Il divieto caleno

Antonio Fattore, 06 gennaio 2015

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La Politica, nella sua struttura istituzionale, è composta da vari gradi di poteri territoriali. Comuni, Province, Regioni e Parlamento hanno tutte un minimo comune denominatore: maggioranza e opposizione/i. La logica e soprattutto il compito, ottenuto in maniera democratica, ne determinano le ripartizioni.

La maggioranza agisce e le opposizioni, a seconda delle loro visioni di utilità degli atti, giuste o errate che siano, attuano eventuali critiche e/o disapprovazioni. Ma è davvero così?

Avventori scrivani e company, non si capisce se a titolo personale, per conto di qualcuno o per interesse, anziché documentare i successi della maggioranza consiliare, denigrano gli altri.

L'impressione è: ...nessuno tocchi Caino... È assolutamente vietato persino provare a dare un legittimo giudizio, pena: il mediatico linciaggio.

Le domande che sorgono sono tante e molte hanno anche delle risposte di comprensione, poi però emerge la ragione che non trova logica se non in un'idea: ...taci, il nemico ti ascolta...

Povera Calvi: dalla padella alla brace. Tutto questo perché?

Mascherarne il vero volto, cioè: …non siamo noi ad essere incapaci, ma voi a farcelo notare...

Buona fortuna.

 

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