Il mito della fondazione di Cales nel poema “Punica” di Silio
Italico
Comune di Pignataro, 19 gennaio 2015
Angelo Martino
Le civiltà del passato
possiedono leggende, miti per rimarcare la grandezza delle origini. Lo fu per
Roma, per Cartagine, per altre grandi città, e lo
stesso accadde per Cales. Oltre alle tante
testimonianze letterarie e storiche, in relazione all’antica città degli Ausoni, ci è stata tramandata da Tiberius
Catius Asconius Silius Italicus (25 circa –
Campania, 101), avvocato, politico e poeta romano, un’ulteriore testimonianza
letteraria in versi, concernente specificamente la fondazione di Cales.
Nel libro VIII del poema
“Punica”, Silio Italico, nel fare un minuzioso elenco
dei popoli italici che combatterono contro Annibale in qualità di alleati dei
Romani, menziona anche i Caleni scrivendo :
[…]Gareggiarono nell’impeto i soldati
di sangue sidicino e quei di Cale.
Della città siccome suona il grido
non ignorato fondator fu Calai
che negli antri de Geti a Borea crebbe
la madre Oritia
Quindi, nella versione
mitologica del poeta latino, fondatore di Cales fu
Calai, figlio del dio Borea e di Orizia, uno dei
mitici eroi della spedizione degli Argonauti.
Nella mitologia latina il
dio Borea amava Orizia, figlia di Eretteo re di
Atene, e più volte aveva chiesto la sua mano, ma Eretteo l'aveva tenuto a bada
con vane promesse. Un giorno, mentre la giovane danzava sui prati nei pressi
del fiume Ilisso, il dio l'avvolse in una nuvola e se
la portò via su un picco roccioso presso il fiume Ergine, dove le usò violenza.
Altri sostengono, invece, che Orizia reggeva un cesto
di primizie durante l'annuale processione delle Tesmoforie,
che si svolge lungo le pendici dell'Acropoli, su fino al tempio di Atena Poliade, allorché Borea l'avvolse nelle sue fulve ali e se
la portò via, senza essere visto dalla folla raccolta lì attorno.
La condusse nella città di
Ciconi in Tracia dove Orizia
divenne sua moglie e gli generò due gemelli, Calai o Calaide
e Zete.
Ovviamente siamo in quelle rievocazioni fantastiche finalizzate a rappresentare
epicamente le origini delle grandi civiltà del
passato. Tuttavia è da rimarcare che anche Cales
abbia, al pari di Roma, di Cartagine e delle altri
grandi città della storia, un proprio mito, una “visione fantastica” come la
definisce Giuseppe Carcaiso, che la colloca a pieno
titolo nel novero delle città aventi una rilevante e affascinante mitologia
classica.
Bibliografia:
Giuseppe Carcaiso - Storia dell'Antica Cales - 1980
Visita www.CalviRisorta.com