Il saccheggio di
Calvi e Pignataro: la vendetta trasversale del Duca
di Maddaloni
Comune
di Pignataro, 09 dicembre 2014
Angelo
Martino
Nel testo “Memorie
storiche di Pignataro Maggiore”, Nicola Borrelli ci
racconta di come, ai tempi della famosa rivolta di Masaniello, Pignataro fu assalita e saccheggiata dalle truppe del Duca
di Maddaloni. In effetti Pignataro seguì la sorte di
Calvi, contro cui si era scagliato il Duca di Maddaloni, il quale, nel 1648,
saccheggiò, oltre al Palazzo Vescovile di Calvi, anche Pignataro
e la sua Chiesa di S. Maria della Misericordia.
Il duca di Maddaloni
Diomede Carafa era un uomo prepotente, protettore di banditi,
un "bravaccio dispotico”, ma fedele al sovrano Filippo IV e al suo viceré
di Napoli. I Carafa erano i discendenti di uno dei
rami principali di una nobile e antica famiglia di origine napoletana, le cui
origini, però, si intrecciano alla leggenda che vuole che il loro capostipite,
un nobile pisano, abbia salvato l'imperatore Enrico IV, frapponendosi tra una
spada che stava colpendo l'imperatore e il suo corpo.
Nel ventennio precedente
la rivolta del 1647, periodo di grave crisi politica e finanziaria del Regno,
il Carafa, come riporta Rosario Villari-
Diomede Carafa si distinse tra i feudatari di alto
rango che "forti di un largo seguito, di numerosa parentela e di grosse e
turbolente bande di seguaci[... ] poterono macchiarsi di delitti contro i loro
vassalli, e perpetrare abusi inauditi senza essere, di fatto, perseguiti”
Il fratello del duca di
Maddaloni era altrettanto di indole prepotente, inquisito di varie gravi colpe.
Infatti i due fratelli Diomede e Giuseppe, quando scoppiò la rivolta di
Masaniello erano, il primo "rinchiuso" nel castello di S. Elmo a
Napoli e il secondo esiliato a Benevento.
Diomede e Giuseppe Carafa si misero al servizio del Viceré di Napoli per
opporsi alla rivoluzione di Masaniello. Un primo scontro tra Diomede Carafa e Masaniello vi fu allorché il Carafa
portò a Piazza Mercato un bando del Viceré il cui contenuto riguardava
l’abolizione delle gabelle. Masaniello lo aveva afferrato con violenza e tratto
giù da cavallo. Successivamente i fratelli Carafa
tentano con un attentato di seminare il panico tra la popolazione ed uccidere
Masaniello. L’attentato avrebbe dovuto svolgersi in due momenti, ad iniziare
dall’assassinio di Tommaso Aniello nel corso di
un’assemblea per la lettura e conseguente approvazione dei capitoli, con
successiva strage dei popolani raccolti nel convento e nella piazza.
A tale scopo il Duca di
Maddaloni aveva mobilitato tutto il suo esercito di banditi, ma l’attentato
fallì e Giuseppe Carafa venne catturato e decapitato.
Non potendo sfogare la sua ira sui popolani di Masaniello, né sull’Arcivescovo
di Napoli Ascanio Filomarino,
Diomede Carafa pensò ad una vendetta trasversale.
L’obiettivo diventò il fratello dell’Arcivescovo di Napoli, Gennaro I, ossia
Gennaro Filomarino, nato a Napoli nel 1591 e che dal
1633 era vescovo di Calvi, carica che avrebbe conservato fino alla morte,
avvenuta nell’ottobre del 1650.
Per mettere in atto la sua
vendetta trasversale, Diomede Carafa si serve di
uomini incuranti del pericolo, abituati a sanguinosissimi combattimenti,
sprezzanti della morte. Nel 1648, da Aversa si recò a Calvi ove distrusse la
casa vescovile e incendiò l’archivio diocesano. Anche Pignataro
fu precedentemente assalito, essendo la sede vescovile stata trasferita, quale
luogo più sicuro, dal vescovo di Calvi Gennaro Filomarino
nel vicino casale di Pignataro.
Come scrive Don Pietro Palumbo, tale notizia "è confermata dai documenti.
Purtroppo non solo il palazzo vescovile di Calvi, ma anche quello di Pignataro e la chiesa di S. Maria della Misericordia e
tutto l’innocuo paesino di Pignataro furono
saccheggiati”.
“L’armata - prosegue Palumbo - fatta la bravata a Pignataro,
passò a Calvi. Qui vi furono feriti e carcerati, stando alla deposizione di
Luigi Cicchella di Sparanise
di anni 25, che asserisce di esser stato ferito e portato nelle carceri di
Capua dove rimase per circa un mese”.
Bibliografia:
Nicola Borrelli - Memorie storiche di Pignataro
Maggiore - 1940
R. Villari
- La rivolta antispagnola a Napoli, Bari – 1967
Pietro Palumbo
- “Il foglio” - Pignataro Maggiore, 1° gennaio 1975
in Antonio Martone - Storia di Pignataro
in età moderna - Il seicento (Prima metà) Vozza
Editore - 2013
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