Il Municipio
della Cales Romana in una completa e
interessantissima epigrafe
Comune di Pignataro, 13 dicembre 2014
Angelo Martino
La Cales
Romana assurse al rango di Municipio e, a tal riguardo Giuseppe Carcaiso ipotizza che ciò “sia avvenuto all’indomani della
guerra sociale, fra l’83 e l’81 a.C., allorché Silla pose mano ad un profondo
processo di riordinamento politico-amministrativo della Repubblica Romana”,
mentre, secondo Mattia Zona, “Cales era già Municipio
molto tempo prima della guerra sociale”.
La testimonianza
letteraria più bella del Municipio Caleno è
costituita dalla lettera di Marco Tullio Cicerone a Dolabella
(Ad Familiares, IX, 13) per perorare la sorte di Caio
Suberino Caleno e di Marco Sterede, due cittadini caleni
rimasti intrappolati in Spagna a causa della guerra civile. Della lunga lettera
citiamo il paragrafo in cui si fa riferimento al Municipio di Cales: […]Perciò ti prego di adoperarti affinché questi due
miseri Caleni, non per colpa loro, ma a causa della
sfortuna alla quale ogni uomo soggiace, non ricevano alcun danno. In modo che
io per mezzo tuo faccia loro questo favore e possa soddisfare il desiderio del
Municipio caleno col quale sono in stretti rapporti
di amicizie[…].
Fra le epigrafi che
testimoniano lo status di Municipio di Cales, la più
completa ed interessante è stata rinvenuta nell’Ottocento. Trattasi di un'iscrizione
scolpita in una bella lastra marmorea larga circa 50 cm e alta poco più di un
metro. Nell’iscrizione si fa cenno ben quattro volte al Municipium
di Cales in relazione ad una lettera letta nella
Curia Vitrasiana Torquatiana
di Cales, in cui viene menzionato Lucio Vitrasio Silvestre, il quale si era acquistato la perpetua
riconoscenza dei suoi concittadini per due singolari motivi. In primis egli
aveva fatto rappresentare a sue spese un grandioso spettacolo gladiatorio
nell’anfiteatro di Cales e, in seguito aveva elargito
a tutti gli abitanti di Cales una munifica
elargizione di denaro. Detta elargizione doveva avvenire annualmente e ad ogni
cittadino spettavano da 1 a 3 sesterzi, a seconda del rango occupato.
Era stata istituita, a tal
proposito, una particolare cassa in una sala del Senato cittadino denominata “Curia
Torquatiana Vitrasiana",
a cui soprintendeva un Curator con il compito della
distribuzione annuale dei “nummi”. Con questa solenne
iscrizione, i Decurioni di Cales attestavano
pubblicamente la riconoscenza dei Caleni verso il
loro importante e facoltoso concittadino e gli consentivano di allargare
l’epigrafe situata alla base di una statua esistente presso la Curia stessa.
Di seguito il testo
integrale dell’epigrafe, che si mostra molto interessante anche in relazione
alla storia della prodigalità di Lucio Vitrasio
Silvestre, a cui i cittadini del Municipio di Cales
vollero tributare significativa riconoscenza.
Calibus,
in Curia Torquatiana Vitrasiana,
scribundo adfuerunt Tiberius Claudius Felix, Tiberius Claudius Calenus, Quintus Sergius Priscus.
Quod, recitata epistula
Luci Vitrasii Silvestri, Lucius
Marcius Vitalio quatorvir ad ordinem verba fecit, quid de ea re fieri placeret de ea re ita consuerunt.
Ordinem iampridem intellexisse Luci Vitrasii Silvestris in communem patriam et studium
et voluntatem; cum is primo petitioni
Municipum suorum in suscipienda gladatorii muneris cura tam sumptuose iniunctum sibi munus explicuerit,
ut et nos
eum ornamentiis decurionalibus et Municipes statuae honore ornandum merito arbitrati simus. Etiam cum
is ultra modum facultatum suarum altro et libenter obferat
daturum se in perpetuum praesenti epistula, idibus mais sui ciusque anni die natali nobis liberique nostris unicuique nummos res, scribis liberisque
eorum unuucuique nummos duo, augustalibus unicuique nummos duo, Municipibus unicuique nummum unum, placere universis conscriptis L. Vitrasio Silvestri, pro eius erga
nos amore, publicas gratias agi, cum is mensam suam
cum republica nostra sit paene partitus, permittique inscriptionem basis suae sicubi
desideret ampliare; quoque manifestior cunctis Municipibus nostri liberalitas eius existat, epistulam
quatorviri sub edicto suo celeberrimis loci ponendam curent, unde de plano recte legi possit.
Censuerunt cuncti.
Bibliografia:
Giulio Minervini - Alcune iscrizioni di Cales - Napoli 1984
Giuseppe Carcaiso - Storia dell’Antica Cales
- 1980
Elizabeth Forbis - Municipal virtues in the Roman Empire – Germany
– 1996 - pagine 136-137
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