Napoli: 19 arresti per traffico internazionale di reperti
FidelityHouse,
24 gennaio 2015
I reperti rubati
provenivano da importanti insediamenti in Campania. Tra loro c'erano anche le 4
superfici affrescate che erano state rimosse dal sito archeologico ritenuto il
più visitato al mondo.
I carabinieri della stazione di Calvi Risorta (Caserta) e i
colleghi del nucleo tutela patrimonio culturale di Napoli hanno
smantellato un’associazione per delinquere finalizzata allo scavo illecito e al
traffico internazionale di reperti provenienti dai più
importanti siti archeologici campani. A coordinare l’operazione soprannominata
“Dedalo” è stata la Procura di Santa Maria Capua Vetere, che
ha eseguito ben 19 arresti nelle province di Caserta, Napoli, Salerno,
Frosinone e Latina.
Nel corso della vasta operazione sono stati recuperati oltre
1.500 reperti archeologici di natura diversa e anche di epoche diverse.
Oltre a questi, la polizia ha anche sequestrato numerosi reperti contraffatti
per un valore totale di un milione e 600mila euro.
Tra i reperti recuperati che erano in possesso della banda dei
tombaroli ci sono pezzi di importanza storica, come alcuni affreschi pompeiani,
per fortuna ora riportati al sicuro. Mentre i carabinieri stavano
eseguendo una perquisizione a Pompei, precisamente nell’area della civita Giuliana, che si trova proprio accanto agli scavi
più famosi del mondo, è stato scoperto uno scavo abusivo nel giardino di una
abitazione. I carabinieri hanno seguito il percorso tracciato dalla scavo e
hanno scoperto che portava a un ambiente di una villa romana. La sorpresa
più grande è stata che che i ladri avevano già
rimosso le quattro superfici affrescate. Nei controlli i carabinieri hanno
appurato che gli affreschi recuperati facevano parte di quegli ambienti.
Gli affreschi hanno un alto valore archeologico, e sono tra i
pezzi più importanti recuperati nella perquisizione: tra i pezzi figurano anche
un cratere a campana di grandi dimensioni risalente al IV-II secolo a.C.,
un’anfora della Magna Grecia con coperchio e un’altra anfora con due anse
verticali. I tre reperti sono stati attribuiti al pittore Assteas
di Paestum. I saccheggiatori, ritenuti responsabili di aver trafugato opere d’arte
di notevole importanza internazionale, saranno giudicati e dovranno rispondere
di traffico illecito di reperti. La scoperta e l’arresto dei responsabili ha
dato una duro colpo ad un’organizzazione che aveva visto nelle opere d’arte un
mezzo per arricchirsi con il traffico internazionale e che aveva dunque
acquirenti all’estero. Per fortuna tutto è stato recuperato e adesso sarà cura
della sovrintendenza rimettere le cose al loro posto.
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