Calvi e Pignataro furono saccheggiate nel 1648 per la riconquista di
Calvi
Comune
di Pignataro, 21 marzo 2015
Angelo Martino
La
varietà e la ricchezza delle interpretazioni storiografiche sulla rivolta di
Masaniello del 1647/48 possono contenere un ragionevole motivo di soddisfazione
per gli storici, dato che hanno arricchito la ricerca e affinati i punti di
vista, con acquisizioni che concorrono a darci un quadro delle ribellioni che
più si avvicina alla realtà e meglio ne interpretano il variegato e complesso
svolgimento. Naturalmente, per tale rivolta, come per qualsiasi altra questione
del dibattito storiografico, non si può prescindere dalla considerazione che le
integrazioni, gli aggiornamenti e le rettifiche restino basilari ed
inevitabili.
Lo
storico di Pignataro Maggiore, Antonio Martone, nel
volume Storia di Pignataro in età moderna - Il seicento - (prima parte), fa
riferimento alla pagine di Nicola Borrelli in Memorie storiche di Pignataro
Maggiore, a “Il foglio” di Don Pietro Palumbo che a
sua volta cita lo storico Barone Ricca. Quindi si attinge a fonti autorevoli
per comunicare che il 4 gennaio 1648, Calvi fu saccheggiata e il palazzo
vescovile bruciato con il prezioso archivio, dal duca di Maddaloni Diomede Carafa per una vendetta trasversale contro il vescovo di
Calvi Gennaro Filomarino.
Il ricercatore Lorenzo
Izzo, sulla base di documentazioni che non erano state tenute nel giusto conto,
in particolare i volumi II e III del “Diario di Francesco Capocelatro
contenente le cose avvenute nel Reame di Napoli negli anni 1647- 1658”,
sostiene che le cose andarono ben diversamente. Diomede Carafa
non intraprese alcuna vendetta trasversale contro il vescovo di Calvi. Il saccheggio
di Calvi e di Pignataro sono da ricondurre alla riconquista di Calvi da parte
delle truppe realiste, comandate da Ottavio Del Pezzo, dopo che Calvi era stata
conquistata da Domenico Colessa alias Papone, che già con i suoi 4000 uomini, aveva preso possesso
di vari territori nell’alto casertano, proclamando una repubblica, Ovviamente
il tutto si rapporta alla rivolta di Masaniello.
Il Papone
uccise barbaramente, tramite decapitazione, il Governatore regio e la sua
famiglia, e in tal modo fu altrettanto spietata la reazione dei realisti di
Ottavio del Pezzo, allorché riconquistarono Calvi, saccheggiando il paesello e
distruggendo il Palazzo Vescovile.
Pignataro, invece, fu
saccheggiata da Diomede Carafa, ma semplicemente
perché costui, al servizio di Filippo IV, puntando su Calvi, arrivò a Pignataro
ed era suo costume con la sua banda di sgherri saccheggiare i territori e
derubarli.
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