Un sindaco di Pignataro rinuncia all’indennità, ma non è il sindaco di Pignataro

 

Comune di Pignataro, 07 febbraio 2015

 

Bartolo Mercone

 

Il sindaco di origine pignatarese Giovanni Marrocco, primo cittadino di Calvi Risorta, insieme agli assessori della sua giunta, ha rinunciato all’indennità di carica. Il sindaco di Pignataro, Raimondo Cuccaro, con i suoi assessori, non ha rinunciato all’indennità, tranne lo scorso dicembre, per “regalare” le palle di Natale ai pignataresi.


In un contesto di drammatica crisi economica non si contano più gli amministratori locali che rinunciano, in parte o completamente, alle loro indennità per creare fondi di solidarietà a favore delle persone che vivono situazioni di estremo disagio. Gli amministratori di Pignataro, famosi in tutta la provincia per aver applicato le regole del turn over calcistico alla composizione della giunta, dopo aver invocato dal 2006 al 2011 il taglio delle indennità della giunta Magliocca, un metro dopo aver varcato il portone di palazzo Scorpio, si sono guardati bene dal tagliarsi le loro. E’ proprio vero: tutti sono generosi con il portafoglio degli altri.


Il taglio delle indennità ha un impatto concreto sulle casse comunali e non è una misura populista e demagogica. Gli amministratori che rinunciano alle indennità di carica danno ossigeno ai bilanci comunali con somme consistenti.
Il taglio delle indennità nella vicina Calvi comporterà un beneficio per le casse comunali superiore ai 400.000 euro in cinque anni. Rendere disponibili oltre 80.000 euro l’anno per le politiche sociali è un atto concreto, che avvicina i cittadini alla politica, risolvendo in parte i problemi di chi versa in uno stato di bisogno materiale e psicologico.


Per i patrimoni di alcuni amministratori, che non hanno aderito alla proposta di CdP di istituire l’anagrafe degli eletti, non sarebbe una grave perdita rinunciare alle indennità, soprattutto tenendo conto che fra poco più di un anno il loro mandato scadrà.


A proposito di aiuti alle persone bisognose, ogni iniziativa non deve prescindere dal rispetto assoluto della loro dignità. Chi vive situazioni di povertà non deve umiliarsi recandosi presso gli uffici del comune, ma va aiutato con discrezione a casa propria. La povertà si nasconde, preferisce l’ombra e non può servire, quindi, a dare visibilità alla politica.

 

 

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