CHIUSA LA CAVA FABRESSA: MARROCCO FA UNA POLITICA SANA

Caserta24ore, 10 gennaio 2015

Calvi Risorta: CHIUSA LA CAVA FABRESSA, MARROCCO FA UNA POLITICA SANA

 

 

 

 

 

 

 

 

Appena dopo le 11,00 di ieri mattina la Polizia Locale congiuntamente al tecnico comunale del comune di Calvi Risorta, si sono portati sul cantiere della Cava Fabressa gestita dalla ditta Casertana Recuperi SRL rappresentata da Antonio Luca Iorio, per notificargli l’ordinanza di interruzione di ogni attività all’interno della Cava Fabressa, ricadente nel territorio di Calvi Risorta.

I motivi che hanno spinto l’ufficio tecnico del comune caleno a prendere un provvedimento così restrittivo nei confronti della società che gestisce la Cava Fabressa, in questo periodo, è legato sicuramente come sembra a eventuali irregolarità amministrative tecniche ma, soprattutto seguiti da più provvedimenti prefettizi della prefettura di Caserta. Inoltre, il tecnico comunale, ha indicato nel provvedimento di sospensione delle attività della Cava Fabressa, che l’area dovrà essere messa in sicurezza, visto che nonostante le già precedenti indicazioni disposte dalla Provincia di Caserta, dell'ufficio ambiente, le quali però non venivano portate a termine.

Dopo di che la cava Fabressa tornerà di nuovo di proprietà del comune di Calvi Risorta, tutto questo accadrà in tempi non biblici, anzi dovrebbero essere tempi veramente brevi, come sembra. L’amministrazione civica retta da Giovanni Marrocco, ha dato così un forte segnale su una questione ormai troppe volte stata d’interesse della magistratura penale, amministrativa, e dell’intervento della Prefettura di Caserta. Ci son volute due pagine di provvedimento per mettere fine ad opera che come sembra fa acqua da tutte le parti. Storie di cave e di certificati antimafia, tutto inizia nel 2009 quando, lo dice la storia, il Sindaco era Antonio Caparco.

La “Casertana recuperi srl”, con sede legale in Calvi Risorta, all’epoca già impegnata in un contratto di appalto per lo svolgimento di attività di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi, risulta essere colpita da interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta fin dal 28 settembre 2009, come da comunicazione ricevuta quasi otto mesi dopo, in data 18 maggio 2010. Ma non si tratta di una delle tante interdittive antimafia – e, a nostro avviso, sono ancora troppo poche - emesse doverosamente dalla Prefettura di Caserta.

La “Casertana recuperi srl”, infatti, è la società di famiglia del Giudice di Pace di Pignataro Maggiore, dottoressa Vittoria Farzati (coordinatrice dell'articolazione giudiziaria in una realtà di frontiera), che a seguito a questa inchiesta “Cava Fabressa”, gli viene revocato il mandato di Giudice di Pace. Nelle vicende societarie della “Casertana recuperi srl” - oltre a Vincenzo Abbate, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere il 24 giugno 2006 con l'accusa di associazione mafiosa – figurano i figli della dottoressa Vittoria Farzati (moglie dell’imprenditore Nicolino Iorio), Antonio Luca Iorio e Maria Giuseppa Iorio.

Naturalmente la “Casertana recuperi srl” si è rivolta al Tribunale amministrativo regionale della Campania di Napoli chiedendo l'annullamento dell'interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta, ma con sentenza depositata in segreteria il 22 dicembre 2010 la prima sezione, del Tar ha respinto il ricorso. Insomma, come sembra, ci voleva solo la venuta dalla giunta Marrocco per dire basta, nonostante i già tanti dinieghi arrivati da ogni parte, escluso dalla giunta scorsa di Caparco. L’Amministrazione Marrocco, ha fatto capire dal primo giorno dal suo insediamento che aveva le idee chiarissime, ma soprattutto non avendo nessun tipo d’interesse personale della casa comunale, ma stando lì solo per tutelare i diritti dei cittadini e la salute pubblica, come in questo caso. Una cosa è certa, la famiglia Iorio ha dovuto incassare un nuovo colpo basso inaspettato e non è l’unico negli ultimi tempi.

 

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