Ancora furti
nell'area archeologica: l'Antica Cales ancora in mano ai tombaroli
Comune
di Pignataro, 30 gennaio 2015
Concetta
Parisi
Nella
necropoli di Cales continuano ad agire i tombaroli. La circostanza emerge
dall'ordinanza firmata dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Nicoletta Campanaro che fa proprie le
considerazioni della Procura della Repubblica nell'ambito dell'inchiesta sul
traffico di reperti archeologici. Mondragone era la
base per studiare i colpi. Angelo Valente è il proprietario della casa in
campagna ove si tenevano le riunioni e gli incontri per organizzare il furto.
Valente,
detto "lo sceriffo", stando a quanto acquisito dai carabinieri, si
recava spesso sul posto per fare da "palo" ma anche per mantenere
attivi i contatti con gli acquirenti ma c'era anche chi si occupava dei
trasporti all'estero come Benedetto D’Aniello, chi si
occupava del restauro come Michele Messina. Dalle intercettazioni telefoniche,
i carabinieri sono riusciti anche a comprendere i codici con cui riuscivano ad
organizzare le vendite. Diverse sono anche le società indagate.
È
emerso che, lentamente, queste città sotterranee stanno perdendo pezzi: le
strutture che potevano mostrare il volto della città sotterranea sono oramai un
ricordo. Perché a occuparsi di questi tesori, solo in minima parte aperti al
pubblico, non sono solamente gli amanti della storia e dell'archeologia, bensì
squallidi ladri di reperti.
Una
dettagliata relazione verrà inviata dall'Associazione alle forze dell'ordine e
alle amministrazioni pubbliche, al fine di auspicare un intervento energico
volto a salvare il salvabile. Per troppo tempo infatti i siti archeologici sono
stati facili prede da parte di ladri senza scrupoli che spesso agiscono su
commissione.
Nel
campo dell'archeologia ed in particolare del recupero di reperti archeologici,
oggetto di tale traffico illegale, l'Italia sta sviluppando delle competenze
uniche nel suo genere, che potrebbero essere un valido contributo tanto alla
lotta al terrorismo quanto alla difesa di quel patrimonio umano che il passato
ci ha lasciato e che è fondamentale per la costruzione del futuro.
Senza
memoria infatti non c'è futuro, togliendo le radici ad un popolo equivale a
estirparlo dalla terra che lo ospita, perché senza radici non può continuare a
progredire e senza un patrimonio culturale non potrà amare la propria storia e
quindi proteggerla.
Puntiamo
quindi a far chiarezza sulla vicenda e chiediamo che il Governo si occupi di
fare in modo che l'Italia sia una task force
internazionale che prevenga tali fenomeni di contrabbando e commercio illegale.
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