Il roadbook
storico culturale della Randonnée delle Sorgenti
organizzato dalla calena “Lente Festina 2015”
Cicloamatoriale,
07 marzo 2015
Riardo (Caserta) – Un viaggio
all’insegna dell’esplorazione della storia che ha segnato l’Alta Terra di
Lavoro o Campania Felix, vale a dire il territorio dominato dai massicci del Matese, Roccamonfina e Montemaggiore, terra campana ma di antichissima tradizione
sannitica. Un tracciato che si interseca in più punti con la Via Francigena, che documenti antichi e toponimi superstiti
testimoniano a cavallo delle Alpi: a Lione, in Piemonte, Lombardia, Toscana,
Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia. Nel tratto dell’ Alta
Terra di Lavoro il reale percorso della Via Francigena
era sull’asse con la via Latina o Casilina, lungo le
valli del Sacco e del Liri. Un’ appuntamento con la storia che affascina anche Luca
Bonechi, presidente dell’Associazione Audax Randonneur Italia, e Carlo
Sulas responsabile dell’attività ARI nel Meridione
che hanno espresso il desiderio di partecipare alla prima edizione della Randonnèe delle Sorgenti che prenderà il
via Domenica 22 Marzo, con partenza alla francese dalle ore 8
alle 9, dal Parco delle Sorgenti, dinanzi lo stabilimento Ferrarelle,
e si concluderà nei pressi della Masseria delle Sorgenti Ferrarelle.
La manifestazione, prima prova
dell’evento caleno Festina Lente 2015, si terrà sulla distanza di 200
chilometri, come brevetto randonnèe valido per la
qualificazione all’Olimpiade del Cicloturismo, la Parigi Brest
Parigi di 1200 chilometri in programma dal 16 al 20 Agosto.
Dopo la partenza i ciclisti
transiteranno a Teano, ove secondo la tradizione si sarebbe svolto,
presso il ponte di Cajanello, odierno ponte San Nicola,
nella frazione di Borgonuovo, lo storico incontro tra
Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, tramandato con il nome di
“Incontro di Teano”. L’incontro è entrato di diritto nella storia d’Italia ed
ebbe il significato di una adesione del generale, che aveva guidato la
spedizione dei Mille, alla politica di Casa Savoia. Spinti dall’italico
orgoglio i partecipanti continueranno a pedalare verso Roccamonfina.
La sua storia è legata all’omonimo, imponente e generoso vulcano che si spense
70000 anni fa, ma oggi Roccamonfina è una ridente
cittadina che nulla ha sacrificato alla modernità: boschi di castagni
secolari che vengono ancora curati con tecniche antiche e faticose, ma
rispettose per la natura; acque dall’indiscusso valore curativo; ritmi di vita
che riconciliano mente, corpo ed anima; un’umanità accogliente, semplice che ha
sapore d’antico, ma che non disconosce i vantaggi della modernità senza però
esserne condizionata. Roccamonfina è uno dei comuni
che ha firmato un protocollo d’intesa per la riscoperta e la valorizzazione
della Via Francigena nell’Alta Terra di Lavoro, su
iniziativa e con l’assistenza tecnico scientifica del Centro Studi sul Medioevo
di Terra di Lavoro. Studi che hanno portato all’inidivuazione
del Cammino di San Benedetto sulla Via Francigena, da
Montecassiano a Mignano Montelungo, trenta chilometri che possono essere percorsi a
piedi a cavallo o bicicletta.
La tragica storia di San Pietro
Infine, località che occupa l’angolo settentrionale della
provincia di Caserta che si incunea tra Lazio e Molise, è di quelle che segnano
per sempre un territorio e le popolazioni che lo occupano. L’antico borgo è
arroccato su di uno sperone di roccia immerso in un territorio verdeggiante. La
Seconda guerra mondiale decimò la popolazione. Durante i bombardamenti molti sanpietresi si rifugiarono in quelle che vennero chiamate
“grotte della valle”, altri si rifugiarono sul monte Sambucaro.
Le immagini di quei tetri momenti sono state ritratte nel documentario The Battle of San Pietro di John Huston. Sul tratto della Linea Gustav che comprendeva
San Pietro Infine e Mignano Montelungo
per la prima volta i soldati italiani combatterono al fianco degli alleati.
Oggi l’antico centro storico è divenuto Monumento Nazionale e si identifica con
il PARCO DELLA MEMORIA STORICA, il cui Museo Multimediale è stato
progettato e costruito dal celebre scenografo Carlo Rambaldi. Nel Parco della
Memoria Storica e nel Museo si svolge un interessante Festival Del Cinema,
documentario e reportage giornalistico di guerra la cui prima edizione ha avuto
come titolo “Storie nella Storia”.
Il piccolo borgo medievale di Mignano Montelungo conserva
il Castello che fu dei Fieramosca, dei quali è famoso
Ettore eroe della disfida di Barletta e rappresenta un’eroica pagina della
storia italiana con le battaglia per lo sfondamento della linea del Volturno.
