Scoperta l’antica strada romana Teanum-Cales
Elio Zanni, 08 aprile 2015
«Per una volta, volendo, potremmo
affermare che la modernità sta aiutando la storia; la ricerca, la ricostruzione
cronologica. Grazie ai lavori di posa in opera della fibra ottica per i
collegamenti telefonici ad alta velocità, infatti, saremo in grado di
arricchire le nostre conoscenze sulle strade romane dell'antica Teanum Sidicinum, raccogliere
elementi utili sulla loro reale composizione, sulla grandezza e forma dei basolati, sull'orientamento, sull'andamento e soprattutto
sull'inclinazione del piano di scorrimento rispetto all’asse orizzontale.
Notizie finora cristallizzate, per molti tratti, solo in linea teorica».
Stanno scavando da settimane su tutte le
strade della città sidicina le imprese, per conto
della società telefonica. Non senza provocare, giocoforza, interruzioni degli
allacciamenti idrici o di altri sotto-servizi spesso collocati, però, a pochi
centimetri di profondità; e quindi in posizione vulnerabile, fuori norma. Ma
sull'altro piatto della bilancia, e siccome non tutti i mali vengono per
nuocere, come ha lasciato intendere, ieri, il funzionario archeologo, direttore
degli uffici dei beni archeologici Teano, Antonio Salerno, Coordinatore presso
la soprintendenza archeologica della Campania, nonché direttore del museo
archeologico di Teano, ecco che c’è dell’oro: tra le vecchie condotte
arrugginite e sotto il malandato e indegno mando di asfalto dell'attuale viale
dei Platani, sono spuntati fuori i segni e i simboli, incancellabili, per
fortuna, della storia millenaria di Teano.
Si tratta dell'antico basolato ciclopico di epoca romana che collegava niente
poco di meno che: Teanum con la non meno antica
Cales. Di questa strada, dalla quale si staccavano molti diverticoli (quelle
che oggi chiameremmo bretelle di collegamento, fino a creare un fitto reticolo
viario) al servizio dei principali insediamenti suburbani, sarà ora possibile
conoscere l'andamento (con un'opera di geo-localizzazione)
e soprattutto l'inclinazione rispetto all'asse orizzontale e nei confronti del
soprastante tappeto stradale. Ma se la nuova emergenza archeologica pone un
definitivo sigillo di autenticità sul rapporto privilegiato che esisteva tra i Sidicini e il popolo caleno, si può ben dire che comprovi
anche le capacità di spostamento e quindi di comunicazione di Teanum con la via Latina; e quindi con la ricca Allifae (città sannitica che batteva moneta già dal V
secolo a.C.) e quindi con Roma. Anzi, oltre alle altre strade (l'Appia e
l'Adriana, sul versante opposto) ci sono tracce evidentissime che indicano come
la via Latina discendeva direttamente verso località Passerelle e Sant'Amasio, sempre in tenimento di Teano, con un itinerario
panoramico che chiudeva poi, meraviglie delle meraviglie, sulle mastodontiche
terrazze artificiali che reggevano il santuario di Popluna:
antichissimo sito di culto, fatto risalire al VI
secolo a.C.
Ma cosa ne sarà della via Teano-Calvi, della strada finora misteriosa che univa i due
popoli amici?
«Le opere che si stanno facendo non
andranno a intaccare il piano antico - assicura Salerno - Alla fine, dopo i
rilievi, e sotto l'occhio nostro attento e degli esperti della Capys archeologia di Santa Maria Capua Vetere
- sarà posata membrana in grado di far traspirare il basolato
e nel contempo difenderlo anche meccanicamente dagli insulti del traffico. Sarà
questo il modo in cui affideremo l'antico tracciato al futuro».
L'occasione sarà propizia anche per
saperne di più sugli antichi canali di regimentazione
delle acque meteoriche che affiancano la strada romana e persino sulle condotte
idriche.
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