PIGNATARO M. – Con
ordinanza depositata in segreteria in data 19 dicembre 2014 (e che pubblichiamo
in coda a questo articolo), il Consiglio di Stato ha disposto che il Tar del
Lazio fissi celermente l’udienza di merito sul ricorso della dottoressa Vittoria
Farzati che aveva chiesto l’annullamento della
delibera del Consiglio superiore della magistratura concernente la revoca
dall’incarico di Giudice di Pace con funzioni di coordinatore nella sede di Pignataro Maggiore. Come avevamo riferito su “Pignataro Maggiore News” il 21 novembre 2014, con un
articolo recante il titolo: “IL TAR DEL LAZIO RESPINGE L’ISTANZA CAUTELARE PRESENTATA DALLA
DOTTORESSA VITTORIA FARZATI CONTRO IL PROVVEDIMENTO DEL CONSIGLIO SUPERIORE
DELLA MAGISTRATURA CHE LE AVEVA REVOCATO L’INCARICO DI
GIUDICE DI PACE CON FUNZIONI DI
COORDINATORE DELL’UFFICIO DI PIGNATARO MAGGIORE –
ECCO L’ORDINANZA DEL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE”, la
ricorrente aveva dovuto incassare un’altra sconfitta.
Ma la dottoressa
Vittoria Farzati non si era arresa e aveva presentato
ricorso al Consiglio di Stato, non riuscendo però a ottenere nemmeno stavolta
l’annullamento del provvedimento di revoca ma incassando solo un impulso per
un’accelerazione dei tempi della decisione nel merito del Tribunale
amministrativo regionale del Lazio. Come si legge nell’ordinanza del Consiglio
di Stato, “le censure prospettate appaiono suscettibili di un più approfondito
esame nella sede appropriata, costituita dalla delibazione del merito e che,
pertanto, possa disporsi un accoglimento ai sensi dell’art. 55, comma 10, c.p.a.; P.Q.M. il Consiglio di Stato in sede
giurisdizionale (Sezione Quarta), accoglie l’appello (Ricorso numero:
9665/2014) ai soli fini della celere fissazione del merito”.
Il “caso Farzati” è di estrema gravità. A seguito di nostre
inchieste giornalistiche, infatti, era emerso che le società di famiglia della
dottoressa Vittoria Farzati, con sede legale in Calvi
Risorta, “Casertana recuperi srl” e Cales ambiente
srl” (operanti nei sintomatici settori delle cave e dei rifiuti), risultavano
essere state colpite da interdittive antimafia emesse
dalla Prefettura di Caserta. Nella “Casertana recuperi srl” – che
successivamente avrebbe volturato le autorizzazioni cedendole alla “Cales ambiente srl”, nel vano tentativo di aggirare gli
effetti della prima delle due interdittive antimafia
– si erano intrecciati rapporti di affari tra la famiglia Iorio-Farzati
e Vincenzo Abbate, quest’ultimo legatissimo al
superboss del “clan dei casalesi” Michele Zagaria.
Rassegna stampa
articolo di
Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it
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