RICORSO ANTI-MARROCCO: PER FAR PARTIRE L’ISTRUTTORIA, I TROMBATI DOVRANNO METTERE MANO AI PORTAFOGLI E SCUCIRE 1.000 EURO

Calvirisortanews, 20 dicembre 2014

 

Calvi Risorta: RICORSO ANTI-MARROCCO, PER FAR PARTIRE L’ISTRUTTORIA I TROMBATI DOVRANNO METTERE MANO AI PORTAFOGLI E SCUCIRE 1.000 EURO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Esposti in procura, ricorso al tar, testimoni oculari: non sa più chi tirare in ballo il mancato sindaco Giovanni Lombardi per trovare un appiglio valido alla sua teoria. E quale sarebbe la sua teoria? Quella che avrebbe perso le elezioni non perché ha preso meno volti di Giovanni Marrocco, ma perché ci sono state delle irregolarità nei seggi elettorali.

 

E per questo, spuntano testimoni e fioccano denunce. Il problema sta nelle mani del Tribunale Amministrativo Regionale che però, a nostro avviso, non sfuggiranno un paio di cosette davvero evidenti.

 

La prima: ma tutti questi testimoni che dicono di aver visto consegnare (anche a loro stessi) delle schede chiuse, perché non hanno parlato prima? Perché non lo hanno fatto presente ai presidenti dei seggi? Come mai hanno sentito il bisogno di parlare solo a sconfitta accertata?

 

Problema numero due: le schede recanti nome e simbolo di altro comune. Anche qui, noi, e speriamo anche i giudici, non possiamo non mettere in evidenza che le stesse schede non calene sono state annullate in accordo tra gli scrutatori, il segretario di seggio, i rappresentanti di lista e il presidente del seggio. Ora quell’accordo viene rinnegato. Peccato che non si può, perché è tutto scritto nei verbali dei seggi.

 

L’anno nuovo Lombardi si sveglierà da questo sogno di rivalsa per ritrovarsi di fronte alla verità: il suo avversario elettorale diretto (cioè l’attuale sindaco Giovanni Marrocco) è stato il più votato. Ha vinto per sette voti? Benissimo, ma la legge anche qua gli dà ragione, visto che sarebbe bastato anche un solo voto di differenza. Ma chi sono questi testimoni? La descrizione è sulle pagine del Mattino, di oggi. Si tratta di cittadini elettori che hanno dichiarato di aver notato, durante le operazioni di voto, delle anomalie. Stranezze, le cui circostanze si sono detti disposti a svelare nelle opportune sedi.

 

Nelle dichiarazioni già rese in forma scritta si parla di «un numero indefinito di schede riportanti nome e simbolo di un comune diverso da quello di Calvi Risorta (Moiano)», ma questa era cosa già nota. Ma c’è di più. Ben due testimoni affermano anche che «Le schede elettorali mi sono state consegnate chiuse». Un altro testimone, inoltre, ha denunciato il fatto che «La sezione numero 4, durante gli scrutini, ha riportato 20 preferenze in meno rispetto al conteggio che personalmente seguivo per la candidata Giuseppina Pitocchi». Sette testimoni, dunque, che salgono sul piatto della bilancia del mancato sindaco e il cui peso processuale dovrebbe, almeno in teoria, fare massa con il ricorso presentato anche da una privata cittadina, quale sua elettrice, contro la Sottocommissione elettorale di competenza, che è quella di Pignataro Maggiore.

 

Saranno state, probabilmente, proprio queste testimonianze a far decidere il collegio del TAR, nella seduta dello scorso 11 dicembre, ad una verifica dei verbali di tutti i seggi elettorali, degli allegati e delle schede. «Occorre verificare - si legge, infatti, nelle carte dell’udienza d’inizio dicembre - mediante esame dei verbali di sezione e riconteggio delle schede». Dunque, Lombardi un risultato l’ha già ottenuto: si tratta dell’apertura dell’istruttoria che porterà, per esempio, anche alla verifica di quanto sarebbe accaduto nella sezione numero uno, in quanto, stando all’esposto presentato alla Procura della Repubblica, nel verbale di sezione non c’è traccia di cittadini di stati membri tra i votanti, ma tale circostanza sarebbe invece clamorosamente smentita dalla tabella riepilogativa.

 

L’attesa, ora, è tutta per i risultati dell’istruttoria e quindi dell’analisi dei verbali e delle schede. Operazioni, queste, che però potranno aver luogo previo pagamento da parte dei ricorrenti di ben mille euro. Analizzati gli atti ufficiali c’è poi l’appuntamento pubblico clou di tutta la storia: l’udienza pubblica già fissata per il 23 aprile del 2015.

 

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