Danni e incendi all'azienda agricola bio, il titolare: «Basta, ora
denuncio»
Il Mattino, 21 Marzo 2015
«Credetemi, adesso è
troppo anche per persone come noi: poco impressionabili. Ma cominciamo a sentire
il peso dell’accanimento, la sensazione di azioni mirate e poste in essere, Dio
non voglia, su commissione. Per questo non mi vergogno ad ammettere che ci
sentiamo in pericolo». Furti di beni aziendali, un’automobile rubata a Calvi
Risorta e fatta ritrovare a Santa Maria Capua Vetere.
Due roghi dolosi per danni che sono andati sempre oltre i 20mila euro. E
persino un messaggio da paura, scritto su di un pezzo di carta; come un pizzino: «Fate quello che bisogna fare, comportatevi come
bisogna comportarsi». Il tono è inequivocabilmente camorristico.
Poi c’è la cosa peggiore:
la paura per la propria incolumità e per quella dei familiari e dei
collaboratori. Alle sorti dell’azienda La Costa, infatti, sono legate ben
cinque famiglie. No, non voleva proprio, Antonello Bonacci,
dare in pasto dell’opinione pubblica queste grigie pagine di storia degli
ultimi due anni dell'azienda di cui è comproprietario, ma che è guidata da suo
nonno, Antonio Bonacci. E si tratta di una delle più
antiche e grosse attività regionali di coltivazione biologica di prodotti
agroalimentari, soprattutto limoni, con terreni a Calvi Risorta e Caianello.
Ma quando, ieri mattina,
ha ricevuto, proprio da suo nonno, al telefono, la notizia dell’ennesimo
incendio che la notte prima aveva divorato ventimila metri quadri di teli
tecnici di protezione e danneggiato le colture in atto su una delle perle
dell’azienda, il fondo agricolo La Costa, situato nella frazione Petrulo, ha
realizzato che, forse, era meglio rendere tutto pubblico.
Ora le indagini sono in
corso per individuare la matrice dei fatti accaduti.
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