BLITZ INTERFORZE ALLA CAVA FABBRESSA PER SCRIVERE L’ULTIMO CAPITOLO DI UNA STORIA CHE DURA DA 8 ANNI
Calvirisortanews, 08 marzo 2015
Ex cava FABBRESSA, con un
vero e proprio blitz interforze, l’area già chiusa dal mese di Gennaio 2015
dalla giunta Marrocco come scavo di materiale destinato all’edilizia, è stata
passata al setaccio ieri l’altro dalla Forestale, dagli uomini della Polizia
provinciale e dalla Polizia Locale, oltre che dal personale dell’Ufficio
tecnico comunale; ad essere assenti, nonostante invitati, sono stati i
Carabinieri della locale stazione e gli addetti dell’ufficio Ecologia della
provincia di Caserta, sicuramente impegnati in altre attività irrevocabili,
magari in un nuovo invito parteciperanno di certo.
Occhi puntati, nuovamente,
dunque, sul sito ubicato sulla provinciale che dal bivio di Calvi porta
all’incrocio con Sparanise. Lo scopo è stato quello
di controllare l’andamento dei lavori di messa in sicurezza come è previsto dal
progetto e quindi gli adempimenti contrattuali. Infatti, questa storia della
cava Fabbressa, poi diventata cantiere per rinterro di materiale inerte è
intessuta di problemi di ambiente da sempre denunciati dalla redazione
(www.calvirisortanews.it), attività produttive che non si è mai capito quanto
produttive e di certificati antimafia che mancano, poi ci sono e poi mancano di
nuovo, come dall’ultima nota della prefettura di Caserta, che ha
definitivamente ritirato la certificazione antimafia alla famiglia Iorio di
Calvi Risorta.
La ditta che sta eseguendo
i rinterri, la stessa che conduceva la cava, non avrebbe avuto nessun problema
a favorire i controlli. Eppure, a valle delle verifiche e dei rilievi, i
preposti avrebbero deciso ugualmente di vederci chiaro e di spedire nei
prossimi giorni tutto alla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Non solo, con un apposito atto congiunto, i verificatori
avrebbero anche interessato l’Arpac, che dovrebbe
intervenire con un nuovo sopralluogo da stabilire prossimamente. Una simile
procedura viene posta in essere, da manuale, nei casi in cui uno dei titolari
dell’impresa non possieda più la certificazione antimafia ovvero nei casi di
presunte difformità tra il progetto di ripristino dei luoghi e i lavori
effettivamente eseguiti, oppure, come nella fattispecie, in corso d’opera.
Sul luogo hanno lavorato
in sinergia e al cospetto del personale della Casertana Recuperi, i vigili del
commissario FABIO REMINO, gli uomini del Corpo forestale dello Stato diretti
dal comandante VINCENZO GATTA e i tecnici comunali con la supervisione del capo
della ripartizione tecnica di Calvi Risorta, DAVIDE FERRIELLO. La valutazione
in corso si potrebbe concludere con l’emissione di un nuovo provvedimento di
sequestro dell’ex cava. Tutto dipenderà dall’esito degli accertamenti tecnici,
dalle volontà che emergeranno dall’incontro tra i preposti ai controlli, già
programmato come tavolo tecnico per la prossima settimana nella sala del
sindaco di Calvi Risorta, GIOVANNI MARROCCO.
Poi c’è la partita più
grossa, la persistenza del certificato legale. L’aria che spira è quella di una
volontà generale a chiudere una storia che va avanti dal lontano 2005, data
della prima revoca delle autorizzazioni. Una storia che ha attraversato ormai
ben tre amministrazioni comunali, essendo passata tra le mani degli ex sindaci,
ANTONIO CAPARCO, GIACOMO ZACCHIA e infine, nelle mani del più ostico e diffidente,
verso certe attività a rischio, l’attuale sindaco Giovanni Marrocco, che ha
deciso di fare politica sana a Calvi Risorta, stando lontano da ogni intreccio
che, potrebbe compromettere l’attività politica targata Marrocco.
Visita www.CalviRisorta.com