Oggi a ricordo di questi tragici momenti restano il Museo Militare e il
Sacrario che i ciclisti potranno vedere lungo il percorso. Lo sconfinamento in
terra molisana porterà i randagi a Venafro, località la cui fondazione è
attribuita a Diomede, personaggio della mitologia greca, figlio di Tideo e di Deipile. Comune ricco
di castelli, chiese e palazzi oltre a testimonianze storiche delle dominazioni
delle diverse popolazioni che abitarono questo territorio. L’affascinante
passaggio sul ponte a 25 archi di Roccarovindola
e a Capriati al Volturno porterà i ciclisti a scoprire uno dei luoghi
più incantevoli della penisola, Fontegreca
e la sua Cipresseta.
La cipresseta
naturale di Fontegreca si estende per 40 ettari al di
sopra della cittadina, nel bosco degli Zappini e il
fiume Sava che forma una serie di cascate e vasche
naturali di acqua fresca e cristallina, ed è meta di turisti, per la sua aria
salubre, e di ricercatori botanici, per la rarità del tipo di cipresso, unico
in Europa e nel mondo. Qui è posto il primo ristoro e controllo della Randonnée. Emozioni positive mettono in
condizione una persona di affrontare qualsiasi situazione, perfino quella più
difficile, così dopo aver ammirato la bellezza della Cipresseta
i partecipanti alla Randonnèe troveranno nelle
istantanee di questo luogo fiabesco l’entusiasmo per portare a compimento la
loro prova e la conquista del brevetto sulla distanza dei 200 chilometri.
Dopo Gallo Matese
i randagi entreranno nel cuore del Parco del Matese
raggiungendo la località di Letino, dominata
dal Castello che ospitava una guarnigione permanente destinata a sorvegliare la
zona dell’Alto Matese. Da non perdere le Grotte di
Cauto, complesso di cavità naturali costituite da un ramo ancora percorso
dall’acqua e da un ramo fossile visitabile. Il secondo ristoro è situato a
Castello Matese (Bar Gelateria Summer Time in via Matese) comune a ridosso del confine tra Campania e Molise
che conserva i resti dell’antico castello medievale costruito in epoca
normanna. Dopo la seconda sosta i partecipanti entreranno in un territorio
ancora incontaminato alle pendici meridionali del Matese,
ai piedi del Monte Cila, della Terrazza di Castello e
del Muto, ed allo sbocco di tre valli, Paterno, del Rivo e del Torano, ove sorge Piedimonte
Matese.
Si entra nella parte finale del percorso
e il castrum romano circondato dalle mura romane di
epoca sillana annuncia la Città di Alife. Le leggende che narrano della sua fondazione
sono molteplici, alcune addirittura vedono come padre fondatore il biblico
Noè o addirittura Enea. Gli studi invece hanno evidenziato con tutta
probabilità che la nascita del borgo sia dovuta agli Osci nel V secolo
a.C. grazie ai quali Alife raggiunse i primi fasti
e fu dotata addirittura di una propria zecca ed una sua moneta. Successivamente
divenne capitale dei Sanniti prima di cedere nel 326 a.C. al dominio di
Roma, furono proprio i romani a ricostruire per intero la pianta e a dotarla
delle mura di cinta che ancora oggi in buona parte sono conservate e
ammirabili. La Cattedrale custodisce, dall’età normanna, le spoglie di San
Sisto Papa. La storia dei Papi di questa terra continua con il Castello di S.
Angelo di Raviscanina che diede i natali a
Celestino V.
Vairano Patenora è un borgo medievale ricco di tradizioni e folclore,
a dominare questo attivo centro che sorge tra il massiccio del Matese e il Parco regionale di Roccamonfina
Foce Garigliano è il diruto e possente Castello che
domina il colle e il sottostante abitato medioevale cinto di mura e torri.
Nella piana l’abitato moderno, sui monti mura megalitiche e ruderi di chiese e
fortezze rammentano l’età sannitica e quella medievale. L’Abbazia della Ferrara
eretta nel 1711, fu la prima casa cistercense e il primo edificio gotico nel
Regno di Napoli. Un gioiello è la cappella di Malgerio
Sorel o dello Spirito Santo che custodisce l’affresco
di fine ’200 della Madonna tra i Santi Pietro e Paolo sotto ai quali è ritratto
Fra Pietro del Morrone, che in seguito divenne
Celestino V. Lasciato l’abitato di Vairano Patenora, i ciclisti raggiungeranno un’ altro borgo
medievale, Pietravairano, dominato dal
Castello che conserva mura megalitiche e di un tempio teatro. Il paese ha
ospitato le venerande spoglie di Celestino V nel 2011.
A Pietramelara,
luogo ricco di storia e monumenti, i partecipanti tireranno un sospiro di
sollievo, le difficoltà altimetriche sono ormai terminate e l’arrivo a Riardo,
alla Masseria delle Sorgenti Ferrarelle, segnerà il termine di questo
faticoso quanto entusiasmante viaggio nella storia.
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