MARROCCO: “Spero nella ragionevolezza dei giudici”

Il Mattino, 03 marzo 2015

Elio Zanni

«Ma vi pare giusto che io, Giovanni Marrocco, sindaco pro tempore di Calvi Risorta, rimanga vittima delle disattenzioni del presidente e degli scrutatori del seggio elettorale numero quattro? È terribile, ma esiste davvero la possibilità di nuove elezioni per gli iscritti al seggio numero quattro, dove alla prova del riconteggio manca una scheda elettorale vidimata».

Afflitto, di più, angosciato. Il primo cittadino, medico di famiglia per professione e politico per passione, non riesce proprio a capacitarsi al pensiero di affrontare, dopo meno di due anni di amministrazione «costellati di cose fatte, sfidando l’impopolarità», un nuovo confronto elettorale. L’incubo è il confronto uno contro due. Marrocco contro i due mancati sindaci: Giovanni Lombardi (l’artefice del ricorso elettorale) e Antonio Caparco; i quali, volendo, potrebbero decidere di unire le forze.

Eppure il Tar (basandosi su precedenti sentenze) potrebbe decidere proprio questo; anche se limitatamente a un singolo gruppo di cittadini, poco più di 900 elettori invitati a tornare alle urne. A questo punto, ragionando in negativo, per evitare il commissariamento, l’attuale amministrazione potrebbe anche decidere di rassegnare le dimissioni. C’è chi spera nella clemenza dei giudici, ma il papocchio al seggio è innegabile. La commissione elettorale oltre a scoprire l’assenza di una scheda ha lavorato anche sulla mancata attribuzione di 20 preferenze alla candidata Ivana Gatti e di altrettante preferenze alla candidata Pina Pitocchi, sulla presenza di schede recanti il simbolo del comune di Moiano e non di Calvi, 31 delle quali scovate tra le schede autenticate e non utilizzate, di cui tre scrutinate e una sostituita, sulla non corrispondenza tra il totale delle schede autenticate, riportato nel verbale, e il totale delle schede autenticate rilevato in fase di verifica.

Il risultato del papocchio: 909 schede autenticate e verbalizzate messe a verbale, ma solo 908 schede rinvenute in sede di riconteggio. Ed ecco che sul seggio si staglia lo spettro della scheda ballerina. Ma siccome siamo a Calvi e non sul set di Gomorra, riesce più facile pensare che la scheda possa essere finita nell’altro plico presente nei seggi, quello delle elezioni europee, che utilizzata con il trucco della scheda già votata da imporre davanti ai seggi agli elettori dai quali, di volta in volta, farsi restituire quella vergine. Per questo in maggioranza c’è chi spera in meglio. «Mi aggrappo alla ragionevolezza dei giudici amministrativi - soggiunge Marrocco - perché anche con una scheda mancante le mie 1.468 preferenze restano tali e rappresentano una volontà popolare inequivocabile».

 

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