NUOVO STABILIMENTO FERRARELLE NELL’AGRO CALENO: BRUCERÀ BOTTIGLIE DI PLASTICA

Calvirisortanews, 16 gennaio 2015

Calvi Risorta: Nuovo stabilimento Ferrarelle nell’Agro Caleno: brucerà bottiglie di plastica

 

 

 

 

 

 

Il Governo ha firmato 24 nuovi contratti di sviluppo tra cui spicca per interesse, quello da 34 milioni di euro alla Ferrarelle finalizzato all’incremento della capacità produttiva ed al contenimento dei consumi. Stando a quanto sostenuto sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si tratta di un impianto di produzione di bottiglie di plastica che avrà una forte caratterizzazione eco-compatibile, e prevede un impianto di trigenerazione per la produzione di energia elettrica e il recupero dell’energia termica.

L’impianto finanziato da Invitalia dovrebbe essere realizzato nell’agro caleno, anche se ci sono stati contatti nei mesi scorsi anche con l’Amministrazione Civica di Calvi Risorta retta dal Sindaco dr. Giovanni Marrocco, che afferma: “Sì, c’è stato un primo contatto con i responsabili della Ferrarelle, si è individuata anche l’area dove potrebbe nascere, infatti parliamo della zona industriale PIP del comune di Calvi Risorta, che si trova lungo la statale 28 che collega Calvi Risorta-Sparanise, però per il momento nulla di ufficiale, in quanto ci sono anche altri comuni limitrofi interessati, come Sparanise, Teano, Pignataro Maggiore e Riardo. Quindi non è detto che sarà realizzato a Calvi, dobbiamo ancora visionare bene il progetto. E inutile fare falsi annunci, certo il progetto potrebbe essere importante per il nostro territorio, magari si potrebbero creare nuovi posti di lavoro in un momento così difficile. Continua il primo cittadino Marrocco, nel caso ci saranno le condizioni, saremo i primi a dire di sì, per il momento nulla di ufficiale, si tratta di una trattativa ancora in alto mare”.

La singolarità del progetto Ferrarelle sta tutta racchiusa nel businnes: da un lato si producono nuove bottiglie di pet destinate alla vendita delle acque minerali estratte dai pozzi della vicina Riardo e commercializzate con vari marchi in tutto il mondo; dall’altro, per poterle lavorare, le brucia per ottenere energia elettrica e termica. Si tratta, in altre parole, di un mini inceneritore “strategicamente” mascherato da fabbrica di bottiglie di acqua che dovrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, dare lavoro a circa 400 addetti.

 

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