DIFFAMAZIONE: L’EX SINDACO GIACOMO ZACCHIA
CONDANNATO A 4 MESI DI CARCERE. PENA SOSPESA
Calvirisortanews,
26 febbraio 2015
A volte accadono
degli eventi che ti fanno sembrare che il mondo giri a testa in giù. Come
quando, per esempio, è un politico, in questo caso un ex sindaco, ad essere
condannato per diffamazione e non il giornalista. Ebbene, amici lettori il caso
che riporto è vero e ci riguarda direttamente, riguarda voi, la città di Calvi
Risorta, il suo ex sindaco Giacomo Zacchia e il
sottoscritto, editore di questo sito internet.
Con una sentenza
emessa martedì scorso dal giudice Stefania di Stasio
e acquisita ieri, infatti, l’ex sindaco Zacchia è
stato condannato a 4 mesi di carcere, pena sospesa, oltre che al pagamento
delle spese della parte offesa (il sottoscritto Vito Taffuri)
e al pagamento delle spese legali.
La sentenza, chiude
la prima fase della vicenda giudiziaria che vede coinvolto Zacchia,
per le frasi contenute nelle missive che lo stesso aveva inviato, quando era
ancora in carica, a vari organi dello Stato, in particolare al Ministero della
Giustizia e a quello degli Interni nelle quali si dichiarava vittima di una
campagna diffamatoria a mezzo stampa ad opera, a suo dire, del sottoscritto
agente di Polizia penitenziaria e proprietario di un sito internet che come tutti
sanno non ha finalità lucrative, non ha finalità politiche e scrive solo
verità.
Per questo, appena
ho avuto certezza della lettera e del suo autore, mentre sul mio collo pendeva
una specie di ghigliottina (avrei rischiato grosso se anche una delle affermazioni
di Zacchia fosse risultata vera), decisi di chiamare
il mio avvocato, la gentilissima e brava Letizia Di Rubbo,
e di denunciare l’ex sindaco per diffamazione. Le altre cose che so e posso
riferirvi (cari lettori) è che le indagini sono state condotte dal Pubblico
Ministero, Marco Silvio Guarriello, della Procura
della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
È di oggi la
definizione in primo grado della controversia, con una pronuncia di
colpevolezza, ove la parte offesa, costituitasi parte civile, (io) Taffuri, assistito dall'avvocato Letizia Di Rubbo, ha anche avuto modo di sviscerare la questione e
articolo su articolo dimostrare (come del resto già appurato da Guarriello) che ogni affermazione era legata a fatti
realmente accaduti e che quindi, non c’era nessun intento diffamatorio contro Zacchia.
Ecco come le parti
si sono invertite. L’accusatore è diventato accusato, indagato e condannato. Se
fosse stato per me non avrei mai iniziato questa storia, non mi piace
frequentare i tribunali, preferisco le piazze, le vie pubbliche, i prati verdi,
le spiagge, le montagne. Ma, amici miei, ci sono stato trascinato. Del resto
non è la prima volta che mi capita e con il mio avvocato potrei farvi l’elenco
dei tentativi di farmi assegnare una condanna lunga come un rosario per casi
finiti tutti con l’archiviazione. Ed è stata solo per mia volontà che non ho
voluto continuare, altrimenti avrei potuto, come si dice, fare i soldi. Ma
voglio mantenere fede al mio ideale, al mi stile di vita e lasciare che siano i
fatti a darmi ragione, senza mai forzare la mano.
Nel caso ultimo,
poi, il giudice ha inoltre concesso all'imputato Zacchia
le circostanze attenuanti generiche ed ha escluso la contestata aggravante. Mi
fermerò? Andrò avanti? Non posso ancora dirlo (non dipende mai solo da me, c’è
il mio legale e c’è l’altra parte in causa) una cosa è sicura calvirisortanews andrà avanti, per continuare ad essere la
vostra finestra aperta sulla città.
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