Lo straordinario Teatro di
Teano: tra i più grandi del mondo romano
Vesuvio Live, 15 febbraio 2015
Una volta, nella Campania
Settentrionale, nel territorio compreso tra il vulcano di Roccamonfina (Mons Mefineus), gli ultimi rilievi Trebulani, il Monte Massico e la piana costiera, abitava
un popolo, quello dei “Sidicini“.
Si trattava di un gruppo tribale di stirpe italica e di lingua osca,
organizzato in villaggi e scanditi da piccoli nuclei di necropoli e proprio nella
seconda metà del IV secolo a.C. uno di questi villaggi divenne
il capoluogo della comunità locale. Nacque così Teanum Sidicinum, “la città sidicina”,
divenuta celebre molti secoli dopo per lo storico incontro tra Giuseppe
Garibaldi e Vittorio Emanuele II, il 26 ottobre 1860.
“Et quos de collibus altis Aurunci misere patres Sidicinaque iuxta aequora” (“e quelli che i padri Aurunci
mandarono dagli alti colli e presso le pianure – letteralmente spiagge – Sidicine”). Così Virgilio nel VII libro
dell’Eneide li cita nell’elenco dei popoli Italici che si
schierarono con Turno contro Enea, mentre Strabone,
(V, 4, 10) definisce Teanum Sidicinum, capitale dell’omonimo popolo, la più
importante città dell’Alta Campania, subito dopo Capua, con oltre 50.000
abitanti nel periodo di maggiore splendore.
Teano conserva uno dei
più grandi teatri del mondo romano, recentemente restaurato e
reso nuovamente fruibile ai visitatori. Costruito nel II secolo
a.C., nel pieno dell’età repubblicana, ha attraversato tutte le
fasi dello stile architettonico imperiale. La decorazione del teatro fu rinnovata
durante il regno di Augusto, probabilmente dopo
l’elezione di Teanum Sidicinum a colonia romana, a
questa fase risale anche un ciclo di statue e un ritratto in marmo
greco, conservate nella definitiva sistemazione dell’edificio. Esso fu
completamente restaurato agli inizi del III secolo d.C., grazie all’imperatore Settimio
Severo e terminato dall’imperatore Gordiano.
Dotato di una cavea (così si chiama
la zona occupata dagli spettatori) di circa 85 m di diametro, l’edificio
scenico è alto 26 m ed era decorato da tre ordini di colonne, capitelli,
architravi e sculture realizzati con marmi rari e pregiati. Il teatro faceva
parte di un complesso architettonico costituito da una grande terrazza
artificiale che regolarizzava l’altura alle sue spalle (in foto) e sulla
quale sorgeva un tempio dedicato, stando alle iscrizioni ritrovate, ad Apollo,
dio delle arti e della poesia. Tra il XII e il XIII secolo sulla cavea fu
impiantato un quartiere artigianale per la produzione di mattoni e ceramica,
col tempo il teatro fu interrato e scomparve come la maggior parte dei
monumenti antichi. Teano, come era in uso nelle maggiori città romane,
possedeva anche un anfiteatro di grandissime dimensioni
(il diametro maggiore misurerebbe oltre 100 m), del quale non restano tracce
visibili e di cui però parla anche Cicerone.
Come tutti gli edifici classici anche
il teatro di Teano divenne nei secoli cava di materiale di lusso, come marmi,
pietre e colonne, difatti il Duomo cittadino è stato totalmente arredato con
colonne, statue, lastre ed epigrafi sottratte al teatro. I numerosi reperti di
Teano, raccolti peraltro nel Museo Archeologico di Teanum Sidicinum,
raccontano la storia del popolo Sidicino, dall’animo
irrequieto ed intraprendente, che grazie alla sua abilità sui mercati
riuscì ad arrivare fino al porto di Delo, in Grecia. Questa vitalità
economica della città si riflette nei fastosi edifici pubblici e privati del
II-III secolo d. C. ed ancora per tutto il V.
Il teatro di Teano, con le sue varie
fasi tardo-ellenistica, augustea e severiana
costituisce un anello molto importante per la conoscenza dell’architettura teatrale,
che annovera proprio in Campania il teatro di età augustea meglio conservato
fin in summa cavea, quello di Ercolano
ed altri esempi importantissimi, come quelli della vicina Cales
e Suessa Aurunca,
in cui era presente in antico una vera e propria scuola di teatro, senza
dimenticare quello di Benevento.
Ancora oggi sono in corso ulteriori
restauri e miglioramenti degli itinerari all’interno del sito, con
progetti di scavi per portare alla luce tutto il monumento, che continua a
restituire reperti e strutture e al mantenimento di essi in una zona
dell’edificio appositamente adibita alla loro conservazione.
Un luogo da
visitare, vedere per credere!
Bibliografia di riferimento:
W. Johannowsky,
“Relazione preliminare sugli scavi di Teano”, in BdA
1963, pp. 152-159;
S. De Caro, F. Miele,
“L’occupazione romana della Campania settentrionale nella dinamica
insediativa di lungo periodo”, in E. Lo Cascio, A. Storchi
Marino (cur.), “Modalità insediative e strutture
agrarie nell’Italia meridionale in età romana”, Bari 2001, pp. 501-581;
Sirano, H.J. Beste,
“La scaenae frons del
teatro di Teanum Sidicinum.
Architettura, decorazione e arredo scultoreo”, in “La Scaenae
frons en la arquitectura teatralromana” (Atti del Simposio Internazionale,
Cartagena, 12-14 marzo 2009);
F. Sirano, “Teatro di Teanum
Sidicinum. Guida critica al monumento”, Teano 2009.
Il teatro è aperto
tutti i giorni dalle 10.30 fino ad un’ora prima del tramonto.
Mentre è chiuso il martedì e i giorni 1° gennaio, 1° maggio,
25 dicembre.
INGRESSO
GRATUITO, nessuna
prenotazione.
Via Pioppeto, Teano (CE).
Per info:
sba-sa.teano@beniculturali.it, tel. 0823 657302
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