare alle persone anziane che vivono in quella comunità. Il critico letterario Prof. Nicola Di Monaco non si è risparmiato parole di denso e profondo significato morale da accompagnare alla poesia.

L’opera, incastonata in una preziosa cornice contenente, al suo interno, l’effige in argento della Madonna di Pompei, è stata donata dall’artista ed esposta nella sala riunione della struttura.

 

Qui di seguito l’opera e la nota critica:

Comunità Casa Serena – Itri

31 marzo 2015 ore 17:30

LE AMICHE  DELLA “CASA SERENA”

Ecco!

sono arrivato

al posto dei giusti

dove il tramonto

si osserva lungo

la collina della vita.

Tutte insieme, tutte

a godere la pace del mondo.

E mentre il sole della vita

si perde nel tormentato mare

dell’esistenza,

mi onoro donarvi

questi pochi attimi del mio esistere

con Amore.

 

NOTA CRITICA

Capua Antica, 03 aprile 2015

Cent’anni. Mitici. L’attraversamento di un secolo. Ed ora, accumulati tanti ricordi – spesso  un vaso di Pandora dove a resistere è stata solo la speranza – un incontro inatteso. L’incontro con un poeta, uno che costruisce e regala nuvole e sogni, fatti di parole.

Le Demoiselles d’Avignon di Picasso non sarebbero più attente, né più allegre, di questo Gruppo d’autunno con “centenaria”. L’atmosfera morbida e gommosa dei primi giorni di primavera si stempera e l’orizzonte del mare, una volta tanto, assume la freschezza e i colori delle farfalle.

Tra il Lago di Fogliano e il mare, a Itri, la Comunità Casa Serena. Nella quiete di un porto, le vele di bolina a riposo, si consumano sogni mai vissuti, affogati nel turbine di anni veloci, la frenesia a dettare tempi e regole del gioco. Qui, è pace e silenzio. Non ci sono baccanti, ma discrete Sibille di Cuma in grado di leggerti la mano e di guardarti negli occhi.

Hanno vissuto ed ora, dopo il calore dell’estate e le sferze di mille soli, godono i colori del loro autunno, ebre del vino della vita e stanche di correre verso mete inaccessibili ai mortali. Hanno messo da parte la lampada di Aladino, vivono il chiacchiericcio delle Ondine del Reno e l’attesa di Odino, il Dio del tuono.

Gino Iorio, per loro, è Ulisse che approda nella Valle del vento e ciascuna di loro ha qualche accento della leggerezza di Nausica. E l’incontro si scioglie in un canto corale: “tutte insieme, a godere della pace del mondo”. La quarta età diventa per il poeta “la collina della vita”, dalla quale guardare senza rimpianti il cammino che si è fatto, circondate dall’amore solidale “del posto dei giusti”.

Il poeta è tutt’uno con loro. Non sarà certo un caso che per gli antichi greci l’aedo, il vate che girava di paese in paese con il suo bagaglio di novità e le sue stelle filanti, aveva barba e capelli lunghi e tanti segreti da condividere. Un’ora, un’ora sola.

Ma il pomeriggio del primo aprile dell’anno di Cristo 2015 resterà a lungo, forse per sempre, nel cuore delle Demoiselles d’Itri e di un poeta che, da tempo, ha dato le spalle alla Grotta di Alì Babà e si è trasferito sul Parnaso, nel regno dorato degli Dei e della poesia.

 

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